venerdì 11 aprile 2014

IL PIÙ GRANDE POEMA MAI SCRITTO: LA DIVINA COMMEDIA

CON UN MIO STIMATO ALUNNO, STIAMO AFFRONTANDO LA LETTURA DELLA DIVINA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI.
UN POEMA ISPIRATO DAL CIELO, COME DICE LO STESSO AUTORE. LE RIPERCUSSIONI DI QUEST'OPERA SONO STATE ENORMI: LA STESSA STRUTTURA DELL'ALDILÀ, CON LE SUE SUDDIVISIONI, È STATA USATA DALLA CHIESA PER QUASI SETTECENTO ANNI !!
MA ANCHE ARTE, MUSICA, LA STESSA LINGUA ITALIANA FANNO SEMPRE RIFERIMENTO AI VERSI DEL POETA TOSCANO.
TRADOTTA IN TUTTE LE LINGUE DEL MONDO È UN'OPERA IMMORTALE; UNA BELLEZZA INFINITA... UNA GIOIA LUMINOSA, LA SUA LETTURA.





QUI LA PROSECUZIONE DEL VIDEO PRECEDENTEhttp://youtu.be/BmEtkYnTF-o


LA DIVINA COMMEDIA.
Dante iniziò la composizione della Commedia durante l’esilio, probabilmente intorno al 1307. La cronologia dell’opera è incerta, ma si ritiene che l’Inferno sia stato concluso intorno al 1308, il Purgatorio intorno al 1313, mentre il Paradiso sarebbe stato portato a termine pochi mesi prima della morte, nel 1321.
Il titolo originale è Commedia, o meglio Comedìa, secondo la definizione dello stesso Dante; l’aggettivo Divina fu aggiunto dal Boccaccio nel Trattatello in laude di Dante (metà del XIV sec.).
È un poema didattico-allegorico, scritto in endecasillabi e in terza rima. Racconta il viaggio di Dante nei tre regni dell’Oltretomba, guidato dapprima dal poeta Virgilio (che lo conduce attraverso Inferno e Purgatorio) e poi da Beatrice (che lo guida nel Paradiso).
L’opera si propone anzitutto di descrivere la condizione delle anime dopo la morte, ma è anche allegoria del percorso di purificazione che ogni uomo deve compiere in questa vita per ottenere la salvezza eterna e scampare alla dannazione. È anche un atto di denuncia coraggioso e sentito contro i mali del tempo di Dante, soprattutto contro la corruzione ecclesiastica e gli abusi del potere politico, in nome della giustizia.

Il viaggio allegorico
La Commedia è il racconto di un viaggio, che ha un significato letterale e un altro allegorico. Il significato letterale è quello del viaggio di un uomo, Dante, che la notte del 7 aprile (o 25 marzo) dell’anno 1300 si smarrisce in una selva, dove incontra alcune belve feroci e viene poi soccorso dall’anima del poeta Virgilio, che lo conduce attraverso i tre regni dell’Oltretomba. Questo viaggio ha la funzione di illustrare al lettore la condizione delle anime post mortem, come Dante stesso chiarisce nell’Epistola XIII a Cangrande della Scala, e si svolge nella settimana santa dell’anno in cui papa Bonifacio VIII indisse il primo Giubileo della Chiesa cristiana, cioè dall’8 al 14 aprile del 1300.


Il viaggio ha però anche un significato allegorico, ovvero quello di un percorso di purificazione morale e religiosa che ogni uomo può e deve compiere in questa vita per ottenere la salvezza eterna. In questa luce i vari personaggi del poema possono avere un doppio significato, letterale (o storico) e allegorico: Dante è ad esempio il poeta fiorentino nato nel 1265 e autore della Vita nuova (senso letterale), ma è anche ogni uomo (senso allegorico); Virgilio è il poeta latino autore dell’Eneide, ma anche la ragione naturale degli antichi filosofi in grado di condurre ogni uomo alla felicità terrena; Beatrice è la donna amata da Dante e morta a Firenze nel 1290, ma è anche la teologia rivelata e la Grazia divina in grado di condurre ogni uomo alla felicità eterna.
È allora evidente che Virgilio, allegoria della ragione umana, può guidare Dante solo fino al Paradiso Terrestre posto in vetta al monte del Purgatorio, che è a sua volta allegoria della felicità terrena e del possesso delle virtù cardinali (prudenza, fortezza, temperanza e giustizia), mentre sarà Beatrice a guidare Dante fino al Paradiso Celeste, allegoria della felicità eterna e del possesso delle virtù teologali (fede, speranza e carità). La lettura del poema deve tenere conto di questa interpretazione, chiamata da Auerbach «figurale», altrimenti si rischia di non comprendere buona parte del suo significato di fondo.

