domenica 28 luglio 2013

Giornata Mondiale della Gioventù: il papa a Rio de Janeiro

Si è appena conclusa la GMG a Rio de Janeiro. Il papa ha ribadito alcuni concetti primitivi della chiesa cattolica: ritornare alle origini del messaggio di Cristo, in una chiesa povera e al servizio degli altri, così come Gesù è venuto a servire l'uomo per insegnarci la Carità gli uni verso gli altri...

                Il papa che si porta la borsa: "Non devo essere servito: sono io il servitore..."


Alla presenza delle autorità dell'America Latina e milioni di giovani, tra cui anche Heloise e Hélène, il pontefice ha parlato in un "maccheronico" portoghese...

Riportiamo il tema centrale della prima omelia a Rio di papa Francesco:

"... Oggi, in vista della Giornata Mondiale della Gioventù mi ha portato in Brasile, anch'io vengo a bussare alla porta della casa di Maria - che amò e allevò Gesù - perché ci aiuti, tutti noi, pastori del popolo di Dio, genitori ed educatori, a trasmettere ai nostri giovani i valori che possano renderli artefici di una nazione e di un mondo più giusto, fraterno e solidale.
Per fare questo, vorrei sottolineare tre semplici atteggiamenti: 1) mantenere la speranza 2) lasciarsi sorprendere da Dio 3) vivere con gioia.
1) Mantenere la speranza. La seconda lettura della Messa presenta una scena drammatica: una donna - figura femminile di Maria e della Chiesa - viene inseguita da un drago - il demonio - che vuole divorare suo figlio. Non è però una scena di morte ma di vita, perché Dio interviene e mette il bambino al sicuro (cfr Ap 12, 13a-16.15-16a). 
Quante difficoltà nella vita di ciascuno, tra la nostra gente, le nostre comunità. Ma, per quanto grandi possano essere, Dio mai lascia che affondiamo. Di fronte alla delusione che potrebbe avere nella vita chi lavora nella evangelizzazione o chi si sforza di vivere la fede come padri e madri, vorrei dire a voce alta: abbiate sempre nel cuore la certezza che Dio cammina al vostro fianco, in nessun momento vi abbandona. 
Mai perdere la speranza. Mai lasciarla spegnere nei nostri cuori. Il "drago", il male, esiste nella nostra storia, ma non è il più forte. Il più forte è Dio, e Dio è la nostra speranza. Certamente oggi, tutti, anche i nostri giovani, sentiamo il suggerimento di molti idoli che vengono messi al posto di Dio e sembrano dare speranza: il denaro, il successo, il potere, il piacere. Spesso si fa strada nel cuore di molti un senso di solitudine e di vuoto, e porta a cercare compensazione in questi idoli passeggeri. 
Cari fratelli e sorelle, siamo luci di speranza. Manteniamo una visione positiva della realtà. Incoraggiamo la generosità che caratterizza i giovani, cerchiamo di aiutarli ad essere protagonisti nella costruzione di un mondo migliore: sono un potente motore per la Chiesa e per la società. Essi non hanno solo bisogno di cose. Hanno bisogno soprattutto che vengano proposti loro questi valori intangibili che sono il cuore spirituale di un popolo, la memoria di un popolo. 
