sabato 22 giugno 2013

Bellezze di Roma: i Castelli Romani

CHI VA A ROMA COME TURISTA NON DOVREBBE PERDERE IL FAMOSO GIRO DEI CASTELLI    ROMANI TRA  I  SUOI  COLLI, I MONASTERI, LE FONTANE  I SITI ARCHEOLOGICI  E  LE  FAMOSE VILLE  ROMANE...

DOPO OSTIA ANTICA E I MUSEI VATICANI, È SICURAMENTE UN PERCORSO OBBLIGATO PER NON PERDERE LE MERAVIGLIE DI QUESTI LUOGHI: PERCHÉ ROMA, NON È SOLO... ROMA!!!



Le origini del nome
 Dopo la caduta dell'Impero Romano, nell'area dei Colli Albani, iniziarono ad essere costruiti punti fortificati di proprietà di varie famiglie baronali romane, che si evolvettero in seguito anche in veri e propri castelli durante l'età medioevale. Il toponimo di "Castelli Romani" per indicare i quattordici -o sedici- comuni dei Colli Albani si iniziò a diffondere a partire dal XIX secolo, divenendo d'uso comune durante il XX secolo.

 Età antica (3000 a.C. - 476)

In età preistorica, l'area dei Castelli Romani fu abitata fin dal primo millennio a.C. da popolazione indoeuropee che praticavano l'inumanto dei cadaveri: questi popoli, chiamati Albani o più generalmente Latini, diedero vita alla cultura laziale. Secondo il mito, i Castelli Romani furono teatro della guerra tra Enea e Turno, che si concluse con la vittoria dei Troiani e la fondazione di Lavinio. Ascanio, figlio di Enea, fondò quindi una nuova capitale, Alba Longa, situata nei dintorni del Lago Albano, nel territorio degli attuali comuni di Castel Gandolfo, Marino, Albano Laziale e Rocca di Papa. Altre importanti città latine erano Aricia, in comune di Ariccia, Cobrium, forse l'attuale Rocca Priora, Cabum, nel territorio di Rocca di Papa, Bovillae e Mugillae, in territorio di Marino, Corioli, presso Genzano di Roma, Lanuvium, oggi Lanuvio, Velitrae, oggi Velletri, Labicum, probabilmente Colonna.
Medioevo (476 - 1501)
 Subito dopo la caduta dell'Impero Romano, le antiche città romane iniziarono a decadere. Bovillae scomparve dalle carte geografiche già prima del 1000, Aricia venne saccheggiata più volte dai barbari, i Castra Albana furono abbandonati dalla Legio II Parthica, Labicum divenne Labicum Quintanenses, prima di scomparire anche dalle cartine geografiche.

