CHI VA A ROMA COME TURISTA NON DOVREBBE PERDERE IL FAMOSO
GIRO DEI CASTELLI ROMANI TRA I SUOI COLLI, I MONASTERI, LE FONTANE I SITI ARCHEOLOGICI E LE FAMOSE VILLE ROMANE...
DOPO OSTIA ANTICA E I MUSEI VATICANI, È SICURAMENTE UN
PERCORSO OBBLIGATO PER NON PERDERE LE MERAVIGLIE DI QUESTI LUOGHI: PERCHÉ ROMA,
NON È SOLO... ROMA!!!
Le
origini del nome
Dopo la caduta
dell'Impero Romano, nell'area dei Colli Albani, iniziarono ad essere costruiti
punti fortificati di proprietà di varie famiglie baronali romane, che si
evolvettero in seguito anche in veri e propri castelli durante l'età
medioevale. Il toponimo di "Castelli Romani" per indicare i
quattordici -o sedici- comuni dei Colli Albani si iniziò a diffondere a partire
dal XIX secolo, divenendo d'uso comune durante il XX secolo.
Età antica (3000
a.C. - 476)
In età preistorica, l'area dei Castelli Romani fu abitata
fin dal primo millennio a.C. da popolazione indoeuropee che praticavano
l'inumanto dei cadaveri: questi popoli, chiamati Albani o più generalmente
Latini, diedero vita alla cultura laziale. Secondo il mito, i Castelli Romani
furono teatro della guerra tra Enea e Turno, che si concluse con la vittoria
dei Troiani e la fondazione di Lavinio. Ascanio, figlio di Enea, fondò quindi
una nuova capitale, Alba Longa, situata nei dintorni del Lago Albano, nel
territorio degli attuali comuni di Castel Gandolfo, Marino, Albano Laziale e
Rocca di Papa. Altre importanti città latine erano Aricia, in comune di
Ariccia, Cobrium, forse l'attuale Rocca Priora, Cabum, nel territorio di Rocca
di Papa, Bovillae e Mugillae, in territorio di Marino, Corioli, presso Genzano
di Roma, Lanuvium, oggi Lanuvio, Velitrae, oggi Velletri, Labicum,
probabilmente Colonna.
Medioevo (476 - 1501)
Subito dopo la
caduta dell'Impero Romano, le antiche città romane iniziarono a decadere.
Bovillae scomparve dalle carte geografiche già prima del 1000, Aricia venne
saccheggiata più volte dai barbari, i Castra Albana furono abbandonati dalla
Legio II Parthica, Labicum divenne Labicum Quintanenses, prima di scomparire
anche dalle cartine geografiche.
Età moderna (1501
- 1798)
Il XVI ed il XVII secolo.
Il XVI secolo vede ai Castelli una grande
intensificazione dell'edilizia monumentale e dell'urbanizzazione in generale.
Ciò è dovuto al cessare del periodo di insicurezza legato alle continue guerre
tra le famiglie baronali romani, e alla maggiore attenzione data ai feudatari
anche alla parte estetica dei loro feudi. Anzitutto, nel 1604 Castel Gandolfo
fu inclusa da papa Clemente VIII tra i beni de non alienandis, et infeudandis
della Santa Sede, ovvero il feudo castellano sarebbe rimasto perennemente
infeudato alla Camera Apostolica. In seguito a ciò, diversi Pontefici si
curarono di migliorare la vita del feudo: nel 1611 papa Paolo V ordinò il
prosciugamento del Laghetto di Turno e la conduzione a Castel Gandolfo delle
acque di Palazzolo; lo stesso Papa nel 1619 consacrò sempre a Castel Gandolfo
la Chiesa di Santa Maria Assunta con il convento dei PP. Francescani Riformati.
Ma papa Paolo V aveva un grande progetto, cioè la realizzazione della residenza
estiva ufficiale dei Pontefici: a questo scopo aveva iniziato a far costruire
Villa Mondragone a Monte Porzio Catone. Il suo successore papa Urbano VIII
(1623-1644) sarà però di diversa tendenza: nel 1626 Urbano VIII fu infatti il
primo Papa ad emanare una bolla ex Arce Gandulphi, avviando così l'usanza delle
villeggiature papali nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, appena
edificato sotto la direzione di Carlo Maderno. Sempre ad Urbano VIII dobbiamo
la realizzazione delle due "gallerie" alberate, la Galleria di Sotto
e la Galleria di Sopra, che collegano Albano e Castel Gandolfo. Nel frattempo,
anche nel resto dei Castelli fervevano fabbriche di nuove costruzioni: a
Frascati, nel 1612 fu consacrato il Santuario del Capocroce, mentre
l'architetto Ottaviano Nonni tra il 1599 ed il 1636 completava la Basilica
Cattedrale di San Pietro, ancora priva di facciata. A Marino il principe
Filippo I Colonna, che poteva fregiarsi del titolo di Duca di Marino concesso
allo zio cardinal Ascanio nel 1606, ordinò nel 1622 la costruzione della torre
quadrangolare di Palazzo Colonna, ultimo tassello alla fabbrica del palazzo.
