martedì 18 giugno 2013

STORIA DELL’OLIVETTI: UNA GRANDE FAMIGLIA

RACCONTIAMO OGGI LA STORIA SECOLARE DI UNA GRANDE IMPRESA ITALIANA, CHE PURTROPPO FINISCE NELLE MANI DEI GRANDI MANAGER...

"Perché lavorando ogni giorno tra le pareti della fabbrica e le macchine e i banchi e gli altri uomini per produrre qualcosa che vediamo correre nelle vie del mondo e ritornare a noi in salari che sono poi pane, vino e casa, partecipiamo ogni giorno alla vita pulsante della fabbrica".
Adriano Olivetti











Camillo Olivetti ingegnere eclettico e geniale, nel 1908 aveva fondato a Ivrea (Torino) "la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere". Adriano, il figlio negli anni della formazione, è molto attento al dibattito sociale e politico. Dopo essersi laureato in chimica industriale al Politecnico di Torino, nel 1924 inizia l'apprendistato nell'azienda paterna come operaio. L'anno seguente, accompagnato da Domenico Burzio, compie un viaggio di studi negli Stati Uniti, dove visita un centinaio di fabbriche. Questo viaggio fu fondamentale non solo per la sua professione, ma anche per la sua vita. Quando tornò, per due anni approfondì l’esperienza leggendo casse di libri sul miracolo economico, sull’organizzazione scientifica del lavoro, sui sistemi per incrementare la produttività e sul segreto che si celava dentro le industrie, veri “templi” dell’America dei primi anni ‘20. Arrivò così a capire che la produttività delle industrie americane era dovuta all’applicazione rigorosa di metodi scientifici di organizzazione del lavoro ad ogni problema dell’azienda. Grande lezione gli fu data dalla visita agli stabilimenti Ford di Highland Park, dove ebbe occasione di entrare in contatto con la filosofia fordista: “My life and work”, scritto appunto da Ford. Egli aveva rivoluzionato il sistema, raddoppiando di colpo il salario ai suoi operai e trasformandoli così in consumatori, innescando una spirale di "ricchezza" che portò al miglioramento della vita di molte persone. Dopo questo viaggio e con il modello paterno, anche Adriano iniziò a vedere nella fabbrica, che prima sentiva fredda e ostile, un mezzo per diffondere i suoi ideali ed inverare le proprie convinzioni. Ritornato ad Ivrea iniziò subito a sperimentare il Taylorismo.

