mercoledì 26 settembre 2012

FERRARI: IL MITO ITALIANO CHE CORRE


video tratto dal blog dell'amico De gennaro






FERRARI UN NOME, 
UN MITO !!! 









L'INGEGNERIA ITALIANA È DA SEMPRE AI PRIMI POSTI DEL SETTORE AUTOMOBILISTICO, AEROSPAZIALE, DI PROGETTAZIONE E DESIGN.



La Ferrari è la casa più prestigiosa casa produttrice italiana di automobili da corsa e di vetture sportive d'alta fascia. Il simbolo (il "cavallino rampante") è quello dell'aviatore emiliano della Prima Guerra Mondiale Francesco Baracca (1888-1918), che fu ceduto personalmente dalla madre a Enzo Ferrari come portafortuna.
La sua nascita è spesso fatta coincidere - anche se a rigore sarebbe errato - con la fondazione da parte di Enzo Ferrari della Scuderia Ferrari nel 1929 a Modena. L'imprecisione in questa affermazione risiede nel fatto che, inizialmente, la Scuderia Ferrari non produceva automobili, ma sponsorizzava i piloti e realizzava le vetture per le corse utilizzando automobili di marca Alfa Romeo.
Per essere più rigorosi, l'azienda nasce ufficialmente il 1 settembre 1939 con il nome di Auto Avio Costruzioni; i suoi primi incarichi sono la costruzione di rettificatrici e di parti per velivoli. La prima vettura costruita è la Auto Avio 815, nel 1940,
mentre solamente nel 1947 nasce il modello "125 S", la prima automobile che porti sul cofano il nome Ferrari.
Nel 1957 assume ufficialmente la denominazione Auto Costruzioni Ferrari, per diventare SEFAC (Società Esercizio Fabbriche Automobili e Corse) SpA il 26 maggio 1960 e Ferrari SpA nel 1965.

Nel 1975 la Ferrari S.p.A. entra a far parte del gruppo Fiat. Nel 1988, alla scomparsa di Enzo Ferrari, il pacchetto azionario passa per il 90% alla FIAT, mentre la parte restante appartiene al figlio Piero Lardi Ferrari, che rimane anche all'interno del team aziendale come vice presidente. Nel 2006 il 5% di azioni è stato acquisito da una società finanziaria degli Emirati Arabi Uniti che sta promovendo la costruzione del primo parco a tema del cavallino rampante negli Emirati Arabi Uniti. Luca Cordero di Montezemolo, attuale presidente di Confindustria, è il Presidente e del gruppo Ferrari e del gruppo Fiat; la sede dell'azienda è attualmente a Maranello, sempre in provincia di Modena.
Nell'anno fiscale 2005 la Ferrari ha venduto 5409 vetture (+8,7% dall'anno precedente) per un fatturato di 1,5 miliardi di euro. Quando iniziò l'attività della Scuderia Ferrari nel 1929, il suo fondatore - Ferrari, appunto - non intendeva produrre autovetture: si dedicò piuttosto a sponsorizzare i guidatori amatoriali della sua città, Modena. Preparò e portò in gara con successo numerose vetture Alfa Romeo fino al 1938, quando fu ufficialmente ingaggiato dalla stessa Alfa come direttore del proprio reparto corse.