Sempre a Filippo I Colonna dobbiamo la costruzione della Villa Colonna di
Belpoggio a Marino. Suo figlio, cardinal Girolamo Colonna, ordinò
all'architetto Antonio del Grande di realizzare a Marino la Basilica Collegiata
di San Barnaba (1640-1662), e a Rocca di Papa la Parrocchiale di Santa Maria
Assunta (1664-1731). Nel 1636 la Congregazione dei Chierici Regolari Minori
iniziò la costruzione della Chiesa della Santissima Trinità a Marino come sede
per un miracoloso Crocifisso. Il cardinal Girolamo Colonna fu anche il
committente di due ville suburbane, una nella frazione Frattocchie di Marino,
Villa della Sirena, una in località Palazzolo di Rocca di Papa, Villa del
Cardinale. Ad Albano i Savelli, nonostante le grandi difficotà economiche in
cui versavano, posero in opera la costruzione della Chiesa di San Bonaventura
con annesso convento dei PP. Cappuccini (1619). In quel di Genzano, il duca
Giuliano III Cesarini nel 1636 provvide a ricostruire la Chiesa di Santa Maria
della Cima (1636-1650), sotto la guida dell'architetto Giovanni Antonio De Rossi:
difatti a partire dal 1643 lo stesso duca iniziò a concepire, assieme
all'architetto Ludovico Gregorini, il sistema stradario delle Olmate, grandi
stradoni fiancheggiati da quattro file di olmi che formano oggi due tridenti
attorno ai quali è cresciuta la Genzano Nuova sei-settecentesca. A Genzano si
stabilirono, presso l'attuale Convento dei Cappuccini, i PP. Cappuccini
scacciati nel 1637 da Nemi a causa della carenza di acqua condotta. A Nemi nel
frattempo il feudatario Mario Frangipane finanziò la ricostruzione della
Parrocchiale di Santa Maria del Pozzo. Velletri nella prima metà del XVI secolo
ottenne finalmente l'acqua condotta dalle sorgenti della Faiola e di Monte
Artemisio, grazie ad un progetto dell'architetto Giovanni Fontana datato
attorno al 1612: iniziarono così ad essere edificate molte fontane, di cui
ricordiamo le fontane gemelle di piazza Cairoli, di cui oggi sopravvive solo la
più recente, datata 1622; l'altra incompiuta era del 1618; la fontana di piazza
Mazzini, datata 1612 ma rifatta nel 1623. Sempre a Velletri tra il 1622 ed il
1759 si ricostruì la Chiesa di Santa Maria del Trivio, su progetto di Carlo
Maderno. Papa Alessandro VII (1655-1667) fu il secondo Papa della famiglia
Chigi; finanziò la costruzione della Collegiata di San Tommaso da Villanova
(1658-1661) su progetto di Gian Lorenzo Bernini e la sistemazione del Palazzo
Pontificio a Castel Gandolfo (1660) e ordinò la realizzazione della odierna
Strada Provinciale dei Cappuccini, già via Alessandrina, che congiunge Castel
Gandolfo ed Albano a Palazzolo lungo il crinale meridionale del Lago Albano. I
nipoti di papa Alessandro VII, il principe Agostino Chigi ed il cardinal Flavio
Chigi, quest'ultimo già possessore di una villa a Pavona, decisero di
acquistare nel 1661 il feudo di Ariccia dalla famiglia Savelli, oberata dai
debiti. Appena venuti in possesso del feudo, i Chigi si interessarono a
migliorarlo anche esteticamente: fecero erigere così la Collegiata di Santa
Maria Assunta (1663-1665) e l'antistante Palazzo Chigi, circondato dal grande
Parco Chigi: nella progettazione di tutti questi edifici mise mano Gian Lorenzo
Bernini. Il duca Filippo Cesarini nel 1675 finanziò la ricostruzione della
Collegiata di Santa Maria Maggiore a Lanuvio, il cui campanile è attribuito a
Francesco Borromini. Nello stesso anno, fu realizzata a Lanuvio la monumentale
fontana degli Scogli. Al di là delle grandi opere realizzate, il XVI secolo
portò ai Castelli anche una grande pestilenza, quella del 1656-1657. La peste a
Roma si diffuse nel giugno 1656, via Napoli, partendo dal Trastevere:
immediatamente, le autorità presero provvedimenti al riguardo. L'area più
colpita dalla peste ai Castelli fu quella tra Frascati, Grottaferrata e Marino:
alcuni studiosi ipotizzano che il toponimo Valle dei Morti dato alla vallata
sottostante Marino verso Colle Cimino sia collegabile alla pestilenza del 1656,
in quanto questa zona, fondo dell'Abbazia di San Nilo di Grottaferrata, fu
concessa dai monaci come luogo di sepoltura per gli appestati. Anche a Velletri
la peste imperversava, e in città i PP. Cappuccini furono incaricati di
occuparsi della cura degli ammalati nel corpo e nello spirito. Ariccia, quasi
per miracolo ma molto più per la posizione allora fuori mano dell'abitato,
venne risparmiata dal morbo, tanto che gli abitanti eressero una nuova chiesa
dedicata a san Rocco, protettore degli appestati. Nuovi luoghi di culto a san
Rocco sorsero un pò dovunque, da Frascati, dove i santi Rocco e Sebastiano
furono proclamati patroni e gli fu dedicata l'ex-cattedrale, ora Chiesa di
Santa Maria al Vivaro, a Marino, dove nel mese di agosto erano solenni i
festeggiamenti per il santo, ad Albano, fino a Rocca di Papa e Velletri.