Dal 1926 al 1932, l’azienda Olivetti subì una trasformazione totale, con l'adozione di una miriade di provvedimenti in favore dei dipendenti e di un vasto programma di progetti e innovazioni per modernizzare l'attività della Olivetti: organizzazione decentrata del personale, direzione per funzioni, razionalizzazione dei tempi e metodi di montaggio, sviluppo della rete commerciale in Italia e all'estero, ecc.. In seguito avvia anche il progetto della prima macchina per scrivere portatile che uscirà nel 1932 con il nome di MP1.
La nuova organizzazione fa aumentare in maniera significativa la produttività della fabbrica e le vendite dei prodotti.
Alla fine del 1932 è nominato Direttore Generale dell'azienda, di cui diventerà Presidente nel 1938 subentrando al padre Camillo. Porta avanti riflessioni e sperimentazioni nel campo dei metodi di lavoro e pubblica, nella rivista da lui fondata, "Tecnica e Organizzazione", vari saggi di tecnologia, economia, sociologia industriale.
Urbanista, editore, scrittore, uomo di cultura; ma Adriano Olivetti è soprattutto un industriale e un imprenditore che crede nell'impresa come vero motore dello sviluppo economico e sociale.
Sul piano aziendale, guida la Olivetti verso gli obiettivi dell'eccellenza tecnologica, dell'innovazione e dell'apertura verso i mercati internazionali, dedicando particolare cura anche al design industriale e al miglioramento delle condizioni di vita dei dipendenti.
Nel 1948 negli stabilimenti di Ivrea viene costituito il Consiglio di Gestione, per molti anni unico esempio in Italia di organismo paritetico con poteri consultivi di ordine generale sulla destinazione dei finanziamenti per i servizi sociali e l'assistenza. Nel 1956 l'Olivetti riduce l'orario di lavoro da 48 a 45 ore settimanali, a parità di salario, in anticipo sui contratti nazionali di lavoro. Si costruiscono quartieri per i dipendenti, nuove sedi per i servizi sociali, la biblioteca, la mensa.
Anche nel design industriale Adriano Olivetti sceglie collaboratori di grandissimo valore, come Marcello Nizzoli e - più tardi - Ettore Sottsass. Tra la fine degli anni '40 e la fine degli '50 la Olivetti porta sul mercato alcuni prodotti destinati a diventare veri oggetti di culto per la bellezza del design, ma anche per la qualità tecnologica e l'eccellenza funzionale: tra questi la macchina per scrivere Lexikon 80 (1948), la macchina per scrivere portatile Lettera 22 (1950), la calcolatrice Divisumma 24 (1956). La Lettera 22 nel 1959 verrà indicata da una giuria di designer a livello internazionale come il primo tra i cento migliori prodotti degli ultimi cento anni.
Grande cura viene dedicata anche alla grafica e alla pubblicità e la Olivetti diviene un punto di riferimento mondiale per il design industriale.
In Brasile, nel 1959 si inaugura il nuovo stabilimento di San Paolo.
Gli ottimi risultati conseguiti sui mercati internazionali con i prodotti per ufficio non distolgono l'attenzione di Adriano Olivetti dall'emergente tecnologia elettronica. Già nel 1952 la Olivetti apre a New Canaan, negli USA, un laboratorio di ricerche sui calcolatori elettronici. Nel 1955 viene costituito il Laboratorio di ricerche elettroniche a Pisa; nel 1957 Olivetti fonda con Telettra la Società Generale Semiconduttori (SGS) e nel 1959 introduce sul mercato l'Elea 9003, il primo calcolatore elettronico italiano sviluppato e prodotto nel laboratorio di Borgolombardo.
Il successo imprenditoriale di Adriano Olivetti ottiene il riconoscimento della National Management Association di New York che nel 1957 gli assegna un premio per "l'azione di avanguardia nel campo della direzione aziendale internazionale".
Adriano Olivetti muore improvvisamente il 27 febbraio 1960 durante un viaggio in treno da Milano a Losanna, lasciando un'azienda presente su tutti i maggiori mercati internazionali, con circa 36.000 dipendenti, di cui oltre la metà all'estero.

Cronologia Olivetti 1908-1977

1908 - A Ivrea, su iniziativa di Camillo Olivetti si costituisce la Società in accomandita semplice "Ing. Olivetti et Compagnia" con lo scopo di progettare e produrre macchine per scrivere. Il capitale iniziale è di 350 mila lire. Nei 500 metri quadrati dell'officina iniziano a lavorare 20 operai.

1911 - Dopo quasi due anni di lavoro la prima macchina per scrivere italiana, la M1, viene presentata all'esposizione universale di Torino; sul mercato costa 500 lire.

1912-1914 - Si aprono le prime filiali in Italia, giungono alcune commesse consistenti. Dalle officine di Ivrea escono 23 macchine alla settimana.

1919 - Il primo edificio dell'officina è ampliato per ospitare la produzione di macchine per scrivere, che riprende più intensa al termine della guerra.

1920 - Viene presentato un secondo modello di macchina per scrivere, la M20, che troverà sbocchi in nuovi mercati internazionali, europei e sudamericani soprattutto.

1924-1925 - L'ingegner Adriano Olivetti, primogenito di Camillo, entra in azienda: la sua prima esperienza è in fabbrica, dove lavora come operaio. Nel 1925 si reca negli Stati Uniti dove raccoglie idee ed esperienze che utilizzerà per ammodernare la tecnologia e l'organizzazione del lavoro nell'azienda paterna.

