sabato 31 agosto 2013

Rita Levi Montalcini: Nobel nel 1986 per la medicina

LA MAGGIOR PARTE DEI MIEI ALUNNI SONO SEMPRE STATI I MEDICI; PER QUESTO ALCUNI DI LORO POTRANNO ESSERE MAGGIORMENTE INTERESSATI A QUESTO ARTICOLO, O ALMENO LO SPERO (NON È VERO IVANILSON, JULIANA, MARCELO, AUGUSTO...?).

TORINO ANNOVERA TRA LE SUE FILA, ANCORA  UN PREMIO NOBEL, CON RITA LEVI MONTALCINI, SCIENZIATA DI PRIMO PIANO NEL SECOLO SCORSO, IN AMBITO MEDICO-NEUROLOGICO. FONDATRICE NEL '92 DELLA FONDAZIONE MONTALCINI PER LA FORMAZIONE DI GIOVANI CON UNA SPECIALE ATTENZIONE ALLE RAGAZZE AFRICANE (http://www.ritalevimontalcini.org/).

SCOPRIAMO ADESSO E INSIEME, CHI ERA.





"Ho un'intelligenza mediocre: il mio merito è l'impegno..."
 Rita. L. Montalcini









Qui un'intervista alla Montalcini del 1981:





Rita Levi Montalcini nasce il 22 aprile del 1909 a Torino. Entrata alla scuola medica di Levi all'età di vent'anni, si laurea nel 1936. Fermamente intenzionata a proseguire la sua carriera accademica come assistente e ricercatrice in neurobiologia e psichiatria, è costretta, a causa delle leggi razziali emanate dal regime fascista nel 1938, ad emigrare in Belgio insieme a Giuseppe Levi.
La passione per la sua materia comunque la sospinge e le dona la forza per andare avanti tanto che continua le sue ricerche in un laboratorio casalingo.
Sono anni assai travagliati per il mondo e per l'Europa. Infuria la seconda guerra mondiale ed è assai difficile trovare luoghi dove poter stare tranquilli, figuriamoci intraprendere delle ricerche. Nel suo girovagare, nel '43 approda a Firenze, dove vivrà in clandestinità per qualche anno, prestando fra l'altro la sua collaborazione come medico volontario fra gli Alleati. Finalmente, nel '45 la guerra finisce, lasciandosi alle spalle milioni di morti e devastazioni inimmaginabili in tutti i Paesi.
Dopo così lungo peregrinare senza un porto sicuro in cui rifugiarsi, Rita torna nella sua città natale (giusto poco prima dell'invasione tedesca del Belgio, riprendendo con più serenità le sue importanti ricerche insieme a Levi, sempre attraverso un laboratorio domestico. Poco dopo riceve un'offerta difficilmente rifiutabile dal Dipartimento di Zoologia della Washington University (St. Louis, Missouri). Accetta, dopo essersi però ben assicurata che potrà proseguire le stesse ricerche che aveva cominciato a Torino. La giovane Rita ancora non sa che l'America diventerà una sorta di sua seconda patria, vivendoci con incarichi prestigiosi per oltre trent'anni (diventerà professore di Neurobiologia), e precisamente fino al 1977.
Ma vediamo nel dettaglio quali sono state le tappe di questa straordinaria ricerca che ha portato a risultati altrettanto straordinari. I suoi primi studi (risaliamo agli anni 1938-1944) sono dedicati ai meccanismi di formazione del sistema nervoso dei vertebrati. Nel 1951-1952 scopre il fattore di crescita nervoso noto come NGF, che gioca un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Per circa un trentennio prosegue le ricerche su questa molecola proteica e sul suo meccanismo d'azione, per le quali nel 1986 le viene conferito il Premio Nobel  per la Medicina (con Stanley Cohen). Nella motivazione del Premio si legge: "La scoperta del NGF all'inizio degli anni '50 è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell'organismo".
Dal 1961 al 1969 dirige il Centro di Ricerche di Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Roma) in collaborazione con l'Istituto di Biologia della Washington University, e dal 1969 al 1979 il Laboratorio di Biologia cellulare. Dopo essersi ritirata da questo incarico "per raggiunti limiti d'età" continua le sue ricerche come ricercatore e guest professor dal 1979 al 1989, e dal 1989 al 1995 lavora presso l'Istituto di Neurobiologia del CNR con la qualifica di Superesperto. Le sue indagini si concentrano sullo spettro di azione del NGF, utilizzando tecniche sempre più sofisticate. Studi recenti hanno infatti dimostrato che esso ha un'attività ben più ampia di quanto si pensasse: non si limita ai neuroni sensori e simpatici, ma si estende anche alle cellule del sistema nervoso centrale, del sistema immunitario ematopoietico e alle cellule coinvolte nelle funzioni neuroendocrine.
Dal 1993 al 1998 presiede l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana. È membro delle più prestigiose accademie scientifiche internazionali, quali l'Accademia Nazionale dei Lincei, l'Accademia Pontificia, l'Accademia delle Scienze detta dei XL, la National Academy of Sciences statunitense e la Royal Society.
È inoltre da sempre molto attiva in campagne di interesse sociale, per esempio contro le mine anti-uomo o per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società. Nel 1992 istituisce, assieme alla sorella gemella Paola, la Fondazione Levi Montalcini, in memoria del padre, rivolta alla formazione e all'educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane a livello universitario. L'obiettivo è quello di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese.
In data 22 gennaio 2008 l'Università di Milano Bicocca le ha assegnato la laurea honoris causa in biotecnologie industriali.
Rita Levi Montalcini muore alla straordinaria età di 103 anni il 30 dicembre 2012 a Roma.