Il XVIII secolo
Nel XVIII secolo furono portate a compimento molte grandi
opere urbanistiche: dalle Olmate di Genzano fino alla ricostruzione della
Basilica Cattedrale di San Pancrazio ad Albano (1719-1721), opera
dell'architetto Filippo Buratti.
Età contemporanea (1798 - 1944)
La Repubblica Romana (1798-1799)
Il 10 febbraio 1798 il generale francese Louis Alexandre
Berthier entrò a Roma sfruttando come pretesto l'uccisione in un tumulto
popolare del generale francese Leonard Duphot, in servizio presso l'ambasciata
di Francia nello Stato Pontificio. Si dice che in concomitanza dell'invasione
francese, alcune immagini della Madonna (Madre di Dio)|Madonna abbiano pianto:
una di queste, la Madonna di Giani, è ancora oggi esposta a Marino. Il
cardinale vescovo di Velletri Giuseppe Albani abbandonò Roma insieme ad altri
prelati, riparando a Velletri. Nel frattempo, il 15 febbraio nel Foro Romano
venne proclamata la Repubblica Romana, presente come patriota anche il principe
Francesco Sforza-Cesarini, signore di Genzano e Lanuvio. Appena giunse ai
Castelli la notizia che a Roma era stata proclamata la Repubblica e che il Papa
si apprestava a fuggire a Siena, la minoranza filo-francese prese il
sopravvento: già il 12 febbraio 1798 Frascati aveva proclamato una repubblica,
e il 18 febbraio Albano e Velletri si auto-proclamarono "repubbliche
sorelle" della Repubblica Romana, abbattendo i simboli pontifici e
innalzando nelle piazze principali gli alberi della libertà. Marino si proclamò
"repubblica sorella" solo ai primi di marzo 1798. Viste le difficoltà
incontrate dai nuovi regimi repubblicani, specialmente nelle località
ex-dominio della Camera Apostolica come Albano, Castel Gandolfo, Frascati e
Velletri, il popolo ben presto insorse contro il nuovo regime: il 25 febbraio 1798
così insieme agli abitanti di Trastevere insorsero contro i francesi anche gli
abitanti di Castel Gandolfo, Albano e Velletri. Rimasero invece fedeli ai
francesi Marino e Frascati. Genzano e Lanuvio furono mantenute fedeli alla
causa repubblicana dalla presenza del principe Francesco Sforza-Cesarini, di
idee repubblicane, anche se alcuni cittadini di Nemi e Lanuvio si unirono
singolarmente ai rivoltosi. Ad Ariccia infine, il tumulto popolare contro la
Repubblica fu placato dall'intervento del clero, che temeva una rappresaglia
francese. Il primo scontro tra francesi e reazionari avvenne lungo la via
Appia, tra le Frattocchie e Castel Gandolfo, la notte del 28 febbraio 1798: i
francesi erano comandati dal generale Gioacchino Murat e spalleggiati da un reparto
di marinesi guidato dal frascatano Bartolomeo Bona; i reazionari ascendevano a
qualche migliaio, ed erano dotati di alcune armi da fuoco. La vittoria arrise
ai francesi, che occuparono Castel Gandolfo, saccheggiando e devastando il
Palazzo Pontificio; in seguito occuparono e saccheggiarono Albano, e Gioacchino
Murat si installò con il suo quartier generale a Villa Doria-Pamphilj. I
velletrani furono perdonati per la ribellione purché ricostituissero un governo
repubblicano. Il 29 novembre 1798 l'esercito napoletano di re Ferdinando IV di
Borbone entrò a Roma, già abbandonata dai francesi, segnando la prima fine
della Repubblica Romana e delle sue "sorelle". In seguito, il 7
dicembre i francesi rientrarono a Roma, facendo riprendere la breve parentesi
della Repubblica Romana fino al 30 settembre 1799, data dell'ingresso a Roma
del cardinal Pietro Ruffo, alla testa dell'armata napoletana, composta in buona
parte da contadini coscritti ed ex-briganti: i reparti più irrequieti, come
quello di Frà Diavolo, furono fatti accampare ai Castelli, per cui Frascati,
Marino ed Albano subirono saccheggio.