Storia  dal 1937 al 1961
Dopo la liquidazione della Scuderia Ferrari (30 dicembre 1937) e la nomina a direttore sportivo dell'Alfa Corse, Enzo Ferrari ebbe forti divergenze di opinioni coi vertici della casa milanese, tanto da abbandonarla nel corso del 1939. Dal momento che per contratto gli era vietato di partecipare a delle gare automobilistiche per alcuni anni, egli fondò il 1° settembre 1939 una ditta denominata Auto Avio Costruzioni, che produceva macchinari ed accessori per l'aviazione. Ma già l'anno successivo Ferrari produsse un'automobile da corsa, la AUTO AVIO Tipo 815 nel periodo nel quale non poteva gareggiare né produrre automobili riportanti il suo nome.
Questa è la prima vera Ferrari, che tuttavia, a causa della seconda guerra mondiale ebbe scarsamente modo di gareggiare. Nel 1943 la fabbrica della Ferrari si trasferì da Modena a Maranello, dove si trova tuttora. La fabbrica fu bombardata nel 1944 e ricostruita nel 1946 con l'aggiunta di una linea di produzione per le autovetture sportive non da corsa.
"Scuderia Ferrari" ha letteralmente il significato di stalla per i cavalli dal momento che l'emblema è il cavallino rampante; l'intera squadra viene frequentemente denominata "Team Ferrari". La prima vettura da strada prodotta da Ferrari nel 1947 fu il modello 125 Sport, con motore V12 da 1,5 litri;
Enzo con riluttanza dovette costruire e vendere le sue automobili per finanziare la Scuderia. Mentre le sue belle e velocissime automobili guadagnavano rapidamente l'eccellente reputazione, Enzo mantenne sempre una certa avversione per i propri clienti, forse perché avvertiva che molti di loro acquistavano le sue macchine solo per una questione di prestigio e non per sfruttarne a fondo le prestazioni.

La crisi del 1961
La forte personalità di Enzo Ferrari aiutò spesso la sua società; tuttavia, nel corso della storia della Ferrari, causò qualche tensione interna. L'apice di questi dissidi ci fu nel novembre 1961, quando il responsabile vendite della società, Girolamo Gardini, si irritò per il coinvolgimento della moglie di Enzo, Laura, all'interno degli affari della Ferrari. I due litigarono spesso, ma la loro discussione divenne una crisi quando Gardini minacciò di lasciare la compagnia, qualora le tensioni fossero continuate.
Enzo mantenne una dura linea di comportamento. Gardini venne licenziato, come il manager della Scuderia Ferrari, Romolo Tavoni, il capo-ingegnere Carlo Chiti, il capo-ingegnere per lo sviluppo tecnologico, Giotto Bizzarrini, e numerosi altri lavoratori. Tutti questi personaggi furono per l'azienda una terribile perdita, che mise a rischio la sopravvivenza dell'azienda. In effetti, quelli che erano stati licenziati fondarono immediatamente una nuova compagnia, l'ATS (sigla per "Automobili Turismo e Sport"), per competere direttamente con la Ferrari sia per le automobili da strada che per quelle da competizione.
Questo "grande sciopero" portò delle grandi difficoltà per la Ferrari. La compagnia stava sviluppando un modello 250 per difendere il suo onore contro la Jaguar E-Type. Lo sviluppo di quest'automobile, la 250 GTO, rese evidenti alcune difficoltà derivanti dalla perdita dei tecnici specializzati.
In questa situazione, furono importantissimi due personaggi: un giovane ingegnere, Mauro Forghieri, e un veterano delle corse automobilistiche, Sergio Scaglietti. Forghieri progettò il motore della GTO, Scaglietti il corpo della vettura. Durante il Gran Premio di Sebring, Florida, Phil Hill, alla guida della Ferrari 250 GTO, si piazzò al primo posto. La vettura continuò a vincere nel 1962, spazzando via la concorrenza della Jaguar e divenendo una delle più famose auto da corsa della storia, portando alla società enormi guadagni, rispetto alla precedente decade. Negli anni successivi, grazie al talento ingegneristico di Forghieri, la Ferrari produsse altri due modelli leggendari, la 275 GTB e la Daytona (qui nella foto).


Dal 1963 al 1968
La Shelby Cobra, con motori V8, gareggiò con le Ferrari nel primi anni sessanta. Inoltre, la Ford tentò di acquistare la società, ma non venne mai raggiunto alcun accordo; Ford GT40, nel 1967, pose fine al dominio dei Prototipi Ferrari nella 24 ore di Le Mans.
Alla fine del 1967, la FIA vietò i prototipi di cilindrata sopra i 3000 cc; questa decisione riguardava soprattutto i modelli Ferrari 330P .
Nel 1968, la Scuderia non prese parte ad alcuna competizione sportiva, per protestare contro il decreto.