 Età moderna (1501 - 1798)
Il XVI  ed il  XVII secolo.
Il XVI secolo vede ai Castelli una grande intensificazione dell'edilizia monumentale e dell'urbanizzazione in generale. Ciò è dovuto al cessare del periodo di insicurezza legato alle continue guerre tra le famiglie baronali romani, e alla maggiore attenzione data ai feudatari anche alla parte estetica dei loro feudi. Anzitutto, nel 1604 Castel Gandolfo fu inclusa da papa Clemente VIII tra i beni de non alienandis, et infeudandis della Santa Sede, ovvero il feudo castellano sarebbe rimasto perennemente infeudato alla Camera Apostolica. In seguito a ciò, diversi Pontefici si curarono di migliorare la vita del feudo: nel 1611 papa Paolo V ordinò il prosciugamento del Laghetto di Turno e la conduzione a Castel Gandolfo delle acque di Palazzolo; lo stesso Papa nel 1619 consacrò sempre a Castel Gandolfo la Chiesa di Santa Maria Assunta con il convento dei PP. Francescani Riformati. Ma papa Paolo V aveva un grande progetto, cioè la realizzazione della residenza estiva ufficiale dei Pontefici: a questo scopo aveva iniziato a far costruire Villa Mondragone a Monte Porzio Catone. Il suo successore papa Urbano VIII (1623-1644) sarà però di diversa tendenza: nel 1626 Urbano VIII fu infatti il primo Papa ad emanare una bolla ex Arce Gandulphi, avviando così l'usanza delle villeggiature papali nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, appena edificato sotto la direzione di Carlo Maderno. Sempre ad Urbano VIII dobbiamo la realizzazione delle due "gallerie" alberate, la Galleria di Sotto e la Galleria di Sopra, che collegano Albano e Castel Gandolfo. Nel frattempo, anche nel resto dei Castelli fervevano fabbriche di nuove costruzioni: a Frascati, nel 1612 fu consacrato il Santuario del Capocroce, mentre l'architetto Ottaviano Nonni tra il 1599 ed il 1636 completava la Basilica Cattedrale di San Pietro, ancora priva di facciata. A Marino il principe Filippo I Colonna, che poteva fregiarsi del titolo di Duca di Marino concesso allo zio cardinal Ascanio nel 1606, ordinò nel 1622 la costruzione della torre quadrangolare di Palazzo Colonna, ultimo tassello alla fabbrica del palazzo. Sempre a Filippo I Colonna dobbiamo la costruzione della Villa Colonna di Belpoggio a Marino. Suo figlio, cardinal Girolamo Colonna, ordinò all'architetto Antonio del Grande di realizzare a Marino la Basilica Collegiata di San Barnaba (1640-1662), e a Rocca di Papa la Parrocchiale di Santa Maria Assunta (1664-1731). Nel 1636 la Congregazione dei Chierici Regolari Minori iniziò la costruzione della Chiesa della Santissima Trinità a Marino come sede per un miracoloso Crocifisso. Il cardinal Girolamo Colonna fu anche il committente di due ville suburbane, una nella frazione Frattocchie di Marino, Villa della Sirena, una in località Palazzolo di Rocca di Papa, Villa del Cardinale. Ad Albano i Savelli, nonostante le grandi difficotà economiche in cui versavano, posero in opera la costruzione della Chiesa di San Bonaventura con annesso convento dei PP. Cappuccini (1619). In quel di Genzano, il duca Giuliano III Cesarini nel 1636 provvide a ricostruire la Chiesa di Santa Maria della Cima (1636-1650), sotto la guida dell'architetto Giovanni Antonio De Rossi: difatti a partire dal 1643 lo stesso duca iniziò a concepire, assieme all'architetto Ludovico Gregorini, il sistema stradario delle Olmate, grandi stradoni fiancheggiati da quattro file di olmi che formano oggi due tridenti attorno ai quali è cresciuta la Genzano Nuova sei-settecentesca. A Genzano si stabilirono, presso l'attuale Convento dei Cappuccini, i PP. Cappuccini scacciati nel 1637 da Nemi a causa della carenza di acqua condotta. A Nemi nel frattempo il feudatario Mario Frangipane finanziò la ricostruzione della Parrocchiale di Santa Maria del Pozzo. Velletri nella prima metà del XVI secolo ottenne finalmente l'acqua condotta dalle sorgenti della Faiola e di Monte Artemisio, grazie ad un progetto dell'architetto Giovanni Fontana datato attorno al 1612: iniziarono così ad essere edificate molte fontane, di cui ricordiamo le fontane gemelle di piazza Cairoli, di cui oggi sopravvive solo la più recente, datata 1622; l'altra incompiuta era del 1618; la fontana di piazza Mazzini, datata 1612 ma rifatta nel 1623. Sempre a Velletri tra il 1622 ed il 1759 si ricostruì la Chiesa di Santa Maria del Trivio, su progetto di Carlo Maderno. Papa Alessandro VII (1655-1667) fu il secondo Papa della famiglia Chigi; finanziò la costruzione della Collegiata di San Tommaso da Villanova (1658-1661) su progetto di Gian Lorenzo Bernini e la sistemazione del Palazzo Pontificio a Castel Gandolfo (1660) e ordinò la realizzazione della odierna Strada Provinciale dei Cappuccini, già via Alessandrina, che congiunge Castel Gandolfo ed Albano a Palazzolo lungo il crinale meridionale del Lago Albano. I nipoti di papa Alessandro VII, il principe Agostino Chigi ed il cardinal Flavio Chigi, quest'ultimo già possessore di una villa a Pavona, decisero di acquistare nel 1661 il feudo di Ariccia dalla famiglia Savelli, oberata dai debiti. Appena venuti in possesso del feudo, i Chigi si interessarono a migliorarlo anche esteticamente: fecero erigere così la Collegiata di Santa Maria Assunta (1663-1665) e l'antistante Palazzo Chigi, circondato dal grande Parco Chigi: nella progettazione di tutti questi edifici mise mano Gian Lorenzo Bernini. Il duca Filippo Cesarini nel 1675 finanziò la ricostruzione della Collegiata di Santa Maria Maggiore a Lanuvio, il cui campanile è attribuito a Francesco Borromini. Nello stesso anno, fu realizzata a Lanuvio la monumentale fontana degli Scogli. Al di là delle grandi opere realizzate, il XVI secolo portò ai Castelli anche una grande pestilenza, quella del 1656-1657. La peste a Roma si diffuse nel giugno 1656, via Napoli, partendo dal Trastevere: immediatamente, le autorità presero provvedimenti al riguardo. L'area più colpita dalla peste ai Castelli fu quella tra Frascati, Grottaferrata e Marino: alcuni studiosi ipotizzano che il toponimo Valle dei Morti dato alla vallata sottostante Marino verso Colle Cimino sia collegabile alla pestilenza del 1656, in quanto questa zona, fondo dell'Abbazia di San Nilo di Grottaferrata, fu concessa dai monaci come luogo di sepoltura per gli appestati. Anche a Velletri la peste imperversava, e in città i PP. Cappuccini furono incaricati di occuparsi della cura degli ammalati nel corpo e nello spirito. Ariccia, quasi per miracolo ma molto più per la posizione allora fuori mano dell'abitato, venne risparmiata dal morbo, tanto che gli abitanti eressero una nuova chiesa dedicata a san Rocco, protettore degli appestati. Nuovi luoghi di culto a san Rocco sorsero un pò dovunque, da Frascati, dove i santi Rocco e Sebastiano furono proclamati patroni e gli fu dedicata l'ex-cattedrale, ora Chiesa di Santa Maria al Vivaro, a Marino, dove nel mese di agosto erano solenni i festeggiamenti per il santo, ad Albano, fino a Rocca di Papa e Velletri.