(tratto da Biografia.it)

martedì 27 agosto 2013

LA LEGGE SULLA PRIVACY

MOLTI STRANIERI NON SANNO CHE IN ITALIA ESISTE, DA DIECI ANNI (IN REALTÀ LA PRIMA LEGGE È DEL 1996), UNA LEGGE SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI, CIOÈ UNA TUTELA DEI PROPRI DATI ANAGRAFICI, CHE NESSUNO PUÒ PERMETTERSI DI DIVULGARE E FAR CONOSCERE A TERZI, SENZA IL CONSENSO SCRITTO E FIRMATO DELLA PERSONA.
È LA FAMOSA LEGGE SULLA PRIVACY. VEDIAMO MEGLIO DI COSA SI TRATTA...





Cos’è la privacy?

In Italia il "diritto alla protezione dei dati personali" è garantito dal primo articolo del "Codice in materia di protezione dei dati personali" (anche noto come decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 o Testo Unico sulla privacy) che recita: " Chiunque ha diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano". Tale protezione consiste, oltre che alla garanzia dell'adozione di appropriate misure di sicurezza quando si trattano i dati personali, anche nel diritto alla “riservatezza”. Il diritto alla riservatezza (privacy in inglese) ha tale importanza nella norma italiana che essa viene di fatto denominata “legge sulla privacy”. Va chiarito che spirito della legge non è di impedire il trattamento dei dati ma di evitare che questo avvenga contro la volontà dell'avente diritto, ovvero secondo modalità pregiudizievoli. Il Codice, in pratica, definisce la modalità di raccolta dei dati, gli obblighi di chi raccoglie, detiene o tratta dati personali e le responsabilità e sanzioni in caso di danni. Last but not least, il Codice definisce in maniera chiara ed inequivocabile diritti degli interessati, cioè di coloro a cui si riferiscono i dati.

Per le aziende quali sono le norme più importanti per la privacy?

Le normativa italiana è disponibile sul sito del "Garante per la protezione dei dati personali". Le norme più importanti sono:

"Codice in materia di protezione dei dati personali"
Allegato B. Disciplinare tecnico in materia di misure minime di sicurezza
Allegato A.5. Codice di deontologia e di buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti
tra i provvedimenti del Garante vanno segnalati:

Sicurezza dei dati di traffico telefonico e telematico, 17 gennaio 2008
Banche: la ''Guida'' del Garante privacy per l'uso dei dati dei clienti, 28 novembre 2007
"Misure e accorgimenti a garanzia degli interessati in tema di conservazione di dati di traffico telefonico e telematico per finalità di accertamento e repressione dei reati", 25 settembre 2007
Privacy e pubblico impiego: le linee guida del Garante, 10 luglio 2007
Chiarimenti sullo spamming anche via fax, newsletter 294 del 30 agosto 2007
"Guida pratica e misure di semplificazione per le piccole e medie imprese", 22 giugno 2007, (html e pdf, 649 K)
"Linee guida del Garante per posta elettronica e internet" , 5 marzo 2007
Lavoro: le linee guida del Garante per posta elettronica e internet, 5 marzo 2007
Maggiori garanzie sul posto di lavoro: le linee guida del Garante privacy, 13 dicembre 2006
Cos’è il "Garante per la protezione dei dati personali"?

Il Garante per la protezione dei dati personali  è organo collegiale costituito da quattro membri, eletti due dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica con voto limitato. Essi eleggono nel loro ambito un presidente, il cui voto prevale in caso di parità. I membri sono scelti tra persone che assicurino indipendenza e che siano esperti di riconosciuta competenza delle materie del diritto o dell’informatica, garantendo la presenza di entrambe le qualificazioni.