L'età napoleonica
(1800-1816)
Il 17 maggio 1805 il Lazio fu accorpato all'Impero di
Francia per volere di Napoleone Bonaparte; perciò i Castelli diventarono per undici
anni un angolo di Francia. Frascati, Marino, Albano, Genzano e Velletri furono
create capoluogo di Cantone del Dipartimento di Roma. Il feudalesimo fu
abrogato, e così anche vennero soppressi gli ordini religiosi e i loro beni
divennero del demanio: fece eccezione solamente l'Abbazia di San Nilo a
Grottaferrata, ai cui monaci fu concesso di rimanere nel monastero come privati
cittadini vista l'antichità dell'istituzione; il territorio dell'ex-Commenda di
Grottaferrata venne accorpato alla Municipalità di Marino. Nel 1808 venne
consacrata la Collegiata della Santissima Trinità a Genzano, grande luogo di
culto in stile neoclassico edificato su progetto di Giovanni Camporesi.
La Restaurazione dello Stato Pontificio (1816-1870)
Con il motu proprio Per ammirabile disposizione di papa
Pio VII del 6 luglio 1816, emanato appena l'intero territorio dello Stato
Pontificio tornò sotto la piena giurisdizione del Papa, venne istituita la
Comarca di Roma, forma speciale di Delegazione Apostolica, che includeva il
territorio dei Castelli Romani suddiviso nei Governi di Frascati, Albano e
Velletri. Con lo stesso motu proprio papa Pio VII incoraggiò l'eversione del
feudalesimo, perciò la maggior parte dei feudi fu abbandonata dai feudatari al
governo delle Comunità locali, da Marino ad Ariccia a Genzano, e rimasero
luoghi baronali ai Castelli solamente Colonna e Nemi, evertiti nel 1870. Papa
Gregorio XVI il 1° febbraio 1832 con motu proprio Luminose prove istituì la
Delegazione di Velletri, una nuova Delegazione Apostolica scorporata in parte
dalla Comarca di Roma in parte dalla Delegazione di Frosinone. Velletri divenne
così, oltre che capoluogo di Governo quale già era, anche sede di Delegazione e
dunque ospitò un tribunale di prima istanza. Inoltre, nell'ambito della
riorganizzazione dell'amministrazione dello Stato Pontificio, papa Gregorio XVI
istituì i Governi di Marino e Genzano, elevando entrambe le località a Città
rispettivamente nel 1835 e nel 1828. Ancora a papa Gregorio XVI si deve la
realizzazione di importanti infrastrutture viarie nell'area dei Castelli:
dall'apertura della via Gregoriana a Frascati, arteria che congiunge la via
Tuscolana e la via Maremmana, alla costruzione del ponte Gregoriano della via
Maremmana a Marino, fino alla realizzazione dei viadotti della via Appia tra
Ariccia e Genzano e alla progettazione del ponte di Ariccia. Il ponte di
Ariccia, alto 62 metri, venne inaugurato nel 1854 da papa Pio IX e fu una
maniera per aggirare gli antichi tracciatoi della via Appia, che erano accidentati
e più lunghi. Papa Pio IX tuttavia fu anche il primo Papa, nonché l'ultimo, ad
autorizzare la costruzione di linee ferroviarie nello Stato Pontificio: nel
1856 infatti venne inaugurata la ferrovia Roma-Frascati, prima linea
ferroviaria dello Stato Pontificio ed una delle prime d'Italia; alla
realizzazione di essa seguì l'inaugurazione, nel 1863, della ferrovia
Roma-Velletri, terza ferrovia dello Stato Pontificio, che originariamente
arrivava a Napoli via Valmontone e Cassino. Nell'anno 1856 la rete telegrafica
raggiunse Velletri. Il 3 giugno 1848 papa Pio IX concesse a Grottaferrata, che
dal 1816 era stata un appodiato, ovvero una frazione, della Comunità di
Frascati, la sospirata autonomia amminsitrativa: Grottaferrata aveva allora 695
abitanti, che diventeranno 1300 nel 1875. È il primo comune dei Castelli ad
ottenere l'indipendenza da un'altro comune. Nel 1849, durante le vicende della
Repubblica Romana, anche il territorio dei Castelli venne attraversato dalle
vicende alterne della guerra. Il 24 novembre 1848 papa Pio IX, fuggendo da
Roma, fece sosta ad Ariccia dove salì sulla carrozza dell'ambasciatore di
Baviera conte Spaur, diretto a Gaeta; in seguito all'invasione straniera dello
Stato ribelle, l'esercito napoletano di Ferdinando II di Borbone occupò
Velletri, quindi Genzano ed Albano: ma dovette ripiegare su Velletri dove una
colonna guidata da Giuseppe Garibaldi attaccò la celebre battaglia di Velletri,
conclusasi con la ritirata di entrambe le parti. Nel settembre 1870 l'esercito
italiano entrò a Roma dopo la presa di Porta Pia, ed anche i Castelli Romani
furono attraversati nei giorni precedenti e successivi al 20 settembre da
colonne di militari provenienti da Roma e da Frosinone. I Castelli entrarono
così a far parte del Regno d'Italia. Nel 1880 il Comune di Marino, per ovviare
ai lunghi tempi di progettazione della ferrovia dei Castelli, rimasta peraltro
ancor oggi una fantasia, decise autonomamente di realizzare una linea
ferroviaria, in realtà una tramvia a vapore, tra l'allora frazione di Ciampino,
già collegata a Roma per via ferrata, e il centro storico di Marino. Questa
linea, chiamata ferrovia Portonaccio-Marino, fu nel 1881 ripresa per realizzare
la ferrovia Roma-Albano, completata nel 1889, che in origine conduceva a
Nettuno via Cecchina.