1929-1931 - Nonostante la crisi economica mondiale, l'Olivetti investe per rafforzare la struttura commerciale in Italia e all'estero. Si costituisce a Barcellona la prima consociata industriale, la S.A. Hispano Olivetti. Nel 1930 esce una nuova macchina per scrivere, la M40.

1932 - Esce la prima macchina per scrivere portatile, la MP1. L'Olivetti assume la forma giuridica di Società anonima. A fine anno Adriano Olivetti è nominato Direttore Generale.

1933 - A 25 anni dalla fondazione, l'Olivetti ha una produzione annua di 15 mila macchine per ufficio e di 9.000 portatili; i dipendenti sono 870. In Italia l'organizzazione commerciale è costituita da 13 filiali e 79 concessionari; all'estero Olivetti è presente in 22 paesi.

1934 - Iniziano i primi studi per la progettazione di macchine addizionatrici.

1935 - Il design della nuova macchina per scrivere "Studio 42" per la prima volta è frutto della collaborazione tra tecnici e architetti.

1937 - Inizia una nuova produzione, quella delle telescriventi, con il modello T1.

1938 - Si avvia a Massa Carrara la costruzione di un nuovo stabilimento, destinato ad accogliere la produzione dei mobili e schedari per ufficio Synthesis.

1940 - Esce l'addizionatrice MC4S Summa. E' la prima macchina da calcolo progettata e interamente costruita da Olivetti. Viene organizzata la biblioteca di fabbrica.

1943-1945 - Nel dicembre del 1943 muore il fondatore, Camillo Olivetti. Il figlio Adriano, che nel febbraio 1944 è costretto a riparare in Svizzera, alla fine della guerra ritorna alla guida della società. L'attività produttiva riprende rapidamente; si riorganizza la rete commerciale.

1948 - La nuova macchina per scrivere Lexikon 80 e la calcolatrice Divisumma 14 segnano una svolta importante nel campo della scrittura e del calcolo meccanico; questi prodotti sono accolti dal mercato in maniera estremamente favorevole.

1950 - Viene introdotta una nuova organizzazione del lavoro per il montaggio dei prodotti, secondo sistemi in linea continua con trasportatori.
Si completano ulteriori ampliamenti dello stabilimento di Ivrea su progetto degli architetti Figini e Pollini: l'edificio con la facciata in vetro per lungo tempo costituirà nel mondo un esempio unico di nuova architettura industriale.
Esce la macchina per scrivere portatile "Lettera 22", che guadagnerà (con altre macchine Olivetti) un posto permanente nel Museo d'Arte Moderna di New York. Viene presentata anche la macchina per scrivere Lexikon Elettrica: è il primo modello elettrico.

1951 - Apertura in Argentina di un nuovo stabilimento.
L’Olivetti si associa allo studio per un nuovo piano regolatore della città di Ivrea.

1952 - A New Canaan, negli Stati Uniti, la Olivetti inizia attività di studio e ricerca nel campo dei calcolatori elettronici; l'iniziativa è coordinata da Dino Olivetti.

1954 – Apre a New York il nuovo negozio Olivetti nella Quinta Strada.

1955 - Nuove sedi e fabbriche testimoniano lo sviluppo della società: si inaugurano gli stabilimenti di Agliè, nel Canavese, e di Pozzuoli; a Milano apre la nuova sede della direzione commerciale; a Ivrea entra in funzione il nuovo edificio del Centro studi, mentre si lavora all'ampliamento degli stabilimenti.
Si costituisce a Pisa un gruppo di ricerca, affidato all'ingegner Mario Tchou, per sviluppare un calcolatore elettronico per applicazioni commerciali.
Il gran premio nazionale Compasso d'Oro per meriti conseguiti nel campo dell'estetica industriale viene attribuito ad Adriano Olivetti.
In Italia i dipendenti sono 11.353; in tutto il mondo raggiungono le 16 mila unità.

1956 - Esce la calcolatrice Divisumma 24, progettata da Natale Capellaro e disegnata da Marcello Nizzoli, che avrà uno straordinario successo in tutto il mondo. 1958 - Prosegue il processo di rapido sviluppo sui mercati internazionali: l'esportazione si aggira intorno al 60% dell'intera produzione Olivetti.