Compiti del Garante

controllo della conformità dei trattamenti di dati personali a leggi e regolamenti e la segnalazione ai titolari o ai responsabili dei trattamenti delle modifiche da adottare per conseguire tale conformità;
esame delle segnalazioni, dei ricorsi e dei reclami degli interessati;
adozione dei provvedimenti previsti dalla normativa in materia tra cui, in particolare, le autorizzazioni generali per il trattamento dei dati sensibili;
promozione, nell’ambito delle categorie interessate, della sottoscrizione dei codici di deontologia e di buona condotta;
divieto, in tutto od in parte, ovvero il blocco del trattamento di dati personali quando per la loro natura, oppure per le modalità o gli effetti di tale trattamento, vi sia il rischio concreto di un rilevante pregiudizio per l’interessato;
segnalazione al Governo dei provvedimenti normativi di settore, la cui adozione si manifesti opportuna, e la formulazione dei pareri richiesti dal Presidente del Consiglio o da ciascun ministro in ordine ai regolamenti ed agli atti amministrativi inerenti alla materia della protezione dei dati personali;
predisposizione di una relazione annuale sull’attività svolta e sullo stato di attuazione della legge e la sua trasmissione al Parlamento e al Governo;
partecipazione alle attività comunitarie ed internazionali di settore, quale componente delle autorità comuni di controllo previste da convenzioni internazionali (Europol, Schengen, Sistema informativo doganale);
controllo, anche a richiesta degli interessati, sui trattamenti dei dati personali effettuati da forze di polizia e dai servizi di informazione e di sicurezza;
l’indicazione degli accorgimenti da adottare nell’uso dei dati "semi-sensibili" (cd. prior checking, introdotto dal d.lg. n. 467/2001).
Cosa sono i dati personali?

L’articolo 4, punto b) del Codice recita: "dato personale è qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente od associazione, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale". In pratica qualsiasi informazione (che non sia pubblica o anonima) è un dato personale.

Cosa sono i dati particolari, sensibili e giudiziari?

I dati particolari sono il sottoinsieme dei dati personali formati da dati sensibili e dati giudiziari.
I "dati sensibili" sono i dati personali idonei a rivelare l'origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale.
I "dati giudiziari" sono i dati personali relativi al casellario giudiziale, alle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichi pendenti, o che rivelano la qualità di imputato o di indagato.

Cosa prevede, in sintesi, la legge sulla Privacy per le aziende che trattano i dati?

Il Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato una breve sintesi  dei contenuti del "Codice in materia di protezione dei dati personali".
In pratica chiunque tratti dati personali (azienda, professionista, privato) di terzi deve adottare una serie di misure volte a garantire i diritti di tali terzi (sicurezza e riservatezza dei propri dati personali). Le principali tra queste misure ci sono: informativa, consenso, notificazione, adozione di misure di sicurezza, riscontro del diritto di accesso.

Informativa

L’articolo 13 del Codice richiede di informare l'interessato (persona fisica o giuridica) di cui si trattano i dati in relazione alle finalità e modalità dei trattamenti, ai diritti di cui si gode in relazione a tali trattamenti, all’identità dell’ente (il titolare) che tratta i dati. L’informativa è obbligatoria per qualsiasi trattamento di dati personali ma può essere fornita in varie modalità (per iscritto, per telefono, oralmente).

Consenso

L’articolo 23 del Codice prevede che il trattamento di dati personali da parte di privati o di enti pubblici economici è ammesso solo con il consenso espresso dell'interessato. Tuttavia il consenso è manifestato in forma scritta solo quando il trattamento riguarda dati sensibili.

Notificazione

La notificazione è l’atto con cui l’impresa, il professionista o la pubblica amministrazione segnala all’Autorità i trattamenti di dati che intende effettuare. La notifica dovrà essere effettuata solo in particolari casi di trattamento di dati sensibili (specie se sanitari) con determinate modalità d’uso, ma anche per trattamenti particolarmente a rischio, effettuati con strumenti elettronici, nel campo della profilazione dei consumatori, oppure in relazione a procedure di selezione del personale e ricerche di marketing, nonché in ipotesi di utilizzo di informazioni commerciali e relative alla solvibilità.

Misure di sicurezza

Articolo 31: misure di sicurezza

I dati personali oggetto di trattamento sono custoditi e controllati, anche in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico, alla natura dei dati e alle specifiche caratteristiche del trattamento, in modo da ridurre al minimo, mediante l'adozione di idonee e preventive misure di sicurezza, i rischi di distruzione o perdita, anche accidentale, dei dati stessi, di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta.