Il XX secolo
Nel 1984 è stato creato il Parco Regionale dei Castelli
Romani, ente regionale di diritto pubblico con un territorio di circa 12.000
ettari dislocato nei comuni di Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo,
Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte
Compatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora e Velletri. La
sede del parco è stata collocata a Rocca di Papa, in Villa Barattolo. Dal 1988
invece parti dei comuni di Marino e Ciampino sono state incluse nel territorio
del Parco Regionale dell'Appia Antica, esteso su 3500 ettari ubicati in maggior
parte del comune di Roma.
Monumenti e luoghi d'interesse.
Chiese e conventi
Frascati: Basilica Cattedrale di San Pietro. Chiesa di
Santa Maria in Vivario. Chiesa del Gesù. Convento dei Padri Cappuccini. Chiesa
di San Bonaventura. Santuario di Santa Maria del Capocroce.
Grottaferrata : Abbazia di San Nilo. Chiesa del Sacro
Cuore.
Marino : Basilica Collegiata di San Barnaba Apostolo.
Chiesa della Santissima Trinità. Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Convento
del Santissimo Rosario. Convento dei Padri Trappisti. (Frattocchie) Santuario
di Santa Maria dell'Acquasanta.
Castel Gandolfo
: Collegiata di San Tommaso da Villanova
Chiesa di Santa Maria Assunta. Chiesa della Madonna del Lago. (Lago Albano)
Chiesa della Madonna della Cona.
Albano Laziale : Basilica Cattedrale di San Pancrazio.
Chiesa di San Pietro. Chiesa di San Paolo. Convento dei Padri Cappuccini.
Chiesa di Santa Maria della Stella. Santuario di Santa Maria della Rotonda.
Ariccia :
Collegiata di Santa Maria Assunta. Santuario di Santa Maria di Galloro.
Genzano di Roma : Collegiata della Santissima Trinità.
Chiesa di Santa Maria della Cima. Chiesa di Santa Maria Annunziata.
Nemi :
Parrocchiale di Santa Maria del Pozzo. Santuario del Crocifisso.
Lanuvio : Collegiata di Santa Maria Maggiore. Santuario
di Santa Maria delle Grazie.
Velletri : Basilica Cattedrale di San Clemente Magno.
Chiesa di Santa Maria del Trivio. Chiesa di San Martino da Tours. Convento dei
Padri Cappuccini.
Lariano : Parrocchiale di Sant'Eurosia.
Rocca di Papa :
Parrocchiale di Santa Maria Assunta. Santuario di Santa Maria del Tufo.
Rocca Priora : Parrocchiale di Santa Maria Assunta.
Chiesa di San Giuseppe Artigiano al Buero.
Monte Compatri : Parrocchiale di Santa Maria Assunta.
Convento di San Silvestro. Santuario di Santa Maria del Castagno.
Monte Porzio
Catone : Parrocchiale di San Gregorio Magno.
Eremo di Camaldoli.
Colonna :
Parrocchiale di San Nicola.
Palazzi e ville
Frascati : Palazzo
Marconi. Palazzo della Rocca. Villa Aldobrandini. Villa Grazioli. Villa Sora.
Villa Falconieri. Villa Torlonia.
Grottaferrata : Palazzo Santovetti. Palazzo della
Commenda. Villa Muti. Villa Lancellotti.
Marino : Palazzo Colonna. Palazzo Matteotti. Villa
Colonna di Belpoggio. Villa della Sirena. Barco Colonna. Giardini Colonna.