Quasi lo possiamo leggere in questo santuario, che è parte della memoria del Brasile: spiritualità, generosità, solidarietà, perseveranza, amicizia, gioia, sono valori che hanno le loro radici più profonde nella fede cristiana.
2) Il secondo atteggiamento: lasciarsi sorprendere da Dio. Chi è uomo, donna di speranza - la grande speranza che ci dà la fede - sa che Dio agisce e ci sorprende anche in mezzo alle difficoltà. E la storia di questo santuario è un esempio: tre pescatori, dopo una giornata sterile, senza avere pescato nulla nelle acque del Rio Parnaíba, hanno trovato qualcosa di inaspettato: l'immagine di Nostra Signora della Concezione. Chi avrebbe potuto immaginare che il luogo di una pesca infruttuosa sarebbe diventato il luogo dove tutti i brasiliani possono sentirsi figli della stessa madre? Dio non smette di stupire, come con il vino nuovo del Vangelo che abbiamo appena ascoltato. Dio riserva il meglio per noi. Però ci chiede di lasciarsi sorprendere dal suo amore, che noi accogliamo le sue sorprese. 
Confidiamo in Dio. Altrimenti, il vino della gioia, il vino della speranza si esaurisce. Se ci avviciniamo a lui, se restiamo con lui, quello che sembra acqua fredda, ciò che è difficile, ciò che è il peccato, diventa il vino nuovo di amicizia con lui. 
3) Il terzo atteggiamento: vivere con gioia. Cari amici, se camminiamo nella speranza, lasciandoci sorprendere dal vino nuovo che Gesù ci offre, già c'è gioia nel nostro cuore e non possiamo smettere di essere testimoni di questa gioia. 
Il cristiano è felice, non triste. Dio è con noi. Abbiamo una madre che sempre intercede per la vita dei suoi figli, per noi.
Gesù ci ha mostrato che il volto di Dio è quello di un Padre che ci ama. Il peccato e la morte sono stati sconfitti. Il cristiano non può essere un pessimista. Non può avere l'aspetto di uno che è in lutto perpetuo. Se amiamo veramente Cristo e sentiamo quanto ci ama, il nostro cuore si "infiammerà" di gioia così tanto da contagiare coloro che vivono intorno a noi. Come ha detto Benedetto XVI: "Il discepolo sa che senza Cristo non c'è luce, non c'è speranza, non c'è amore, non c'è futuro" (Discorso inaugurale della V Conferenza Generale dell'Episcopato dell'America Latina e dei Caraibi, Aparecida, 13 maggio 2007).
Cari amici, siamo venuti a bussare alla porta della casa di Maria. Lei ha aperto, ci ha fatto entrare e ci mostra il suo Figlio. Ora lei ci chiede: "Fate quello che vi dirà" (Gv 2,5). Sì, Madre nostra, ci impegniamo a fare ciò che Gesù ci dice. E lo faremo con speranza, confidando nella sorprese di Dio e pieni di gioia!!"