Articolo 34: misure minime di sicurezza in caso di trattamenti con strumenti elettronici

autenticazione informatica;
adozione di procedure di gestione delle credenziali di autenticazione;
utilizzazione di un sistema di autorizzazione;
aggiornamento periodico dell'individuazione dell'ambito del trattamento consentito ai singoli incaricati e addetti alla gestione o alla manutenzione degli strumenti elettronici;
protezione degli strumenti elettronici e dei dati rispetto a trattamenti illeciti di dati, ad accessi non consentiti e a determinati programmi informatici;
adozione di procedure per la custodia di copie di sicurezza, il ripristino della disponibilità dei dati e dei sistemi;
tenuta di un aggiornato documento programmatico sulla sicurezza;
adozione di tecniche di cifratura o di codici identificativi per determinati trattamenti di dati idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale effettuati da organismi sanitari.
Articolo 35: misure minime di sicurezza in caso di trattamenti senza l'ausilio di strumenti elettronici;  
aggiornamento periodico dell'individuazione dell'ambito del trattamento consentito ai singoli incaricati o alle unità organizzative;
previsione di procedure per un'idonea custodia di atti e documenti affidati agli incaricati per lo svolgimento dei relativi compiti;
previsione di procedure per la conservazione di determinati atti in archivi ad accesso selezionato e disciplina delle modalità di accesso finalizzata all'identificazione degli incaricati.

mercoledì 21 agosto 2013

BOLOGNA: L'UNIVERSITÀ PIÙ ANTICA DEL MONDO


L'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna (UNIBO) (già Università degli Studi di Bologna) è la più antica università del mondo occidentale.
Nonostante i primi veri statuti universitari risalgano al 1317, una fiorente scuola giuridica esisteva già dall'XI secolo: gli storici infatti sono concordi nel ritenere che l'anno della fondazione sia il 1088, data fissata, in occasione dell'ottavo centenario, da una commissione presieduta da Giosuè Carducci; il fondatore è considerato universalmente Irnerio, morto nel 1125.


VIDEO :  http://youtu.be/aPaWHNhb8W0


L'origine dell'Università di Bologna è attribuita all'anno 1088, data convenzionale fissata da un comitato di storici guidato da Giosuè Carducci.

L'Istituzione che noi oggi chiamiamo Università inizia a configurarsi a Bologna alla fine del secolo XI quando maestri di grammatica, di retorica e di logica iniziano ad applicarsi al diritto.
I primi studiosi di cui si ha documentazione sono Pepone e Irnerio, quest'ultimo definito dai posteri "lucerna iuris". Con la consulenza di quattro doctores ritenuti suoi allievi, Federico I promulga nel 1158 la Costitutio Habita con cui l'Università diventa, per legge, un luogo in cui la ricerca si sviluppa indipendentemente da ogni altro potere.

Dal XIV secolo alle scuole dei giuristi si affiancano quelle dei cosiddetti "artisti", studiosi di medicina, filosofia, aritmetica, astronomia, logica, retorica e grammatica. Dal 1364, viene istituito anche l'insegnamento di teologia.
A Bologna trascorrono periodi di studio Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Guido Guinizelli, Cino da Pistoia, Cecco d'Ascoli, Re Enzo, Salimbene da Parma e Coluccio Salutati.

Nel XV secolo si costituiscono insegnamenti di greco e di ebraico, e nel XVI secolo quelli di "magia naturale", cioè la scienza sperimentale. Il filosofo Pietro Pomponazzi sostiene lo studio delle leggi naturali malgrado le posizioni tradizionaliste della teologia e della filosofia. Una figura rappresentativa di questo periodo è Ulisse Aldrovandi che estende il suo contributo alla farmacopea, allo studio degli animali, dei fossili e di varie meraviglie di natura che raccolse e classificò.
Nel XVI secolo Gaspare Tagliacozzi compie i primi studi di chirurgia plastica. Il periodo aureo della medicina bolognese coincide con l'insegnamento di Marcello Malpighi nel XVII secolo, che ricorre al microscopio per le ricerche anatomiche.
La fama dell'Università di Bologna si propaga, già dal Medioevo, in tutta Europa e diviene meta di ospiti illustri come Thomas Becket, Paracelso, Raimundo de Pegñafort, Albrecht Dürer, san Carlo Borromeo, Torquato Tasso e Carlo Goldoni.
Studiano a Bologna anche Pico della Mirandola e Leon Battista Alberti applicandosi al diritto canonico. Nicolò Copernico vi studia invece diritto pontificio iniziando nel contempo le proprie osservazioni astronomiche.
Con la Rivoluzione Industriale, nel XVIII secolo, l'Università promuove lo sviluppo scientifico e tecnologico. A questo periodo risalgono gli studi Luigi Galvani che, con Alessandro Volta, Benjamin Franklin e Henry Cavendish, è uno dei fondatori dell'elettrotecnica moderna.