1959 - Viene presentato l'Elea 9003, il primo calcolatore elettronico realizzato in Italia; per le innovative soluzioni adottate è considerato un prodotto tecnologicamente di avanguardia.
In ottobre Olivetti stipula un accordo per rilevare il 30% delle azioni della Underwood, storica fabbrica americana di macchine per scrivere, con oltre 10 mila dipendenti.

1960 - Il 27 febbraio improvvisamente muore Adriano Olivetti. La guida della società è affidata a Giuseppe Pero. Le azioni privilegiate sono quotate in borsa.
La partecipazione azionaria nella americana Underwood sale al 70%. Esce una nuova macchina contabile, la fatturatrice Mercator 5000, frutto dell'esperienza acquisita in campo meccanico ed elettronico. Produzione e vendite registrano aumenti superiori al 40%.

1961 - In un incidente d'auto muore Mario Tchou; l'attività del settore elettronico è affidata a Roberto Olivetti, figlio di Adriano.

1962 - Viene costituita la Divisione Elettronica, che riunisce le diverse attività Olivetti del settore, compresa la Olivetti-Bull di cui l'Olivetti acquisisce la maggioranza.
Roberto Olivetti è nominato Amministratore Delegato. Viene deliberato un aumento del capitale sociale che sale in questo modo da 40 a 60 miliardi di lire.

1963 - L'offerta Olivetti si arricchisce di nuovi modelli di macchine per ufficio, tra cui la "Lettera 32", e di un nuovo calcolatore elettronico per applicazioni commerciali, l'Elea 4001.
La partecipazione di Olivetti nella Underwood sale dal 70% al 91%.

1964 - Per fronteggiare la difficile situazione finanziaria, un "Gruppo d'intervento" formato da Fiat, Pirelli, Mediobanca, IMI e la Centrale entra nel capitale Olivetti. Bruno Visentini è nominato Presidente; Aurelio Peccei è Amministratore Delegato.
La Divisione Elettronica confluisce in un nuovo complesso industriale, la Olivetti-General Electric, controllata da General Electric per il 75%.

1965 - A New York viene presentato l'Olivetti Programma 101, calcolatore programmabile da tavolo che anni più tardi verrà riconosciuto come un anticipatore del personal computer. La macchina è stata progettata da un piccolo gruppo di ingegneri elettronici rimasti in Olivetti anche dopo l'accordo che ha fatto confluire le attività elettroniche in Olivetti-General Electric.

1966 - Le azioni ordinarie Olivetti sono quotate in borsa.

1967 - Bruno Jarach e Roberto Olivetti subentrano ad Aurelio Peccei come Amministratori delegati. Inizia la produzione di terminali e periferiche per i sistemi di elaborazione dati.

1968 - Olivetti cede alla General Electric la propria quota (25%) in Olivetti-General Electric, uscendo così dal settore dei medi e grandi calcolatori. La Società resta però attiva con proprie risorse nella progettazione e produzione di terminali e piccoli sistemi.

1970 - Con l'apertura degli impianti di Marcianise (Caserta) e di Harrisburg (USA) gli stabilimenti industriali italiani sono 11 e quelli esteri 10, di cui 7 di produzione. Il fatturato supera i 465 miliardi di lire, i dipendenti nel mondo sono 73.283 (34.687 in Italia).

1971 - Ottorino Beltrami entra nel Consiglio di amministrazione e viene nominato Amministratore Delegato. Bruno Visentini resta Presidente.

1973 - Importante modifica nell'organizzazione del lavoro alle catene di montaggio: vengono create le Unità di Montaggio Integrate (UMI), formate da gruppi autonomi di lavoro, ciascuno dei quali è pienamente responsabile di un'intera fase del processo produttivo.
Si inaugura a Haslemere (UK) il centro di formazione per il management internazionale.