Speriamo che questa nuova ventata che il papa ha portato da quando è stato eletto, possa essere seguita dai giovani presenti a Rio e da tutti i cristiani nel mondo: facendosi guidare dallo Spirito e lasciando da parte l'ecclesialità pomposa trascinata ormai da molti secoli e rifacendosi sempre più al santo di cui il pontefice porta il nome. 

Appuntamento a Cracovia, in Polonia nel 2016: vedremo in quell'occasione quali strade saranno state seguite...



lunedì 22 luglio 2013

L'ITALIA CHE AFFONDA....

COME MOLTI SANNO, HO LAVORATO PER BEN SETTE ANNI, ALLA FONSAI COME AGENTE ASSICURATIVO. PRIMA DI DIMETTERMI, PER TRASFERIRMI IN BRASILE, LA SITUAZIONE SOCIETARIA ERA GIÀ SCRICCHIOLANTE... ECCO GLI SVILUPPI DELL'AZIENDA, LA CUI PROPRIETÀ APPARTENEVA ALLA FAMIGLIA LIGRESTI !!!

La storia giudiziaria della famiglia Ligresti è iniziata 20 anni fa, con l'arresto di Salvatore Ligresti per corruzione. Il patron ovviamente perse la presidenza del gruppo per "mancanza di requisiti di onorabilità" ma rientrò come "presidente onorario"... Indagini su grandi appalti, accuse di falsificazioni di voci di bilancio, una gestione criminosa di holding, fusioni societarie e speculazioni finanziarie. Ieri mattina li hanno arrestati tutti: padre, tre figli e amministratori delegati di Fonsai. L'accusa di reato è di falso in bilancio aggravato e false comunicazioni di mercato. Sulla scia dei fatti milanesi dell'anno scorso riguardanti la Premafin è partita l'indagine su Fonsai dalle denunce di piccoli azionisti. Il problema principale è questo: c'è un sistema "famiglia" che grazie alla complicità e al coinvolgimento di banche e politici, di finanza e della "cecità" dei controllori Isvap e Consob, riesce a distrarre centinaia e centinaia di milioni, facendo fallire le società che amministra (2 miliardi di perdite ma sempre con buone uscite milionarie per gli amministratori). Anche nell'ultimo tentativo di salvataggio voluto da Mediobanca , tramite una fusione tra "grandi debitori", Fonsai e Unipol, ci hanno rimesso i risparmiatori, gli azionisti che nel 2011 e nel 2012 non hanno ricevuto dividendi , hanno visto perdere il  90% del valore azionario e hanno dovuto subire un’ulteriore esborso per una ricapitalizzazione; senza contare i lavoratori licenziati, quelli che rischiano il posto e ovviamente i gruppi assicurativi che in passato erano considerati grandi eccellenze italiane di contro per la famiglia Ligresti ci sono stati 77 milioni di buonuscita. Molte società intestate alla famiglia sono coinvolte nei lavori dell’Expo 2015. I cittadini chiedono giustizia per il danno economico e morale. Qualcuno in borsa ha commentato che è più difficile perdere soldi nelle assicurazioni che farne eppure i Ligresti ci sono riusciti. Dirò di più: Alberto Nagel, il direttore di Mediobanca interrogato dagli inquirenti ha detto che Don Salvatore aveva minacciato di suicidarsi se la banca non avesse tenuto fede alle promesse da lui pretese. Sarebbe stato bello se anche in altre casi le banche avessero avuto tale attenzione per tutti i cittadini, forse in questo modo di imprenditori e di lavoratori se ne sarebbero suicidati molti meno. 
Alberto Airola


Estate 2012: FONSAI E UNIPOL



ECCO LA TRASCRIZIONE DEL VIDEO:

Nell'estate del 2012 sia Unipol che Fondiaria Sai hanno fatto un aumento di capitale enorme, di dimensioni spropositate. Successivamente agli aumenti di capitale, che hanno bruciato gli investimenti di centinaia di piccoli risparmiatori in pochi giorni, Unipol ha acquistato Fonsai.

Intervista a Marco Piazza e Max Bugani

Max Bugani: Vi vogliamo raccontare una situazione, una storia molto antipatica che si è venuta a creare nel luglio 2012, nel momento in cui Unipol ha acquistato la compagnia assicurativa Fondiaria SAI. Questa colossale operazione, descritta da esperti della finanza come un' operazione dalle tinte cupe, ha fatto perdere tantissimi capitali, in alcuni casi il 100%, investiti dai piccoli e medi azionisti, che ci stanno scrivendo in questi giorni chiedendo di dare voce a ciò che è accaduto.

Marco Piazza: Noi non sappiamo se questa sia un'operazione legale, ma sicuramente quando i cittadini perdono il 99.9% dei loro risparmi è fortemente immorale.

Stefano: Innanzitutto abbiamo assistito a un aumento di capitale, per ricapitalizzare la società in crisi, da parte di Fonsai, la preda dell'operazione Unipol, sproporzionato rispetto alla dimensione dell'azienda. La dimensione, già di per sé é la prima anomalia dell'operazione.

Marco Piazza: L'aumento di capitale è quell'operazione che viene fatta quando una società ha bisogno di soldi freschi. Incamera dei nuovi liquidi per fare operazioni o per ricapitalizzarsi.

Max Bugani: Persone che avevano 100, 200 azioni, ci stanno scrivendo persone che hanno perso 20.000, 30.000, 50.000 euro. Questa mattina ci ha scritto una persona che ha perso 200.000 euro. Nel momento in cui c'è stato l'aumento di capitale, hanno avuto il diritto di opzione ...

Stefano: Esatto. L'azione ante capitale valeva 45 euro. Poi ogni singola azione Fonsai è stata spezzata in due. E' rimasta un'azione ordinaria di un euro, e 44 euro sono stati spostati sul diritto di esercitare l'opzione sull'aumento di capitale. Questo diritto, che poi entra nel mercato e che va in contrattazione, ha subito un deterioramento in pochissimi giorni, si è praticamente azzerato. Questo azzeramento ha portato, per chi non ha venduto in tempo, l'azzeramento del capitale di questi piccoli azionisti.