Il periodo successivo alla nascita dello stato unitario italiano è per l'Università di Bologna un'epoca di grande rilancio in cui spiccano le figure di Giovanni Capellini, Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Augusto Righi, Federigo Enriques, Giacomo Ciamician, Augusto Murri.
Nel 1888 si celebra l'ottavo centenario dello Studium, evento grandioso che riunisce a Bologna tutte le università del mondo per onorare la Madre delle Università. La cerimonia diviene una festa internazionale degli studi poiché le università riconoscono a Bologna le loro radici, gli elementi di continuità e i comuni ideali di progresso nella tolleranza.
L'Università continuerà a mantenere questa posizione di centralità sulla scena della cultura mondiale fino al periodo tra le due guerre, quando altre realtà iniziano a prendere il sopravvento nel campo della ricerca e della formazione. Essa è dunque chiamata a rapportarsi con le Istituzioni dei Paesi più avanzati intraprendendo un percorso di aggiornamento e crescita. Tra le sfide raccolte con successo, l'Università si impegna in quel confronto con la nuova dimensione europea che condurrà all'innovazione del sistema universitario.
Testo tratto dal sito dell'Università di Bologna


L'Università oggi

Il 18 settembre 1988 in Piazza Maggiore, a Bologna, i rettori di 430 università di tutti i continenti hanno sottoscritto la Magna Charta Universitatum Europaeum in occasione del novecentesimo anniversario dell'università di Bologna, riconosciuta formalmente come l'Alma Mater di tutte le università. La Magna Charta, successivamente sottoscritta da altri 400 rettori, riafferma l'autonomia dell'università, il legame inscindibile tra attività didattica e di ricerca rifiutando i limiti imposti da "ogni frontiera geografica o politica".
Dal 1989 l'Alma Mater, fino ad allora circoscritta all'interno del territorio bolognese, ha dato il via a un progetto di decentramento in Romagna che è anche il più importante mai sviluppato da un'università italiana. Nel 2000 l'Università riconosce particolari forme di autonomia alle sedi romagnole e si costituiscono i poli scientifico didattici di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini.
Nel 1998 l'Università ha inoltre inaugurato una propria sede a Buenos Aires.
Attualmente hanno scelto l'Università di Bologna oltre 83.000 studenti, facendo di questo Ateneo uno dei più  frequentati in Italia.



venerdì 16 agosto 2013

IL VOLONTARIATO IN ITALIA: LA COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII

OGGI, L'TALIA È UN PAESE CON TANTI DIFETTI E MOLTI PROBLEMI, MA DOBBIAMO RICONOSCERE CHE È ANCHE ARTE, STORIA, LETTERATURA, MUSICA E TANTO, DAVVERO TANTO, VOLONTARIATO.
ESISTONO PARECCHIE ASSOCIAZIONI LAICHE E RELIGIOSE (SONO PIÙ DI 32 MILA !!!) CHE SI OCCUPANO DI PROBLEMATICHE CHE LO STATO NON PUÒ/VUOLE AFFRONTARE.
UNA DI QUESTE È LA "COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII" DI CUI ABBIAMO FATTO PARTE PER UN PERIODO, NEL 1999, QUANDO ERAVAMO ANCORA IN ITALIA E PRECISAMENTE IN TOSCANA. UN'ESPERIENZA FORTISSIMA, CON PERSONE VERAMENTE ECCEZIONALI.


La Comunità

La storia, le attività, la vocazione specifica, le persone, il cammino della comunità fondata da Don Oreste Benzi.

L'Associazione "Comunità Papa Giovanni XXIII" opera concretamente e con continuità dal 1973, anno in cui ha aperto la prima casa famiglia, nel vasto ambiente dell'emarginazione e della povertà. Attualmente la Comunità è diffusa in oltre 20 paesi del mondo in tutti i continenti: oltre che in Italia, è presente in Albania, Argentina, Australia, Bangladesh, Bolivia, Brasile, Cile, Cina, Colombia, Croazia, Francia, Georgia, Kenya, India, Israele/Palestina, Moldavia, Olanda, Repubblica di San Marino, Romania, Russia, Spagna, Sri Lanka, Tanzania, Venezuela, Zambia. Ogni giorno siedono alla tavola della Comunità più di 41.000 persone, mentre i membri effettivi dell'Associazione sono circa 1.850. Per svolgere questo impegno sono state create promosse e sostenute ben 26 entità giuridiche diverse in tutto il mondo. Qui il sito ufficiale: http://www.apg23.org/

Ecco un'intervista al successore di Oreste Benzi, Paolo Ramonda, che presenta il nucleo della Comunità: LA CASA FAMIGLIA.  http://www.scatechismo.tv/sca/GuardaScatechismo/09


LA COMUNITÀ SI OCCUPA ANCHE DELLA LOTTA ALLA SCHIAVITÙ DELLA PROSTITUZIONE. SEMPRE PIÙ DILAGANTE.

PROSTITUZIONE: LA TESTIMONIANZA DI NADIA, VENDUTA A 16 ANNI, CHIUSA IN UNA BUIA CANTINA, POI LA STRADA
Il tormento durava fino all'alba perché a casa non potevo tornare con meno di mille euro, pena un massacro, perciò accontentavo i clienti uno dietro l'altro nelle loro auto... finché una notte...