Castel Gandolfo :
Palazzo Pontificio. Villa Barberini.
Albano Laziale :
Palazzo Savelli. Palazzo Vescovile. Palazzo Pamphilj. Villa Doria-Pamphilj.
Villa Ferrajoli. Villa Venosa.
Ariccia : Palazzo Chigi. Barco Chigi.
Genzano di Roma :
Palazzo Sforza-Cesarini. Parco Sforza-Cesarini.
Nemi : Palazzo
Ruspoli.
Velletri : Palazzo Comunale. Palazzo Ginnetti. Palazzo
Vecchio. Villa Borgia.
Rocca di Papa : Villa del Cardinale.
Monte Compatri :
Palazzo Annibaldi.
Monte Porzio Catone : Palazzo Borghese. Villa Gammarelli.
Villa Mondragone. Barco Borghese.
Colonna : Palazzo
Colonna.
Castelli e fortificazioni
I Castelli Romani devono il loro toponimo alle
fortificazioni edificate sulle alture di questi luoghi da varie famiglie
baronali romane. La maggior parte di quelle fortificazioni oggi sono state
tuttavia distrutte o "ingentilite" e tramutate in residenze estive.
Ad oggi, l'unica vera fortificazione completamente conservata della zona è
rappresentata dalla cerchia muraria dell'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata,
realizzata nel XVI secolo dall'abate commendatario Giuliano Della Rovere.
Rimangono visibili parti più o meno consistenti delle antiche fortificazioni
anche nei centri storici di: Marino, con le torri della Rocca Frangipane in
piazza Giacomo Matteotti, scampate sia agli sventramenti seicenteschi che ai
bombardamenti del 1944; Genzano di Roma, con la torre "saracinesca"
del Corso Vecchio, salvatasi dall'estetizzazione ottocentesca; e Nemi, con la
torre di Palazzo Ruspoli, inglobata in quest'ultima struttura. Gli antichi castelli
baronali che invece sono stati riadattati a residenza patrizia a partire dal XV
secolo, sono:
Palazzo Vescovile o della Rocca a Frascati.
Palazzo Colonna a Marino, edificato sulla trecentesca
Rocca Orsini; sul fianco occidentale, rimasto incompiuto, si vedono ancora le
antiche mura della Rocca, chiamate "mura bramantesche" per una
probabilmente erronea attribuzione del progetto di esse al Bramante: invece il
bastione della Rocca venne inglobato nel costruendo palazzo progettato da
Antonio da Sangallo il Giovane.
Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, edificato su
progetto di Carlo Maderno a partire dal 1628 sui resti dell'antico Castrum
Ganduplhorum, il castello baronale che fu già dei Gandolfi e poi dei
Savelli.
Palazzo Savelli ad Albano Laziale, edificato a partire
dal XII secolo dai Savelli al centro di Albano, sulla via Appia, come complesso
fortificato, di questa antica funzione restano testimonianza solo le due torri
e la scarpata situate sul retro del palazzo, in piazza San Pietro.
Museo di geofisica di Rocca di Papa a Rocca di Papa,
edificato nel nucleo principale al tempo di papa Eugenio III, è stata usata a
lungo come fortezza pontificia prima di divenire un osservatorio astronomico.
Palazzo Savelli a Rocca Priora, edificato come castello
dei Savelli e cadente fino al XIX secolo, è stato ricostruito dal Comune dopo
il 1870, diventato sede municipale.
Palazzo Borghese a Monte Porzio Catone, nato
presumibilmente come ingresso fortificato al paese.
Numerose sono le fortificazioni erette nelle campagne a
controllo di vie di comunicazioni importanti o siti strategici, e tra questi
vanno menzionati:
Borghetto di Grottaferrata, sulla via Anagnina in comune
di Grottaferrata, la cui cerchia è oggi quasi interamente integra; edificato
nel X secolo dai Conti di Tuscolo, passò alla famiglia Savelli e infine
all'Abbazia di San Nilo di Grottaferrata;
Castello di Molara, nella Valle Latina sempre in
territorio di Grottaferrata, edificato dalla famiglia Annibaldi che ne fece il
proprio principale castello nella zona; fu abbandonato nel corso del XVI
secolo;
Castel Savello, in comune di Albano Laziale, fu un
importante castello dei Savelli raso al suolo nel 1436 e spopolatosi del tutto
nel XVII secolo;
Castello di Malafitto, edificato dai Savelli e in seguito
appartenuto ai Colonna, i suoi resti sono situati a picco sul Lago Albano tra i
comuni di Albano Laziale, Ariccia e Rocca di Papa, domina l'antica via postale
tra Roma e Velletri ed è collocato in un'area ricca di acque;
Castel de Paolis, situato tra Marino e Grottaferrata su
un'antica villa romana, appartenne all'Abbazia di San Nilo di Grottaferrata;
Castel San Gennaro, situato tra Genzano di Roma e
Velletri lungo l'antico tracciato della via Appia, fu a lungo conteso tra la
Comunità velletrana e i Colonna;
Castello di Lariano, in comune di Lariano, fu antica e
importante castellania inalieanbile di proprietà dei Savelli sulle pendici del
Monte Artemisio, fu distrutto nel 1436;
Castelluccia, ubicato in comune di Marino, l'antico
castello sorse nel X secolo e venne raso al suolo da Cola di Rienzo nel 1347;
Torre Iacova, situata in comune di Colonna, è un
importante punto di vedetta sulla Valle Pedana;
Torrione Micara, situato in comune di Frascati, è una
torre di vedetta sulla via Tuscolana;
Tor di Montagnano, situata tra i comuni di Albano
Laziale, Ariccia e Genzano di Roma, è un'antica torre di vedetta posta verso il
mar Tirreno.
