venerdì 10 gennaio 2014

BASILICA DI SAN PAOLO FUORI LE MURA

Molti turisti, o meglio pellegrini che visitano Roma, seguono il cammino delle sette chiese.
La Via delle Sette Chiese è un pellegrinaggio a piedi praticato già precedentemente, ma formalizzato e rivitalizzato da San Filippo Neri.
Nella sua forma originaria esso consiste in un percorso ad anello di 20 km circa che tocca le principali chiese di Roma all'epoca in cui visse il santo:
San Pietro in Vaticano
San Paolo fuori le mura
San Giovanni in Laterano
San Lorenzo fuori le mura
Santa Maria Maggiore
Santa Croce in Gerusalemme
San Sebastiano fuori le mura

Oggi conosciamo insieme, dopo aver già parlato della basilica più famosa al mondo, di San Paolo fuori le mura...



La Basilica di San Paolo fuori le Mura è una delle quattro basiliche papali di Roma, la seconda più grande dopo quella di San Pietro.
La chiesa si erge sul luogo che la tradizione indica come quello della sepoltura dell’apostolo Paolo.
Qui i primi cristiani eressero una cappella sepolcrale successivamente trasformata in basilica da Costantino e consacrata, sempre secondo la tradizione, nel 324 da papa Silvestro I.
Già nel 385 si dette inizio alla ricostruzione in forme più ampie del tempio, terminata nel 395 al tempo dell’imperatore Onorio.
Divenuta una delle tappe più importanti del pellegrinaggio a Roma, la sua forma attuale si deve a Pasquale Belli che, in collaborazione con altri architetti, la ricostruì tra il 1825 e il 1854.
Da 1.300 anni, i monaci benedettini vivono presso la Basilica di San Paolo a Roma, dove si conservano le sue spoglie  mortali e cosa ancora più importante, dove si cerca ispirazione dal suo insegnamento e dalla sua vita di santità.
Paolo ha insegnato al mondo come conoscere Gesù Cristo e riconoscerlo come punto centrale della vita: “per me infatti il vivere è Cristo e morire un...” (Fil 1,21). San Benedetto, nel sesto secolo, scrisse la sua Regola per i monaci, cercando di esprimere la  propria esperienza come monaco. Formato dalla lectio divina delle sacre Scritture e dalla già esistente tradizione monastica, nel contesto della cultura romana, Benedetto ha lasciato al mondo un modo di vivere che ha contribuito notevolmente alla creazione della civiltà cristiana di tutti i secoli seguenti fino ai nostri giorni.
I monaci di San Paolo continuano oggi a cercare Dio che è sempre presente, nella contemplazione della sua Parola nella liturgia, nella lettura, e nella graduale trasfigurazione del cuore umano per mezzo della disciplina dei voti di stabilità, conversatio morum e obbedienza, e nel servizio quotidiano ai pellegrini presso la tomba di San Paolo.

Cristo è il nostro cuore, san Paolo e san Benedetto i nostri insegnanti. Nelle parole del primo sappiamo che assolutamente niente “potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8,39) e per questo che San Benedetto, può aggiungere, parlando dei monaci: “nulla assolutamente antepongano a Cristo” (RB 72,11).

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