«In Italia sono arrivata a 16 anni. Venduta dai miei familiari». Nadia, rumena, la dice con apparente noncuranza la parola «venduta», ma poi risponde con una smorfia di dolore se le si chiede chi fossero quei familiari, forse i genitori? «Familiari», ripete soltanto. E venduta a chi? «Ad altri parenti che erano già qui in Italia. E che mi hanno rivenduta all'organizzazione criminale di altri rumeni». La promessa era la solita, un lavoro vero e remunerativo, la realtà però Nadia l'aveva presagita subito: «Da come mi avevano vestita e dal fatto che mi avevano destinata a un pub notturno avevo capito... E anche dalle cose terribili che si raccontavano in Romania di ciò che capita alle ragazze che vanno a lavorare in Occidente». E così scopriamo che l'orco - visto da fuori - siamo noi. Scopriamo con vergogna che, mentre qui si racconta di rumeni violenti e criminali, anche in Romania si racconta di italiani ladri di anime. E lei li ha incontrati davvero.
«Siccome non accettavo di prostituirmi, mi hanno chiusa due mesi in una cantina buia a pane e acqua. Ricordo l'odore, la muffa. Poi mi hanno portata sulla strada e stavano sempre in macchina dietro di me a controllare, così ho dovuto iniziare...».
Difficile chiederle del primo cliente, di cosa si prova e di come si riesce a sopravvivere, ma lei non ha remore: «Era sugli 80 anni, o forse 70, insomma, non so, io ne avevo 16 e lo vedevo anziano. Aveva due figlie e mi chiedeva di fare cose schifose». Di lui le resta netto il ricordo: «Sporco, sudato». Tutte le notti il tormento durava fino all'alba, a casa non poteva tornare con meno di mille euro, pena un massacro, e allora il conto dei clienti è presto fatto: «Li accontentavo uno dietro l'altro nelle loro auto, ognuno durava un quarto d'ora e pagava 35 euro». Nessuno disposto a qualche minuto di pietà? A parlare o magari ascoltare? «No, ai clienti interessa esclusivamente il sesso, per loro sei meno di un cane. Solo uno si era sfogato con me e io gli avevo chiesto aiuto, ma in realtà voleva solo che mi prostituissi per lui...».
Dopo tre anni così, Nadia, ormai 19enne, desidera solo una cosa: morire. «Supplicavo Dio di ammazzarmi», invece Dio una notte le manda due uomini molto speciali. La accostano seduti in macchina, uno dei due è corpulento e vestito tutto di nero, l'altro più mingherlino le fa meno paura. Tirano giù il finestrino e, «anziché il solito 'quanto costi?', mi chiedono con un sorriso 'quanto soffri?'. All'istante ho deciso di seguirli: se erano uomini buoni avrei ringraziato il buon Dio, se erano criminali magari morivo, ma era meglio che continuare così». Il mingherlino era don Aldo Bonaiuto, oggi tra i responsabili anti-tratta della Giovanni XXIII, l'altro era don Oreste Benzi in persona. «Mi hanno portata in una comunità e solo dopo due giorni ho realizzato che ero davvero salva. Era una cosa meravigliosa ». Lì comincia il programma di recupero, quello che lei chiama «la rianimazione », e tutti sono intorno a lei per proteggerla dai suoi aguzzini, inviperiti per aver perso una schiava preziosa, ma ancor più da se stessa: «Mi hanno restituito la capacità di credere in me, io non ero più quello che mi avevano fatto fare, ero di nuovo Nadia!».
Che oggi si sta laureando e presto si sposerà con il suo fidanzato italiano. Va in giro a testimoniare perché «chi dice che le prostitute sono volontarie deve sapere che cosa accade in realtà», ma non ha mai accompagnato don Benzi sulla strada a parlare alle ragazze e nemmeno don Aldo, non ancora almeno, «è doloroso tornare sul marciapiede, seppure in modo così diverso... Ma prima o poi lo farò».
Perché c'è un ricordo che ancora scava la sua anima, ed è proprio l'indifferenza dei passanti: «Il sabato sera dalle macchine i giovani con le loro fidanzate mi gridavano insulti, sputavano, ridevano di me, e io desideravo tanto andare come loro al bar, in discoteca a ballare, avere degli amici, studiare, vivere, e mi chiedevo: ma perché io devo essere una schiava? Perché non posso vivere? Volevo solo i miei sedici anni...».
 
Fonte: Avvenire, 10/07/2012


domenica 11 agosto 2013

COPPA DEL MONDO DI SCACCHI

COMINCIA TRA POCHI MINUTI LA CHESS WORLD CUP 2013 IN NORVEGIA.