 Il XVIII secolo
Nel XVIII secolo furono portate a compimento molte grandi opere urbanistiche: dalle Olmate di Genzano fino alla ricostruzione della Basilica Cattedrale di San Pancrazio ad Albano (1719-1721), opera dell'architetto Filippo Buratti.

 Età contemporanea (1798 - 1944)
La Repubblica Romana (1798-1799)
Il 10 febbraio 1798 il generale francese Louis Alexandre Berthier entrò a Roma sfruttando come pretesto l'uccisione in un tumulto popolare del generale francese Leonard Duphot, in servizio presso l'ambasciata di Francia nello Stato Pontificio. Si dice che in concomitanza dell'invasione francese, alcune immagini della Madonna (Madre di Dio)|Madonna abbiano pianto: una di queste, la Madonna di Giani, è ancora oggi esposta a Marino. Il cardinale vescovo di Velletri Giuseppe Albani abbandonò Roma insieme ad altri prelati, riparando a Velletri. Nel frattempo, il 15 febbraio nel Foro Romano venne proclamata la Repubblica Romana, presente come patriota anche il principe Francesco Sforza-Cesarini, signore di Genzano e Lanuvio. Appena giunse ai Castelli la notizia che a Roma era stata proclamata la Repubblica e che il Papa si apprestava a fuggire a Siena, la minoranza filo-francese prese il sopravvento: già il 12 febbraio 1798 Frascati aveva proclamato una repubblica, e il 18 febbraio Albano e Velletri si auto-proclamarono "repubbliche sorelle" della Repubblica Romana, abbattendo i simboli pontifici e innalzando nelle piazze principali gli alberi della libertà. Marino si proclamò "repubblica sorella" solo ai primi di marzo 1798. Viste le difficoltà incontrate dai nuovi regimi repubblicani, specialmente nelle località ex-dominio della Camera Apostolica come Albano, Castel Gandolfo, Frascati e Velletri, il popolo ben presto insorse contro il nuovo regime: il 25 febbraio 1798 così insieme agli abitanti di Trastevere insorsero contro i francesi anche gli abitanti di Castel Gandolfo, Albano e Velletri. Rimasero invece fedeli ai francesi Marino e Frascati. Genzano e Lanuvio furono mantenute fedeli alla causa repubblicana dalla presenza del principe Francesco Sforza-Cesarini, di idee repubblicane, anche se alcuni cittadini di Nemi e Lanuvio si unirono singolarmente ai rivoltosi. Ad Ariccia infine, il tumulto popolare contro la Repubblica fu placato dall'intervento del clero, che temeva una rappresaglia francese. Il primo scontro tra francesi e reazionari avvenne lungo la via Appia, tra le Frattocchie e Castel Gandolfo, la notte del 28 febbraio 1798: i francesi erano comandati dal generale Gioacchino Murat e spalleggiati da un reparto di marinesi guidato dal frascatano Bartolomeo Bona; i reazionari ascendevano a qualche migliaio, ed erano dotati di alcune armi da fuoco. La vittoria arrise ai francesi, che occuparono Castel Gandolfo, saccheggiando e devastando il Palazzo Pontificio; in seguito occuparono e saccheggiarono Albano, e Gioacchino Murat si installò con il suo quartier generale a Villa Doria-Pamphilj. I velletrani furono perdonati per la ribellione purché ricostituissero un governo repubblicano. Il 29 novembre 1798 l'esercito napoletano di re Ferdinando IV di Borbone entrò a Roma, già abbandonata dai francesi, segnando la prima fine della Repubblica Romana e delle sue "sorelle". In seguito, il 7 dicembre i francesi rientrarono a Roma, facendo riprendere la breve parentesi della Repubblica Romana fino al 30 settembre 1799, data dell'ingresso a Roma del cardinal Pietro Ruffo, alla testa dell'armata napoletana, composta in buona parte da contadini coscritti ed ex-briganti: i reparti più irrequieti, come quello di Frà Diavolo, furono fatti accampare ai Castelli, per cui Frascati, Marino ed Albano subirono saccheggio.