Quanto alla lingua, Dante si serve del volgare fiorentino già usato nelle precedenti opere, benché ricorra anche a latinismi, francesismi, provenzalismi e prestiti da varie altre lingue (c’è chi ha visto persino vocaboli di origine araba, mentre i versi 140-147 del Canto XXVI del Purgatorio sono in pura lingua d’oc). Dante ricorre talvolta a linguaggi strani e incomprensibili (le parole di Pluto, quelle di Nembrod nell’Inferno), mentre altrove conia degli arditi neologismi (specialmente nel Paradiso). Questo ha portato gli studiosi a parlare di plurilinguismo e pluristilismo della Commedia, il che differenzia Dante da Petrarca e dai poeti dell’Umanesimo e del Rinascimento, che preferiranno alla sua una lingua più «pura» e regolare.

Dante personaggio-poeta
Dante (diminutivo di Durante) nacque a Firenze, in una data compresa tra il 14 maggio e il 13 giugno del 1265. Il padre, Alagherio di Bellincione, apparteneva a una famiglia della piccola nobiltà cittadina, da tempo decaduta economicamente; la madre era Bella degli Abati.

Nel 1277 Dante fu promesso sposo a Gemma Donati, della famiglia cui facevano parte i Guelfi di parte Nera. Il matrimonio, combinato per ragioni di interesse, si celebrò forse nel 1285 e dall’unione nacquero 3 o 4 figli, tra cui Pietro e Jacopo, i primi commentatori della Commedia.
Poco sappiamo della sua formazione culturale, ma di sicuro ebbe come maestro Brunetto Latini, autore del Trésor e del Tesoretto. In un periodo imprecisato fu a Bologna, dove studiò (forse medicina) all’Università cittadina.
Nel 1283, a diciotto anni, Dante incontrò nuovamente Beatrice, da identificare forse, con una Bice figlia di Folco Portinari; il primo incontro era avvenuto a nove anni. In quel periodo iniziò a scrivere poesie, dapprima ispirandosi a Guittone d’Arezzo e ai «siculo-toscani», poi accostandosi allo Stilnovo. Diventò molto amico di Guido Cavalcanti, nonché di Lapo Gianni e Dino Frescobaldi, tutti appartenenti alla cerchia stilnovista.
Nel 1290 (8 giugno) morì Beatrice. Gli anni seguenti videro, da un lato, la sistemazione delle poesie giovanili nella Vita Nuova, dall’altro un periodo di «traviamento» morale, che coincise con l’inizio di severi studi filosofici. In quel periodo Dante compose poesie di stile «comico», come la «Tenzone» con Forese Donati, nonché le Rime petrose, dedicate a una donna Petra antitetica rispetto alla donna-angelo dello stilnovo.
Un’ulteriore considerazione va fatta però sul duplice ruolo svolto da Dante nel famoso poema, essendo al tempo stesso protagonista del viaggio da lui narrato (e che lui descrive come realmente e fisicamente avvenuto in un tempo storico ben preciso) e poeta chiamato a raccontare in versi l’esperienza affrontata. Dante chiarisce in più di un passo del poema che a lui è toccato un privilegio eccezionale, quello di visitare da vivo i tre regni dell’Oltretomba e di tornare sulla Terra per riferire con esattezza tutto quello che ha visto: è una missione straordinaria, cui lui è chiamato in virtù dei suoi meriti di letterato e poeta, rendendolo simile ad Enea e san Paolo già protagonisti di esperienze analoghe.
A questo proposito è importante ciò che lo stesso Dante sottolinea a più riprese nel corso del viaggio, non solo cioè l’assoluta veridicità delle cose viste e narrate, ma anche l’oggettiva difficoltà di spiegare con parole umane quel che di non umano e di ultraterreno ha visto. Per fare questo, Dante avrà bisogno dell’assistenza e dell’aiuto di Dio, perciò la Commedia è un libro «ispirato», scritto materialmente da Dante ma sotto la «dettatura» della Grazia divina che lo ha incaricato di questo compito straordinario. La Commedia diventa quindi una sorta di nuova Bibbia, ed è Dante stesso a definirla poema sacro, sacrato poema, al quale hanno collaborato e Cielo e terra: in questo senso l’autore può ben aspettarsi la fama eterna, anche per l’assoluta novità della materia da lui trattata (nessuno prima di lui aveva toccato tali argomenti in modo così innovativo).

Ultimamente uno scrittore di fama mondiale Dan Brown, ha scritto un romanzo "Inferno", con molti riferimenti a Dante e alla sua commedia, descrivendo la Firenze attuale in modo molto preciso. La traduzione in italiano è ottima e per una lettura leggera, può essere una buona opzione e speriamo anche un invito a leggere Dante e visitare la bellissima Firenze, città natale del padre della lingua italiana.

Buona lettura a tutti... 



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