Sette dei primi dieci giocatori al mondo, trentotto “2700 e ottantotto “2600, questi sono i numeri impressionanti della World CUP 2013, che si disputerà in Tromso (Norvegia) dall’11 agosto al 3 settembre. Le prime Teste di Serie della competizione sono Aronian, Caruana e Kramnik con l’armeno ed il russo che, in base ai nuovi regolamenti del Ciclo Mondiale, partecipano anche per assicurarsi la qualificazione per rating al Torneo dei Candidati. Oltre al prestigio ed al lauto Montepremi (1.600.000 $), il torneo assegna ai due Finalisti della competizione due posti nel prossimo Torneo dei Candidati.



QUESTA COMPETIZIONE CHE VEDE TANTISSIMI FORTI GIOCATORI (MANCANO SOLO CARLSEN E ANAND) SI CONCLUDERÀ IL 3 SETTEMBRE  CON IL VINCITORE CHE USCIRÀ DOPO CHE 128 GIOCATORI SI SARANNO DATI BATTAGLIA SULLA SCACCHIERA, POTENDO COSÌ PARTECIPARE AL TORNEO DEI CANDIDATI PER LA SFIDA MONDIALE AL CAMPIONE DEL MONDO (ANAND O CARLSEN APPUNTO).

IVANCHUK E GIRI SI ALLENANO TRA                                                       UN DRINK E L'ALTRO...


DIECI GIORNI DOPO LA CONCLUSIONE DI QUESTO TORNEO, CI SARÀ A BRASILIA, IL TORNEO DI SELEZIONE PER IL CAMPIONATO MONDIALE UNDER 16 A CUI PARTECIPERÀ ANCHE HÉLÈNE. GRANDE SODDISFAZIONE PER TUTTI NOI CHE L'ABBIAMO VISTA CRESCERE, SCACCHISTICAMENTE E NON... INSIEME A HÉLOISE.




HÉLÈNE E HÉLOISE NELL'ULTIMO TORNEO VINTO


















VI LASCIO ORA ALLA STORIA DELLA WORLD CUP

Una competizione giovane che, pur tra mille polemiche e aggiustamenti, sa entusiasmare.

Quinta edizione per la World Cup che finora si è tenuta a intervalli regolari di due anni. Il formato (un grande evento ad eliminazione diretta) è mutuato dai Campionati del Mondo 1998-2004. L’esperienza di questi “Campionati del Mondo” fu quasi del tutto negativa, i Campioni laureati non avevano credibilità, troppo aleatorio un singolo torneo con mini-match. Apparve più sensato proporre una simile manifestazione come prova di selezione di un Campionato del Mondo.
La World Cup come fase importante del Ciclo Mondiale nasce nel 2005. La FIDE decide di avviare un nuovo ‘format’ per arrivare al titolo di Campione del Mondo. Decisivo risulta l’abbandono delle scena scacchistica di Garry Kasparov all’inizio del 2005, questo nuovo “format” è di fatto un “dopo-Kasparov”. Nel settembre 2005 si disputa il Mondiale a San Luis, che laurea Veselin Topalov Campione del Mondo; per procedere alla riunificazione del titolo è necessario un successivo match Topalov-Kramnik, ad Elista nel 2006, che vede la vittoria di Vladimir Kramnik.
La prima World Cup, valida per il Ciclo Mondiale 2005-07, si svolge a Khanty-Mansiysk in Russia, un luogo veramente “privilegiato” nelle scelte FIDE per eventi ad alto livello, dal 26 novembre al 18 dicembre 2005. Il compito è quello di contribuire a definire il lotto dei Candidati per il Torneo Mondiale che si terrà nel 2007 a Mexico City e che verrà vinto da Anand.
Il “format” è quello che verrà poi mantenuto sinora: 128 giocatori (quindi 64 scacchiere, il “numero magico” degli scacchi è rispettato) si affronteranno in mini-match ad eliminazione diretta fino ad arrivare ad una finale che in questa occasione ha visto come protagonisti Aronian e Ponomariov, con l’Armeno che vince ai tie-breaks rapid. Il giocatore con Elo più elevato era Ivanchuk, 2748, ma Vassily viene sorprendentemente battuto al secondo turno da un giovane conosciuto soprattutto che essere il “secondo” di Topalov, Ivan Cheparinov. Il Chepa si andrà poi a schiantare contro un Carlsen non ancora 15enne e a sua volta Magnus sarà estromesso da Bareev, giungendo decimo (risultato di una certa importanza perché in questa edizione della World Cup erano ben dieci i posti a disposizione per accedere ai Candidati). Levon Aronian con questo successo entra prepotentemente e definitivamente nel “Gotha” scacchistico mondiale.
Anche nel 2007 si torna a Khanty-Mansiysk, sempre nello stesso periodo. Continuano le polemiche sul Ciclo Mondiale: Gelfand, Leko e Morozevich non partecipano per le continue oscillazioni della FIDE nella gestione del Mondiale.
N° 1 del tabellone ancora Ivanchuk, 2787. La finale ora prevede quattro partite a cadenza classica e Gata Kamsky supera Alexei Shirov per 2.5 a 1.5; Aronian era stato estromesso da Jakovenko negli Ottavi di Finale; Carlsen arriva stavolta fino alle Semifinale ma viene superato da Kamsky. Siamo ancora in un periodo di assestamento: Kamsky grazie a questa vittoria ottiene il diritto di sfidare Topalov nel “Challenger Match” che avrebbe poi designato lo sfidante di Anand nel Mondiale 2010. Kamsky verrà sconfitto da Topalov, ma potrà consolarsi ottenendo in virtù di questo risultato almeno l’immediata qualificazione ai Match dei Candidati per il Mondiale 2012 in cui Anand batterà Gelfand.
Più o meno lo stesso format anche per l’edizione 2009, con la curiosità dei tie-breaks: ben quattro rapid e addirittura fino a cinque paia di blitz (in quest’ultimo caso chi si trova in vantaggio dopo una coppia di blitz disputati passa il turno). Sede di gioco sempre Khanty-Mansiysk, solito periodo. Elo più alto in comproprietà di Gashimov e Gelfand, 2758 punti; Anand, Topalov e Aronian non partecipano perché già qualificati ai Candidati del Ciclo 2009-11; Carlsen, Kramnik ed altri Top Players preferiscono partecipare al SuperTorneo di Londra.