Marco Piazza: Quando si fanno gli aumenti del capitale le azioni possono raddoppiare o triplicare. In questo caso è aumentato di 252 volte il numero di azioni. Quando c'è un aumento di capitale la torta viene divisa in più parti, quindi ci saranno più azionisti e il titolo normalmente cala. Se cala un po' quando si fa un aumento di capitale normale, pensate di quanto può calare il titolo con un aumento di capitale di dimensioni sproporzionate. Non so se ce ne sono stati mai di così rilevanti in passato, sicuramente per la finanza italiana è uno dei più alti. Il valore dell'azione è passato da 45 euro e un euro, è crollato.

Max Bugani: C'è un passaggio oscuro, che riguarda il crollo del titolo qualche giorno prima che ci fosse l'aumento del capitale. Ma noi non vogliamo ipotizzare l'insider trading.

Marco Piazza: No, ma gli investitori istituzionali sono stati veramente fortunati perché senza sapere niente hanno avuto la fortuna di vendere le loro quote proprio poco prima che venisse annunciato l'aumento di capitale e quindi sono riusciti a vendere a prezzo di mercato a un fondo di pensioni americano che ha acquistato il 2% del capitale totale. Ecco, sono stati proprio fortunati.

Stefano: In un mercato normale dove si sconta la diminuzione di valore in un aumento di capitale ci può stare che l'azionista si trovi in mano titoli del genere, sta nel gioco del mercato. Ma i piccoli risparmiatori che avevano in mano queste opzioni che è la stragrande maggioranza della quota di capitale che avevano nella vecchia azione ordinaria, hanno fatto fatica. Se non erano proprio impossibilitati, a poterlo vendere sul mercato. Il valore di questo diritto si è azzerato in un lasso di tempo brevissimo e sul mercato è rimasto un inoptato, cioè persone che non hanno aderito all'aumento di capitale, di quantità enorme e questo ha creato un danno di immagine alla società che si stava costruendo in quel momento. Se molti azionisti non sono disposti a mettere soldi nella nuova società sicuramente non è un bell'inizio.

Max Bugani: L'operazione è brutta, è poco chiara, ci teniamo a parlarne. Chiediamo alle associazioni dei consumatori, agli organi di controllo, a tutta la stampa di parlarne il più possibile. Non tanto per individuare i colpevoli, perché gli esperti che hanno parlato con noi ci hanno dipinto un quadro di legalità, però queste cose non devono accadere più. Tutti i cittadini devono essere sempre informati di modo che davanti a future operazioni del genere effettuate da altre compagnie sappiano come comportarsi. Qui stiamo parlando di milioni e milioni di euro bruciati di famiglie che magari avevano in queste azioni tutti i loro risparmi. E questo è molto triste.



VOLENDO ULTERIORMENTE APPROFONDIRE SULLA FUSIONE DELLE DUE COMPAGNIE ASSICURATIVE UNIPOL E FONSAI:

 http://youtu.be/32V1jgL1trw



lunedì 15 luglio 2013

INTERVISTA AL MAESTRO D'ORCHESTRA GUILHERME MANNIS


CON IL MAESTRO GUILHERME MANNIS DIRETTORE DELL’ORCHESTRA SINFONICA DEL SERGIPE,  INAUGURIAMO  QUESTA NUOVA RUBRICA DEL BLOG "LE NOSTRE INTERVISTE"; COLGO L’OCCASIONE PER RINGRAZIARE TUTTI VOI CHE CI LEGGETE SEMPRE FEDELMENTE E NATURALMENTE, IL MAESTRO GUILHERME.