Dal 1968 al 1971
In questi anni entrò a far parte della sfera delle case automobilistiche la Porsche. Questa iscrisse 3 nuove auto da corsa nelle competizioni, nel 1968 (come la Porsche 908), mentre la Ferrari correva con la 312P solo in poche occasioni, nel 1969. Nel marzo di quell'anno, la presentazione della Porsche 917, costruita in una serie composta da 25 esemplari, sorprese anche la Ferrari, che rispose, sul finire dello stesso anno, con la produzione di 25 Ferrari 512S, finanziata da introiti dovuti ad un accordo con la FIAT.
Il 1970 vide leggendarie battaglie in pista tra i due team, con l'iscrizione di numerose vetture per entrambe le case automobilistiche; la Porsche vinse tutte le gare, eccetto la 12 ore di Sebring, dove prevalsero Ignazio Giunti, Nino Vaccarella e Mario Andretti sulla Ferrari 512S. Nel 1971, per preparare la nuova Ferrari 312PB per la stagione del 1972, dove erano ammesse solo auto di classe 3 litri, decise di rinunciare alla Ferrari 512S.

Dal 1972 al 1988
La Ferrari 312PB dominò il Campionato del Mondo delle auto sportive nel 1972 contro i rivali della Alfa Romeo, mentre la Porsche non prese parte al campionato in seguito al cambiamento di alcune regole, mentre la Matra gareggiava solo nella 24 ore di Le Mans, vincendovi.
Nel 1973, il team Matra gareggiò nell'intero campionato mondiale, vincendo 5 gare, prevalendo sulla Ferrari che aveva collezionato solo due vittorie; l'Alfa Romeo non gareggiò in quell'anno.
Quando Enzo morì nel 1988, Ferrari divenne un mito. Il valore delle auto usate crebbe enormemente, così come la vendita dei nuovi modelli.

Oggi
Nel 2004, FIAT possedeva il 56% di Ferrari, Mediobanca il 15%, Commerzbank il 10%, Lehman Brothers il 7%, mentre il figlio di Enzo, Piero Ferrari il 10%.
Le vetture
Le autovetture Ferrari, notevoli per lo stile raffinato, opera di illustri progettisti e designer, quali Pininfarina, sono da molto tempo oggetto del desiderio per ricchi e giovani di tutto il mondo, particolarmente negli Stati Uniti, dove il marchio ha riscosso particolarmente successo, ma anche nei nuovi mercati dell'Est e dell'Oriente. Altri designer e case che hanno lavorato per Ferrari durante gli anni comprendono Scaglietti, Bertone e Vignale.
I motori impiegati nelle autovetture Ferrari sono prevalentemente dei piccoli V8 e V12, che fino all'introduzione negli anni ottanta dell'iniezione elettronica diretta, erano abbastanza capricciosi e instabili. Una certa reputazione di inaffidabilità e tecnica veniva comunque descritta come "carattere" dagli appassionati e dagli entusiasti.

Le corse


La vera passione di Enzo Ferrari, nonostante gli ottimi affari derivanti dalla vendita di autovetture, è stata sempre la corsa. La sua Scuderia era iniziata come uno sponsor indipendente per piloti di varie macchine, ma divenne presto parte del team corse dell'Alfa Romeo. Dopo l'uscita di Enzo Ferrari dall'Alfa, egli iniziò a progettare e produrre vetture per proprio conto; il team Ferrari apparve per la prima volta sulla scena di gran premi europei dopo la fine della seconda guerra mondiale.
La prima monoposto costruita dalla Ferrari, la "125", debutta al Gran Premio d'Italia il 5 settembre 1948 a Torino, pilotata dal francese Raymond Sommer che si qualifica terzo alle spalle di Wimille (Alfa Romeo) e Villoresi (Maserati).
La Scuderia aderì al Campionato del mondo di Formula 1 nel primo anno della sua esistenza, il 1950. Fece il suo debutto al Gran Premio di Monaco. José Froilan González diede al team la sua prima vittoria nel Gran Premio di Gran Bretagna del 1951. Alberto Ascari ottenne per la Ferrari il primo titolo di Campione del mondo l'anno successivo.
La Ferrari è, ad oggi, l'unico team ad aver partecipato a tutte le edizioni del Campionato del Mondo di Formula 1 e, soprattutto, quello con il maggior numero di successi: vanta il record di 15 titoli di Campione del mondo piloti, (conseguiti nel 1952, 1953, 1956, 1958, 1961, 1964, 1975, 1977, 1979, e dal 2000 al 2004, e nel 2007), e il record di 15 titoli di Campione del mondo costruttori (1961, 1964, 1975, 1976, 1977, 1979, 1982, 1983, dal 1999 al 2004 e 2007) e il record di 201 vittorie in un Gran Premio (aggiornato al 21 ottobre 2007).
Tra i piloti famosi che hanno corso per la "Rossa" Tazio Nuvolari, Juan Manuel Fangio, Alberto Ascari, Phil Hill, Mike Hawthorn, John Surtees, Niki Lauda, Jody Scheckter, Gilles Villeneuve, Alain Prost, Nigel Mansell, Michael Schumacher, Kimi Raikkonen e Fernando Alonso.