La stravaganza della formula di spareggio viene subito messa in luce nel primo turno, quando Akobian e Tregubov sono “costretti” a giocare ben 16 partite (due classiche, quattro rapid e dieci blitz) prima che Akobian riesca ad imporsi (evitando l’ulteriore armageddon): finiscono all’una di notte e in mattinata il vincitore è atteso da Ponomariov…

Nel secondo turno strage di Top Players: Morozevich battuto da Laznicka, Radjabov da Sakaev, Ivanchuk da Wesley So, quest’ultimo (16 anni) diventa la “mascotte” del torneo quando batte anche Kamsky nel terzo turno. Sempre nel terzo turno da ricordare la “sbadataggine” di Wang Yue e Li Chao che non rispettano l’orario d’inizio della loro seconda partita rapid, rispettivamente contro Bacrot e Gashimov, perdono a forfait e non riusciranno più a recuperare. Nel quarto turno abbandona il campo anche Fabiano Caruana, battuto da Gashimov, dopo che nei turni precedenti Fabiano aveva superato gente come Dominguez e Alekseev che all’epoca lo sovrastavano per Elo.
Si procede fino alla Finale con Gelfand e ancora una volta Ponomariov: dopo aver pareggiato il match sulle quattro partite a cadenza classica e nelle quattro Rapid, Gelfand s’impone per 3 a 1 nelle Blitz. Il percorso mondiale di Boris sarà ancora lungo, visto che supererà lo scoglio dei Match dei Candidati e si qualificherà per il Match Mondiale, dove verrà sconfitto da Anand nel 2012.
L’edizione del 2011, ancora a Khanty, dà una aggiustatina ai tie-breaks: al posto dell’orrenda formula del 2009, si disputano due rapid da 25, poi eventualmente due da 10 e due blitz da 5, il tutto con incrementi vari; se ancora il punteggio è in equilibrio allora armageddon. Si passa da una durata massima dei tiebreaks di cinque ore (!) a una di due ore. Top Player per Elo, Sergey Karjakin, 2788. Ben tre posti disponibili per i Candidati. Fabiano Caruana è già competitivo, ma viene fermato da Svidler al terzo turno. Tra le vittime più celebri del terzo turno anche Mamedyarov superato dal 18enne ucraino Yaroslav Zherebukh. Judit Polgar batte uno dopo l’altro Movsesian, Karjakin e Dominguez, prima di fermarsi contro un Svidler in stato di grazia che in Semifinale batte lo “specialista di tornei KO” Ponomariov. Ivanchuk meglio del solito, viene fermato in Semifinale da Grischuk. Quindi un’importante finale per il 3°-4° posto (valida per designare il terzo Candidato) si svolge tra i due Ucraini ed Ivanchuk si impone. Finalissima tra Svidler e Grischuk, anche loro connazionali e grandi amici. Entrambi questi match si risolvono per 2.5 a 1.5, quindi senza ricorrere alle cadenze veloci. Le speranze dei qualificati della World Cup 2011 si infrangeranno contro Magnus Carlsen, vincitore dei Match dei Candidati e sfidante di Anand nell’imminente Campionato Mondiale.

Questo il link per seguire le partite in diretta: http://www.chessdom.com/chess-world-cup-2013-live/