 L'età napoleonica (1800-1816)
Il 17 maggio 1805 il Lazio fu accorpato all'Impero di Francia per volere di Napoleone Bonaparte; perciò i Castelli diventarono per undici anni un angolo di Francia. Frascati, Marino, Albano, Genzano e Velletri furono create capoluogo di Cantone del Dipartimento di Roma. Il feudalesimo fu abrogato, e così anche vennero soppressi gli ordini religiosi e i loro beni divennero del demanio: fece eccezione solamente l'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata, ai cui monaci fu concesso di rimanere nel monastero come privati cittadini vista l'antichità dell'istituzione; il territorio dell'ex-Commenda di Grottaferrata venne accorpato alla Municipalità di Marino. Nel 1808 venne consacrata la Collegiata della Santissima Trinità a Genzano, grande luogo di culto in stile neoclassico edificato su progetto di Giovanni Camporesi.

La Restaurazione dello Stato Pontificio (1816-1870)
Con il motu proprio Per ammirabile disposizione di papa Pio VII del 6 luglio 1816, emanato appena l'intero territorio dello Stato Pontificio tornò sotto la piena giurisdizione del Papa, venne istituita la Comarca di Roma, forma speciale di Delegazione Apostolica, che includeva il territorio dei Castelli Romani suddiviso nei Governi di Frascati, Albano e Velletri. Con lo stesso motu proprio papa Pio VII incoraggiò l'eversione del feudalesimo, perciò la maggior parte dei feudi fu abbandonata dai feudatari al governo delle Comunità locali, da Marino ad Ariccia a Genzano, e rimasero luoghi baronali ai Castelli solamente Colonna e Nemi, evertiti nel 1870. Papa Gregorio XVI il 1° febbraio 1832 con motu proprio Luminose prove istituì la Delegazione di Velletri, una nuova Delegazione Apostolica scorporata in parte dalla Comarca di Roma in parte dalla Delegazione di Frosinone. Velletri divenne così, oltre che capoluogo di Governo quale già era, anche sede di Delegazione e dunque ospitò un tribunale di prima istanza. Inoltre, nell'ambito della riorganizzazione dell'amministrazione dello Stato Pontificio, papa Gregorio XVI istituì i Governi di Marino e Genzano, elevando entrambe le località a Città rispettivamente nel 1835 e nel 1828. Ancora a papa Gregorio XVI si deve la realizzazione di importanti infrastrutture viarie nell'area dei Castelli: dall'apertura della via Gregoriana a Frascati, arteria che congiunge la via Tuscolana e la via Maremmana, alla costruzione del ponte Gregoriano della via Maremmana a Marino, fino alla realizzazione dei viadotti della via Appia tra Ariccia e Genzano e alla progettazione del ponte di Ariccia. Il ponte di Ariccia, alto 62 metri, venne inaugurato nel 1854 da papa Pio IX e fu una maniera per aggirare gli antichi tracciatoi della via Appia, che erano accidentati e più lunghi. Papa Pio IX tuttavia fu anche il primo Papa, nonché l'ultimo, ad autorizzare la costruzione di linee ferroviarie nello Stato Pontificio: nel 1856 infatti venne inaugurata la ferrovia Roma-Frascati, prima linea ferroviaria dello Stato Pontificio ed una delle prime d'Italia; alla realizzazione di essa seguì l'inaugurazione, nel 1863, della ferrovia Roma-Velletri, terza ferrovia dello Stato Pontificio, che originariamente arrivava a Napoli via Valmontone e Cassino. Nell'anno 1856 la rete telegrafica raggiunse Velletri. Il 3 giugno 1848 papa Pio IX concesse a Grottaferrata, che dal 1816 era stata un appodiato, ovvero una frazione, della Comunità di Frascati, la sospirata autonomia amminsitrativa: Grottaferrata aveva allora 695 abitanti, che diventeranno 1300 nel 1875. È il primo comune dei Castelli ad ottenere l'indipendenza da un'altro comune. Nel 1849, durante le vicende della Repubblica Romana, anche il territorio dei Castelli venne attraversato dalle vicende alterne della guerra. Il 24 novembre 1848 papa Pio IX, fuggendo da Roma, fece sosta ad Ariccia dove salì sulla carrozza dell'ambasciatore di Baviera conte Spaur, diretto a Gaeta; in seguito all'invasione straniera dello Stato ribelle, l'esercito napoletano di Ferdinando II di Borbone occupò Velletri, quindi Genzano ed Albano: ma dovette ripiegare su Velletri dove una colonna guidata da Giuseppe Garibaldi attaccò la celebre battaglia di Velletri, conclusasi con la ritirata di entrambe le parti. Nel settembre 1870 l'esercito italiano entrò a Roma dopo la presa di Porta Pia, ed anche i Castelli Romani furono attraversati nei giorni precedenti e successivi al 20 settembre da colonne di militari provenienti da Roma e da Frosinone. I Castelli entrarono così a far parte del Regno d'Italia. Nel 1880 il Comune di Marino, per ovviare ai lunghi tempi di progettazione della ferrovia dei Castelli, rimasta peraltro ancor oggi una fantasia, decise autonomamente di realizzare una linea ferroviaria, in realtà una tramvia a vapore, tra l'allora frazione di Ciampino, già collegata a Roma per via ferrata, e il centro storico di Marino. Questa linea, chiamata ferrovia Portonaccio-Marino, fu nel 1881 ripresa per realizzare la ferrovia Roma-Albano, completata nel 1889, che in origine conduceva a Nettuno via Cecchina.