   CONCERTO A RIVA DEL GARDA 2012 DEL MAESTRO MANNIS


Il maestro Mannis è mio alunno di italiano da circa tre mesi, ma alcune connotazioni comuni,  come la disciplina e la passione per il lavoro, ci rendono per molti aspetti simili e pertanto l’amicizia è sorta naturalmente. Inoltre la sua già buona conoscenza dell’italiano ci permette di comunicare e dialogare senza alcun problema. Ha già diretto alcuni concerti anche in Italia, ad esempio  due mesi a Bari ed è di nuovo in partenza per  l’Argentina per dirigere l’orchestra di Buenos Aires. Grande estimatore dei grandi direttori d'orchestra italiani Abbado e Giulini, è legato a filo doppio con l’Italia per le sue radici calabresi da parte di padre, trasferitosi in Brasile nella metà del secolo scorso.


Vi lascio ora all’intervista in esclusiva !!!

http://youtu.be/704U8OsmuTU



IL REQUIEM DI MOZART DI MERCOLEDÌ SCORSO È STATO UNO SPETTACOLO SENSAZIONALE, UNICO... IL MAESTRO È STATO ECCEZIONALMENTE BRAVO:            COMPLIMENTI !!!




lunedì 8 luglio 2013

BELLEZZE D'ITALIA: ORVIETO, IN UMBRIA

NON LONTANA DA ASSISI E PERUGIA, ORVIETO È UNA CITTADINA ANTICHISSIMA, FAMOSA PER IL DUOMO, DOVE OGGI ESISTONO DUE SCUOLE PER STRANIERI PER IMPARARE LA LINGUA ITALIANA, UNA SCUOLA DI CUCINA, UNA DI ARTE E UNA DI CERAMICA. LE BELLEZZE ARTISTICHE E NATURALI NE FANNO UNO DEI LUOGHI PIÙ BELLI D'ITALIA.



Orvieto è stata costruita su di una rupe di tufo che si erge in mezzo ad un bellissimo scenario di campi e vigneti, nella pianeggiante vallata del fiume Paglia.
La città, proprio per queste caratteristiche strutturali, è un esempio particolare di simbiosi e di integrazione fra la natura e l’opera dell’uomo.
Il territorio orvietano era, specialmente in epoca medioevale, molto più vasto rispetto ad oggi quando la città-stato di Urbsvetus raggiunse la più grande estensione lungo una fascia trasversale che andava dal Tevere al Mar Tirreno.
L’attuale territorio orvietano si estende attraverso un paesaggio caratteristico, fatto di formazioni di basalto e tufo, di dolci colline e pianure che si trasformano in seguito nei primi avamposti dell’Appennino. Un paesaggio costituito da folti boschi e dall’intervento dell’uomo con i suoi campi coltivati interrotti dalle viti da cui si ricava il buon vino di Orvieto.
Gli aeroporti di riferimento per la città sono: l’Aeroporto Regionale Umbro Sant’Egidio di Perugia (a 90 km) e l’Aeroporto Internazionale da Vinci di Roma che é a (130 km).
Per arrivare in treno si può utilizzare la linea F.S. Firenze-Roma-Stazione di Orvieto.
Per raggiungere Orvieto in auto, basta prendere l’autostrada del Sole (A1) e uscire ad Orvieto città, tenendo conto che il tempo di percorrenza da Firenze è di circa un’ora e trenta e da Roma è di circa un’ora. In altro modo, è possibile raggiungere la città percorrendo la Superstrada Perugia-Todi e poi la SS 448 Todi-Orvieto.