Fontane
e monumenti
Fontane
Tra le fontane più note dei Castelli c'è sicuramente la
seicentesca fontana dei Quattro Mori di piazza Giacomo Matteotti a Marino,
risalente al 1632 e nota per il "miracolo del vino", che si ripete
ogni anno per la Sagra dell'Uva. Ancora, a Marino è presente la fontana del
Tritone, opera dello scultore Michele Tripisciano risalente al 1889. Un'altra
nota fontana del Vino è situata a Genzano di Roma, in piazza Tommaso Frasconi,
e risale al XIX secolo. La fontana degli Scogli a Lanuvio è una celebre opera
dell'architetto Carlo Fontana risalente al 1675, situata in piazza Giuseppe
Mazzini. È monumentale anche la fontana di piazza San Pietro a Frascati,
risalente al XVII secolo e costruita in abbinamento alla vicina Cattedrale di
San Pietro. Gian Lorenzo Bernini forse realizzò il progetto della Barcaccia di
piazza Giuseppe Garibaldi a Rocca di Papa, realizzata in un unico blocco
tufaceo. Sempre a Rocca di Papa, sono notevoli la fontana di piazza della
Repubblica, risalente al XIX secolo, e il fontanile di piazza XX Settembre, già
piazza Vecchia, risalente all'epoca di edificazione del castello. A Velletri,
molte fontane monumentali furono realizzate nel XVII secolo dopo che
l'ingegnere Giovanni Fontana porto a termine la costruzione dell'acquedotto:
tra le altre, ricordiamo la fontana monumentale di piazza Cairoli, edificata
nel 1622, originariamente accoppiata sulla stessa piazza ad una fontana gemella
rimasta incompiuta e quindi distrutta, e la fontana monumentale di piazza
Mazzini, realizzata nel 1612 con la raffigurazione di alcune scene mitologiche.
Monumenti
Ad Ariccia, in piazza di Corte, il principe Sigismondo
Chigi volle far costruire un monumento a Simon Mago: fece collocare sotto il
porticato monumentale da lui finanziato un sarcofago romano rinvenuto nel Barco
Chigi ed un monumento sepolcrale per il personaggio evangelico Simon Mago,
secondo la leggenda sepolto lungo la via Appia fuori Roma.
Resti archeologici
Il territorio dei Castelli Romani è una della aree più
ricche di reperti archeologici della provincia di Roma. Sono da menzionare
particolarmente:
Rovine di
Tusculum, in comune di Monte Porzio Catone. Antica città latina, fondata sul
Tuscolo, fu a lungo potente antagonista di Roma; nel Medioevo, divenne residenza
dei potenti Conti di Tuscolo, fino a che non venne rasa al suolo nel 1191.
Sulla sommità del colle rimagono i ruderi di numerose ville suburbane, fra cui
un fondo di Marco Tullio Cicerone, resti dell'abitato, del Foro e del teatro
romano, dell'Acropoli e di varie costruzioni medioevali, fra cui anche una
chiesa.
Circuito archeologico dei Castra Albana, ad Albano
Laziale. I Castra Albana furono un complesso fortificato edificato sulla via
Appia da Settimio Severo come alloggiamento della Legio II Parthica. Oggi
restano in luce le grandi Terme di Caracalla o di Cellomaio, la Porta Pretoria,
i Cisternoni, l' Anfiteatro, e parte dell'antica cerchia muraria, oltre al
ninfeo romano che oggi è occupato dal Santuario di Santa Maria della Rotonda.
Museo delle Navi e Tempio di Diana Nemorense, in comune
di Nemi sul Lago di Nemi. Il Museo delle Navi è stato costruito nel 1932, ma le
due grandi navi attribuite a Caligola sono state bruciate durante la seconda
guerra mondiale nel 1944. Restano tuttavia alcuni reperti interessanti, assieme
ai resti del famoso Tempio di Diana Nemorense, noto per la pratica
dell'elezione del rex Nemorenses.