 Il XX secolo
Nel 1984 è stato creato il Parco Regionale dei Castelli Romani, ente regionale di diritto pubblico con un territorio di circa 12.000 ettari dislocato nei comuni di Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora e Velletri. La sede del parco è stata collocata a Rocca di Papa, in Villa Barattolo. Dal 1988 invece parti dei comuni di Marino e Ciampino sono state incluse nel territorio del Parco Regionale dell'Appia Antica, esteso su 3500 ettari ubicati in maggior parte del comune di Roma.

Monumenti e luoghi d'interesse.

Chiese e conventi
Frascati: Basilica Cattedrale di San Pietro. Chiesa di Santa Maria in Vivario. Chiesa del Gesù. Convento dei Padri Cappuccini. Chiesa di San Bonaventura. Santuario di Santa Maria del Capocroce.
Grottaferrata : Abbazia di San Nilo. Chiesa del Sacro Cuore.
Marino : Basilica Collegiata di San Barnaba Apostolo. Chiesa della Santissima Trinità. Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Convento del Santissimo Rosario. Convento dei Padri Trappisti. (Frattocchie) Santuario di Santa Maria dell'Acquasanta.
 Castel Gandolfo :  Collegiata di San Tommaso da Villanova Chiesa di Santa Maria Assunta. Chiesa della Madonna del Lago. (Lago Albano) Chiesa della Madonna della Cona.
Albano Laziale : Basilica Cattedrale di San Pancrazio. Chiesa di San Pietro. Chiesa di San Paolo. Convento dei Padri Cappuccini. Chiesa di Santa Maria della Stella. Santuario di Santa Maria della Rotonda.
 Ariccia : Collegiata di Santa Maria Assunta. Santuario di Santa Maria di Galloro.
Genzano di Roma : Collegiata della Santissima Trinità. Chiesa di Santa Maria della Cima. Chiesa di Santa Maria Annunziata.
Nemi :  Parrocchiale di Santa Maria del Pozzo. Santuario del Crocifisso.
Lanuvio : Collegiata di Santa Maria Maggiore. Santuario di Santa Maria delle Grazie.
Velletri : Basilica Cattedrale di San Clemente Magno. Chiesa di Santa Maria del Trivio. Chiesa di San Martino da Tours. Convento dei Padri Cappuccini.
 Lariano :  Parrocchiale di Sant'Eurosia.
 Rocca di Papa : Parrocchiale di Santa Maria Assunta. Santuario di Santa Maria del Tufo.
Rocca Priora : Parrocchiale di Santa Maria Assunta. Chiesa di San Giuseppe Artigiano al Buero.
Monte Compatri : Parrocchiale di Santa Maria Assunta. Convento di San Silvestro. Santuario di Santa Maria del Castagno.
 Monte Porzio Catone :  Parrocchiale di San Gregorio Magno. Eremo di Camaldoli.
 Colonna : Parrocchiale di San Nicola.