Il "Cavallino Rampante"


Il logo Ferrari, famoso in tutto il mondo, è il cavallino rampante su fondo giallo, con in basso le lettere S F per Scuderia Ferrari, con tre strisce, una verde, una bianca e una rossa, colori nazionali italiani, in alto. Questo è il logo che viene applicato su tutte le auto da competizione direttamente supportate dalla scuderia. Il cavallino rampante era originariamente l'emblema personale del Maggiore Francesco Baracca, che l'asso della 1ª Guerra Mondiale faceva dipingere sulle fiancate dei suoi velivoli. Sul colore esatto del cavallino di Baracca esiste un piccolo mistero. Sembra infatti accertato che il colore originario del cavallino fosse il rosso, tratto per inversione dallo stemma del 2° Reggimento "Piemonte Reale Cavalleria" di cui l'asso romagnolo faceva parte, e che il più famoso colore nero fu invece adottato in segno di lutto dai suoi compagni di squadriglia solo dopo la morte di Baracca.
Il 17 giugno 1923 Enzo Ferrari vinse una corsa all'autodromo di Savio, vicino a Ravenna, e in quell'occasione incontrò la contessa Paolina, madre di Baracca. La contessa propose a Ferrari di utilizzare il cavallino sulle sue macchine, sostenendo che avrebbe portato fortuna; tuttavia la prima corsa nella quale l'Alfa permise di utilizzare il cavallino sulle macchine della Scuderia fu la 24 ore di Spa del 1932. La Ferrari vinse.
Non ha mai trovato fondamento, invece, la teoria secondo cui il simbolo fosse stato ispirato da un aereo tedesco che Francesco Baracca aveva abbattuto durante la Prima Guerra Mondiale. Su questo aereo era dipinto, infatti, il simbolo della città di Stoccarda: una cavalla rampante, che è anche lo stemma della famosa Porsche che ha sede nella città tedesca. L'aviatore italiano, recatosi sul luogo dove era precipitato il velivolo nemico, avrebbe visto tale simbolo e gli piacque tanto da decidere di disegnarlo sulla carlinga del proprio aereo. Se questa speculazione fosse corretta, lo stemma della Ferrari sarebbe lo stesso della Porsche.
Ferrari utilizzò un cavallino rampante ampiamente modificato rispetto al disegno originario (soprattutto nella coda, che nel cavallino di Baracca puntava verso il basso), aggiungendo un fondo giallo canarino, che era il colore della sua città natale, Modena.
Il cavallino rampante non è stato utilizzato unicamente dal marchio Ferrari: Fabio Taglioni lo usò sulle sue motociclette Ducati.  Il cavallino rampante è un marchio registrato della Ferrari.

Rosso Corsa


Fin dagli anni venti, le automobili da corsa italiane, come Alfa Romeo, Maserati e, in seguito, anche Ferrari e Abarth vennero (e ancora oggi è così) verniciate di un particolare tipo di rosso, il Rosso Corsa. Questo è il consueto colore per le vetture italiane, che gareggiano in campionati automobilistici, in base ad un provvedimento, preso durante le due guerre mondiali, dall'associazione che in seguito verrà chiamata FIA. In questo schema, le auto francesi, come la Bugatti sono blu, le tedesche, come la BMW e la Porsche argento, eccetera.

In questo sito, potete trovare una piccola storia della Ferrari in Formula 1:

http://www.racing.it/f1/teams/storiaferrari.htm

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