STORIA
Le origini di Orvieto hanno radici etrusche quando, nel IX-VIII secolo a.C., la rupe venne abitata per la prima volta da queste popolazioni. Velzna, così si chiamava Orvieto anticamente, era un insediamento molto fiorente che basava la sua economia sulla produzione delle ceramiche (i buccheri) e sulla lavorazione dei bronzo.
La città, in lotta contro la politica espansionistica di Roma, fu occupata dall’esercito nemico nel 254 a.C. e venne rasa al suolo. Ne conseguì la fuga dei suoi abitanti e alcuni di loro vennero forzatamente trasferiti sulle alture del lago di Bolsena.
Durante le invasioni barbariche la città venne occupata da Alarico e da Odoacre e fu scenario di numerosi scontri e battaglie.
Dal 596, Orvieto, fu occupata dai Longobardi di Agilulfo e, in seguito, nel contesto della rinascita religiosa voluta da Ottone III, vennero promosse le costruzioni di abbazie e monasteri su tutto il territorio circostante.
Il Comune venne istituito a partire dal 1137 e, dopo vent’anni, sotto l’influenza di papa Adriano IV, iniziarono gli scontri tra le fazioni guelfe (filopapali) e quelle ghibelline (filoimperiali) che si prolungarono nel tempo e segnarono la storia cittadina, trasformando il centro in una roccaforte guelfa.
Nel 1200 venne creato il Consiglio Generale dei Quattrocento con l’elezione, successiva, del Capitano del Popolo e di un Governo degli Anziani e delle Arti con un priore e con la propria magistratura.
Inoltre, nel 1290, venne iniziata la costruzione del duomo, oltre a quelle di altre chiese presenti in città. Tra la fine del 1200 e i primi anni del 1300, con papa Martino IV, arrivarono in città i Francesi contro i quali il popolo si ribellò dando luogo ad una serie di scontri tra fazioni.
Nel 1354 il Cardinale Albornoz occupò Orvieto sottomettendola allo Stato della Chiesa anche se la città continuò a mantenere le sue istituzioni comunali.
Si dovrà attendere il 1860 perchè la città venga annessa al Regno d’Italia.

ARTE
L’opera architettonica più importante per la città è il Duomo, costruito tra il 1290 e il 1320 in stile Gotico Romanico con la facciata in marmo e mosaici.
All’interno, da vedere, sono gli affreschi della Cappella di San Brizio fatti da Luca Signorelli nel 1499.
Vicino al Duomo c’é Palazzo Soliano ex residenza papale e oggi sede del Museo di Arte Medioevale.
È, invece, del primo ventennio del Cinquecento, la struttura architettonica del Pozzo di San Patrizio di Antonio di Sangallo con la sua famosa scalinata a doppia elica utilizzata per scendere nel pozzo.
Altro Museo interessante è quello dedicato allo scultore contemporaneo Emilio Greco che é l’autore delle nuove porte del Duomo del 1968.
Da vedere sono anche i resti archeologici delle Tombe Etrusche che sorgono ai piedi della rupe sulla quale sorge la città.
Infine, nel quartiere medioevale della città, esiste un suggestivo percorso sotterraneo fatto di grotte ricche di ritrovamenti archeologici portati alla luce da recenti scavi.

NATURA
Il territorio della zona di Orvieto é caratterizzato da una natura veramente ricca e varia.
Da vedere é certamente l’Oasi di Alviano a 30 Km da Orvieto, luogo ideale per la nidificazione di numerose specie di uccelli migratori come le gru e i falchi pescatori.
All’interno dell’oasi, gestita dal WWF che organizza anche laboratori didattici con le scuole, si possono fare percorsi nella natura e birdwatching imparando a conoscere un habitat ricco di vita e dal delicato equilibrio.
Inoltre, Orvieto, condivide con il centro di Baschi, il bel lago di Corbara che ha, lungo la sua sponda, rigogliosi boschi di pino e di macchia mediterranea che si articolano lungo una sponda fatta di piccoli fiordi e di anse.
Dalle rive del lago della sponda di Baschi è possibile fare escursioni in canoa e Kajak mentre, per chi desidera fare trekking, é molto interessante partire da Titignano e dirigersi alla Roccaccia da cui si gode un panorama bellissimo.

EVENTI
Orvieto è ricca di storia e anche di iniziative diverse.
Ad esempio, nel mese di Ottobre, l’appuntamento enogastronomico più prestigioso è quello di “Orvieto con gusto”, un itinerario piacevole per apprezzare i profumi e i sapori della gastronomia della città, accompagnati dall’ottimo vino locale.
Un altro evento singolare è la Festa della Palombella (istituita nel XV secolo) che si celebra nel giorno delle Pentecoste e il Palio dell’Oca festeggiato nel mese di Maggio di ogni anno.

Da non dimenticare il prestigioso evento di Umbria Jazz Winter che si tiene tra la fine di Dicembre e l’inizio di Gennaio.