Palazzi e ville
Frascati :  Palazzo Marconi. Palazzo della Rocca. Villa Aldobrandini. Villa Grazioli. Villa Sora. Villa Falconieri. Villa Torlonia.
Grottaferrata : Palazzo Santovetti. Palazzo della Commenda. Villa Muti. Villa Lancellotti.
Marino : Palazzo Colonna. Palazzo Matteotti. Villa Colonna di Belpoggio. Villa della Sirena. Barco Colonna. Giardini Colonna.
 Castel Gandolfo : Palazzo Pontificio. Villa Barberini.
 Albano Laziale : Palazzo Savelli. Palazzo Vescovile. Palazzo Pamphilj. Villa Doria-Pamphilj. Villa Ferrajoli. Villa Venosa.
Ariccia : Palazzo Chigi. Barco Chigi.
 Genzano di Roma : Palazzo Sforza-Cesarini. Parco Sforza-Cesarini.
 Nemi : Palazzo Ruspoli.
Velletri : Palazzo Comunale. Palazzo Ginnetti. Palazzo Vecchio. Villa Borgia.
Rocca di Papa : Villa del Cardinale.
 Monte Compatri : Palazzo Annibaldi.
Monte Porzio Catone : Palazzo Borghese. Villa Gammarelli. Villa Mondragone. Barco Borghese.
 Colonna : Palazzo Colonna.

Castelli e fortificazioni
I Castelli Romani devono il loro toponimo alle fortificazioni edificate sulle alture di questi luoghi da varie famiglie baronali romane. La maggior parte di quelle fortificazioni oggi sono state tuttavia distrutte o "ingentilite" e tramutate in residenze estive. Ad oggi, l'unica vera fortificazione completamente conservata della zona è rappresentata dalla cerchia muraria dell'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata, realizzata nel XVI secolo dall'abate commendatario Giuliano Della Rovere. Rimangono visibili parti più o meno consistenti delle antiche fortificazioni anche nei centri storici di: Marino, con le torri della Rocca Frangipane in piazza Giacomo Matteotti, scampate sia agli sventramenti seicenteschi che ai bombardamenti del 1944; Genzano di Roma, con la torre "saracinesca" del Corso Vecchio, salvatasi dall'estetizzazione ottocentesca; e Nemi, con la torre di Palazzo Ruspoli, inglobata in quest'ultima struttura. Gli antichi castelli baronali che invece sono stati riadattati a residenza patrizia a partire dal XV secolo, sono:
Palazzo Vescovile o della Rocca a Frascati.
Palazzo Colonna a Marino, edificato sulla trecentesca Rocca Orsini; sul fianco occidentale, rimasto incompiuto, si vedono ancora le antiche mura della Rocca, chiamate "mura bramantesche" per una probabilmente erronea attribuzione del progetto di esse al Bramante: invece il bastione della Rocca venne inglobato nel costruendo palazzo progettato da Antonio da Sangallo il Giovane.
Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, edificato su progetto di Carlo Maderno a partire dal 1628 sui resti dell'antico Castrum Ganduplhorum, il castello baronale che fu già dei Gandolfi e poi dei Savelli. 
Palazzo Savelli ad Albano Laziale, edificato a partire dal XII secolo dai Savelli al centro di Albano, sulla via Appia, come complesso fortificato, di questa antica funzione restano testimonianza solo le due torri e la scarpata situate sul retro del palazzo, in piazza San Pietro.
Museo di geofisica di Rocca di Papa a Rocca di Papa, edificato nel nucleo principale al tempo di papa Eugenio III, è stata usata a lungo come fortezza pontificia prima di divenire un osservatorio astronomico.
Palazzo Savelli a Rocca Priora, edificato come castello dei Savelli e cadente fino al XIX secolo, è stato ricostruito dal Comune dopo il 1870, diventato sede municipale.
Palazzo Borghese a Monte Porzio Catone, nato presumibilmente come ingresso fortificato al paese.
Numerose sono le fortificazioni erette nelle campagne a controllo di vie di comunicazioni importanti o siti strategici, e tra questi vanno menzionati:
Borghetto di Grottaferrata, sulla via Anagnina in comune di Grottaferrata, la cui cerchia è oggi quasi interamente integra; edificato nel X secolo dai Conti di Tuscolo, passò alla famiglia Savelli e infine all'Abbazia di San Nilo di Grottaferrata;
Castello di Molara, nella Valle Latina sempre in territorio di Grottaferrata, edificato dalla famiglia Annibaldi che ne fece il proprio principale castello nella zona; fu abbandonato nel corso del XVI secolo;
Castel Savello, in comune di Albano Laziale, fu un importante castello dei Savelli raso al suolo nel 1436 e spopolatosi del tutto nel XVII secolo;
Castello di Malafitto, edificato dai Savelli e in seguito appartenuto ai Colonna, i suoi resti sono situati a picco sul Lago Albano tra i comuni di Albano Laziale, Ariccia e Rocca di Papa, domina l'antica via postale tra Roma e Velletri ed è collocato in un'area ricca di acque;
Castel de Paolis, situato tra Marino e Grottaferrata su un'antica villa romana, appartenne all'Abbazia di San Nilo di Grottaferrata;
Castel San Gennaro, situato tra Genzano di Roma e Velletri lungo l'antico tracciato della via Appia, fu a lungo conteso tra la Comunità velletrana e i Colonna;
Castello di Lariano, in comune di Lariano, fu antica e importante castellania inalieanbile di proprietà dei Savelli sulle pendici del Monte Artemisio, fu distrutto nel 1436;
Castelluccia, ubicato in comune di Marino, l'antico castello sorse nel X secolo e venne raso al suolo da Cola di Rienzo nel 1347;
Torre Iacova, situata in comune di Colonna, è un importante punto di vedetta sulla Valle Pedana;
Torrione Micara, situato in comune di Frascati, è una torre di vedetta sulla via Tuscolana;
Tor di Montagnano, situata tra i comuni di Albano Laziale, Ariccia e Genzano di Roma, è un'antica torre di vedetta posta verso il mar Tirreno.