1974-1976 - Accelera la transizione verso i prodotti a tecnologia elettronica, che generano il 50% circa del fatturato. A Parigi (1974) sono annunciati i nuovi sistemi elettronici Audit 7, Audit 5 e TC 800 (sistema terminale programmabile); ad Hannover (1976) esce il "personal minicomputer" P6060: è un ulteriore passo verso il concetto di personal computer.

1977 - Escono nuovi modelli di calcolatrici elettroniche e il personal minicomputer P6040. Lo stabilimento di Glasgow (macchine per scrivere) viene ceduto all'americana Smith Corona. I prodotti per l'informatica distribuita rappresentano ormai il 42,5% del fatturato della Società.

Fino al 2003 - Già alla metà degli Anni Sessanta fu chiaro che la famiglia non era in grado di sostenere lo sviluppo dell'azienda e si rese necessario l'intervento di un consorzio finanziario guidato dai manager di Mediobanca con la partecipazione dei principali gruppi industriali italiani. Di fronte alla presunta necessità di limitare il campo d'azione si decise di concentrare l'attività nel comparto delle macchine da scrivere, sacrificando la divisione elettronica che infatti fu ceduta alla General Electric (che errore!!! Ma, voluto??). Quali effetti ebbero tali scelte non è difficile immaginare perché non solo si rinunciò a inserire l'azienda in un settore in grande espansione ma, addirittura, non si riuscì neppure a garantire la sua sopravvivenza. il manager Carlo De Benedetti ereditò infatti nel 1978 una situazione pre-fallimentare. Esubero di manodopera, elevatissima posizione debitoria, strategia produttiva compromessa e confusa. In pochi anni, l'Olivetti che era tra i principali produttori di computer attraverso anche una attenta politica di alleanze con alcuni fra i principali gruppi mondiali (Saint-Gobain, Wolkswagen, AT&T) arriva al collasso. All'inizio degli Anni Novanta, all'interno del settore informatico, era ormai in atto il processo di ristrutturazione che avrebbe consentito solo a poche aziende di restare in vita. De Benedetti smembra la societá e apre l'ingresso nel settore della telefonia. Sarà la Borsa, a decretarne la sconfitta, nel 1996, dopo aver succhiato tutto il possibile.
Roberto Colaninno  entrò nell'Olivetti come manager, convinto di avere davanti a sé una sfida immane in un settore di rapide e sensibili trasformazioni. Egli si rese protagonista della più grande operazione industriale-finanziaria della storia italiana, realizzando attraverso un'offerta pubblica di acquisto (Opa) l'acquisizione della Telecom. Ancora una volta, il vincolo esterno dell'integrazione europea, la necessità di una politica di privatizzazioni e una favorevole congiuntura economica permisero di attribuire alla Borsa un ruolo centrale. Sono gli anni delle speculazioni finanziarie che avrebbero portato alla “bolla” della new-economy, nulla di più lontano dalla filosofia industriale di Adriano Olivetti. La storia continua. Dopo il passaggio del gruppo dalla “cordata padana” di Roberto Colaninno alla coppia Pirelli-Benetton (dei manager Tronchetti-Provera e appunto Benetton) si arriva ad agosto 2003 con il progetto di fusione per incorporazione di Telecom Italia in Olivetti. La denominazione Olivetti Spa cambia definitivamente in Telecom Italia Spa.  Condannato per spionaggio internazionale, De Benedetti vendeva i segreti informatici all'URSS (http://www.ilgiornale.it/news/tutti-i-traffici-oscuri-carlo-de-benedetti-vendeva-segreti.html)

E cosí nel giro di poco piú di un secolo, grazie ai manager rampanti, di cui sopra, l'Olivetti non esiste piú!!! Dapprima smembrata, poi spremuta e infine fatta fallire, quella che era una societá geniale (una IBM, una Apple  dei nostri giorni), è lasciata morire miseramente: tragica fotografia dell'italietta attuale. Per l'interesse dei pochi (o meglio per i grandi guadagni di pochi) si sacrificano quelli di molti (intesi come famiglie, vite...).

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