Mitreo di Marino, a Marino. Scoperto nel 1962, è uno dei
due mitrei dipinti d'Italia oltre che uno dei meglio conservati al mondo.
Complesso monumentale di Lanuvium, a Lanuvio. È il
complesso rappresentato dall'antica città latina e poi romana e dall'annesso
Tempio di Giunone Sospita. Interessante anche ponte Loreto, poco fuori
dall'abitato moderno, ponte romano della via Anziate.
Villa di Domiziano
a Castel Gandolfo, nell'area extra-territoriale di Villa Barberini a Castel
Gandolfo. È un enorme complesso residenziale voluto dall'imperatore Domiziano,
dotato di circo, teatro, santuario, ninfei e palazzo monumentale. Sono visibili
i ruderi del criptoportico, del teatro, e dell'ingresso al palazzo.
Altri siti di interesse archeologico sono quello di
Bovillae, in comune di Marino, in cui sono venuti alla luce resti del circo
romano, e di Aricia, in comune di Ariccia, dove sono visibili i resti del
monumentale viadotto della via Appia. In età romana, vennero edificate varie
ville suburbane sui Colli Albani. Oltre alla grande Villa di Domiziano a Castel
Gandolfo, sono oggi visibili alcune di queste ville, mentre altre sono andate
distrutte. Fra le più importanti:
Villa di Gneo Pompeo Magno, ad Albano Laziale dentro
Villa Doria-Pamphilj;
Villa di Publio Clodio Pulcro, a Castel Gandolfo, in
località Ercolano;
Villa di Aulo
Vitellio Germanico, ad Ariccia, in località Monte Gentile;
Villa di Caio Giulio Cesare, a Nemi;
Villa della gens Ottavia, a Velletri;
Villa degli Scriboni-Libones, tra Marino e Grottaferrata,
in località Colle Cimino;
Villa di Lucio Licinio Lucullo, a Frascati. Si pensa che
una villa romana sorgesse anche in prossimità dell'attuale cimitero di Genzano
di Roma. Invece l'ubicazione di una villa di Marco Tullio Cicerone è poco
chiara, forse perché possedeva due tenute, una villa vera e propria a
Grottaferrata, nel sito dell'Abbazia di San Nilo, e un fondo sul Tuscolo. Due
catacombe sono state scoperte nel territorio castellano:
Catacombe di Ad Decimum, a Grottaferrata;
Catacombe di San Senatore, ad Albano Laziale.
Un terza catacomba venne scoperta nel XVIII secolo sulla
via Appia in comune di Marino, ma se ne è persa attualmente l'ubicazione.
Infine luoghi molto importanti dal punto di vista archeologico sono:
Monte Cavo, in comune di Rocca di Papa, sulla cui vetta
sono stati rinvenute agli inizi degli anni venti del XX secolo tracce del
leggendario tempio di Giove Laziale, tempio che era il santuario confederale
della Lega Latina; inoltre le pendici del monte sono calcate dalla Via Sacra,
strada lastricata che dalla via Appia giunge alla cima di Monte Cavo
attraversando anche il comune di Ariccia.
Palazzolo, in
comune di Rocca di Papa, dove lungo la Via Sacra presso la Villa del Cardinale
c'è un monumento marmoreo, probabile sepoltura di uno Scipione: la fantasia
degli antichi pensò che fosse un palazzo dell'antica Alba Longa, donde il
toponimo palatiolum. In prossimità di questo sito, comunque, si pensa
comunemente sorgesse la leggendaria Alba Longa. Alcuni resti risalgono anche
all'età preistorica: interessanti reperti sono conservati presso il Museo
Civico di Albano Laziale e presso il Museo Civico Oreste Nardini di Velletri,
mentre a Villa Cavalletti, tra Frascati e Grottaferrata, è stata rinvenuta una
necropoli neolitica che con una cinquantina di tombe è la necropoli neolitica
più grande del Lazio; altri resti preistorici sono stati trovati a Marino,
località San Rocco, a Castel Gandolfo, località Pascolari, ad Albano Laziale,
località Castel Savello e Colle dei Cappuccini, ad Ariccia, località
Ginestreto, a Rocca Priora, presso il Monte Algido, a Monte Porzio Catone, sul
Tuscolo, e a Velletri. Recentemente è stata scoperta nel territorio comunale di
Albano Laziale, località Cecchina, l'ubicazione dell'antico Lucus Ferentinus,
cioè il luogo sacro dove si riuniva la federazione delle città appartenenti
alla Lega Latina. Secondo altre ipotesi, il Lucus potrebbe essere ubicato in
località Prato della Corte, tra i comuni di Marino e Rocca di Papa, dove già è
stato identificato comunemente il Caput Aquae Ferentinum.
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