Fontane e monumenti

 Fontane
Tra le fontane più note dei Castelli c'è sicuramente la seicentesca fontana dei Quattro Mori di piazza Giacomo Matteotti a Marino, risalente al 1632 e nota per il "miracolo del vino", che si ripete ogni anno per la Sagra dell'Uva. Ancora, a Marino è presente la fontana del Tritone, opera dello scultore Michele Tripisciano risalente al 1889. Un'altra nota fontana del Vino è situata a Genzano di Roma, in piazza Tommaso Frasconi, e risale al XIX secolo. La fontana degli Scogli a Lanuvio è una celebre opera dell'architetto Carlo Fontana risalente al 1675, situata in piazza Giuseppe Mazzini. È monumentale anche la fontana di piazza San Pietro a Frascati, risalente al XVII secolo e costruita in abbinamento alla vicina Cattedrale di San Pietro. Gian Lorenzo Bernini forse realizzò il progetto della Barcaccia di piazza Giuseppe Garibaldi a Rocca di Papa, realizzata in un unico blocco tufaceo. Sempre a Rocca di Papa, sono notevoli la fontana di piazza della Repubblica, risalente al XIX secolo, e il fontanile di piazza XX Settembre, già piazza Vecchia, risalente all'epoca di edificazione del castello. A Velletri, molte fontane monumentali furono realizzate nel XVII secolo dopo che l'ingegnere Giovanni Fontana porto a termine la costruzione dell'acquedotto: tra le altre, ricordiamo la fontana monumentale di piazza Cairoli, edificata nel 1622, originariamente accoppiata sulla stessa piazza ad una fontana gemella rimasta incompiuta e quindi distrutta, e la fontana monumentale di piazza Mazzini, realizzata nel 1612 con la raffigurazione di alcune scene mitologiche.

Monumenti
Ad Ariccia, in piazza di Corte, il principe Sigismondo Chigi volle far costruire un monumento a Simon Mago: fece collocare sotto il porticato monumentale da lui finanziato un sarcofago romano rinvenuto nel Barco Chigi ed un monumento sepolcrale per il personaggio evangelico Simon Mago, secondo la leggenda sepolto lungo la via Appia fuori Roma.

Resti archeologici
Il territorio dei Castelli Romani è una della aree più ricche di reperti archeologici della provincia di Roma. Sono da menzionare particolarmente:
 Rovine di Tusculum, in comune di Monte Porzio Catone. Antica città latina, fondata sul Tuscolo, fu a lungo potente antagonista di Roma; nel Medioevo, divenne residenza dei potenti Conti di Tuscolo, fino a che non venne rasa al suolo nel 1191. Sulla sommità del colle rimagono i ruderi di numerose ville suburbane, fra cui un fondo di Marco Tullio Cicerone, resti dell'abitato, del Foro e del teatro romano, dell'Acropoli e di varie costruzioni medioevali, fra cui anche una chiesa.
Circuito archeologico dei Castra Albana, ad Albano Laziale. I Castra Albana furono un complesso fortificato edificato sulla via Appia da Settimio Severo come alloggiamento della Legio II Parthica. Oggi restano in luce le grandi Terme di Caracalla o di Cellomaio, la Porta Pretoria, i Cisternoni, l' Anfiteatro, e parte dell'antica cerchia muraria, oltre al ninfeo romano che oggi è occupato dal Santuario di Santa Maria della Rotonda.
Museo delle Navi e Tempio di Diana Nemorense, in comune di Nemi sul Lago di Nemi. Il Museo delle Navi è stato costruito nel 1932, ma le due grandi navi attribuite a Caligola sono state bruciate durante la seconda guerra mondiale nel 1944. Restano tuttavia alcuni reperti interessanti, assieme ai resti del famoso Tempio di Diana Nemorense, noto per la pratica dell'elezione del rex Nemorenses.
Mitreo di Marino, a Marino. Scoperto nel 1962, è uno dei due mitrei dipinti d'Italia oltre che uno dei meglio conservati al mondo.
Complesso monumentale di Lanuvium, a Lanuvio. È il complesso rappresentato dall'antica città latina e poi romana e dall'annesso Tempio di Giunone Sospita. Interessante anche ponte Loreto, poco fuori dall'abitato moderno, ponte romano della via Anziate.
 Villa di Domiziano a Castel Gandolfo, nell'area extra-territoriale di Villa Barberini a Castel Gandolfo. È un enorme complesso residenziale voluto dall'imperatore Domiziano, dotato di circo, teatro, santuario, ninfei e palazzo monumentale. Sono visibili i ruderi del criptoportico, del teatro, e dell'ingresso al palazzo.
Altri siti di interesse archeologico sono quello di Bovillae, in comune di Marino, in cui sono venuti alla luce resti del circo romano, e di Aricia, in comune di Ariccia, dove sono visibili i resti del monumentale viadotto della via Appia. In età romana, vennero edificate varie ville suburbane sui Colli Albani. Oltre alla grande Villa di Domiziano a Castel Gandolfo, sono oggi visibili alcune di queste ville, mentre altre sono andate distrutte. Fra le più importanti:
Villa di Gneo Pompeo Magno, ad Albano Laziale dentro Villa Doria-Pamphilj;
Villa di Publio Clodio Pulcro, a Castel Gandolfo, in località Ercolano;
 Villa di Aulo Vitellio Germanico, ad Ariccia, in località Monte Gentile;
Villa di Caio Giulio Cesare, a Nemi;
Villa della gens Ottavia, a Velletri;
Villa degli Scriboni-Libones, tra Marino e Grottaferrata, in località Colle Cimino;
Villa di Lucio Licinio Lucullo, a Frascati. Si pensa che una villa romana sorgesse anche in prossimità dell'attuale cimitero di Genzano di Roma. Invece l'ubicazione di una villa di Marco Tullio Cicerone è poco chiara, forse perché possedeva due tenute, una villa vera e propria a Grottaferrata, nel sito dell'Abbazia di San Nilo, e un fondo sul Tuscolo. Due catacombe sono state scoperte nel territorio castellano:
Catacombe di Ad Decimum, a Grottaferrata;
Catacombe di San Senatore, ad Albano Laziale.
Un terza catacomba venne scoperta nel XVIII secolo sulla via Appia in comune di Marino, ma se ne è persa attualmente l'ubicazione. Infine luoghi molto importanti dal punto di vista archeologico sono:
Monte Cavo, in comune di Rocca di Papa, sulla cui vetta sono stati rinvenute agli inizi degli anni venti del XX secolo tracce del leggendario tempio di Giove Laziale, tempio che era il santuario confederale della Lega Latina; inoltre le pendici del monte sono calcate dalla Via Sacra, strada lastricata che dalla via Appia giunge alla cima di Monte Cavo attraversando anche il comune di Ariccia.

 Palazzolo, in comune di Rocca di Papa, dove lungo la Via Sacra presso la Villa del Cardinale c'è un monumento marmoreo, probabile sepoltura di uno Scipione: la fantasia degli antichi pensò che fosse un palazzo dell'antica Alba Longa, donde il toponimo palatiolum. In prossimità di questo sito, comunque, si pensa comunemente sorgesse la leggendaria Alba Longa. Alcuni resti risalgono anche all'età preistorica: interessanti reperti sono conservati presso il Museo Civico di Albano Laziale e presso il Museo Civico Oreste Nardini di Velletri, mentre a Villa Cavalletti, tra Frascati e Grottaferrata, è stata rinvenuta una necropoli neolitica che con una cinquantina di tombe è la necropoli neolitica più grande del Lazio; altri resti preistorici sono stati trovati a Marino, località San Rocco, a Castel Gandolfo, località Pascolari, ad Albano Laziale, località Castel Savello e Colle dei Cappuccini, ad Ariccia, località Ginestreto, a Rocca Priora, presso il Monte Algido, a Monte Porzio Catone, sul Tuscolo, e a Velletri. Recentemente è stata scoperta nel territorio comunale di Albano Laziale, località Cecchina, l'ubicazione dell'antico Lucus Ferentinus, cioè il luogo sacro dove si riuniva la federazione delle città appartenenti alla Lega Latina. Secondo altre ipotesi, il Lucus potrebbe essere ubicato in località Prato della Corte, tra i comuni di Marino e Rocca di Papa, dove già è stato identificato comunemente il Caput Aquae Ferentinum.


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