lunedì 14 maggio 2012

DE CHIRICO: NOSTALGIA DELL'INFINITO

PROSEGUIAMO IL NOSTRO VIAGGIO NEL '900 ITALIANO CON UN GRANDISSIMO ARTISTA:  GIORGIO DE CHIRICO





Nasce il 10 luglio del 1888 a Volos, capitale della Tessaglia (Grecia).

Il padre era un ingegnere palermitano incaricato di costruire la rete ferroviaria locale e la madre era una nobildonna genovese.
Assecondato dal padre nella sua predisposizione alla pittura a 12 anni si iscrive al Politecnico di Atene, dove frequenta per due anni la scuola di disegno e pittura e prende le prime lezioni di disegno dal pittore greco Mavrudis.
Proprio ad Atene De Chirico realizza il suo primo quadro dal titolo "Natura morta con limoni".
Nel 1905 muore il padre e l'anno dopo la famiglia De Chirico si trasferisce in Germania dove Giorgio frequenta l'Accademia di Belle Arti, entra in contatto con la cultura tedesca, legge Schopenauer e Nietzsche, si appassiona alla pittura antica e studia il pittore simbolista svizzero Arnold Böcklin. Trasferitosi a Firenze, due anni dopo il ritorno in Italia, subisce l'influenza di Giotto e della pittura primitiva toscana, indirizzandosi verso una pittura ricca di impianti prospettici e di costruzioni a forma di arcate.
Nascono così i suoi primi quadri metafisici gli "Enigma" dove cerca di mettere su tela le sensazioni che vive, la malinconia delle belle giornate d'autunno, i pomeriggi nelle città italiane.
Nell'estate del 1911 Giorgio De Chirico si trasferisce con la madre ed il fratello Alberto a Parigi dove a contatto con gli ambienti dell'avanguardia artistica e culturale francese, inizia la sua carriera artistica.
Alla ricerca di un suo linguaggio, dipinge soggetti vari, con base comune la visione onirica. non lasciandosi però influenzare dal cubismo, né dalle correnti pittoriche d'avanguardia con le quali viene in contatto.
Le opere di Giorgio De Chirico vengono notate da Pablo Picasso e dal poeta Guillaume Apollinaire e grazie alla loro amicizia entra nella cerchia degli artisti ed intellettuali parigini.
Nelle sue opere il pittore supera la concezione estetica dell'arte figurativa, ricercando nuove forme espressive non necessariamente collegate alla congruità degli elementi rappresentati, assembla gli oggetti e li immerge in atmosfere e visioni mentali improbabili.
In occasione di una mostra di trenta opere, Apollinaire recensisce le opere di De Chirico utilizzando per la prima volta il termine "
metafisico".
Pubblico e critica sono d'accordo nell'elogiare le sue qualità creative, i quadri del giovane Giorgio De Chirico vengono fotografati e commentati da tutti i giornali dell'epoca.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, i due fratelli De Chirico rientrano in Italia, ma il pittore continua a mantenere stretti rapporti con l'ambiente parigino ed entra in contatto con il movimento Dada.
Ritenuto inadatto per il fronte viene occupato in un lavoro in ospedale, cosa che gli permette di continuare a dipingere ed frequenta l'ambiente artistico di Ferrara dove conosce Filippo De Pisis e
Carrà, ricoverato in un ospedale militare.
Nel 1916 , Giorgio De Chirico dipinge i suoi primi "Ettore e Andromaca" e "Le Muse inquietanti" , precisando i canoni della "Pittura Metafisica", teorizzata poi sulla rivista "Valori Plastici".
Nel 1918 De Chirico ottiene il trasferimento a Roma dove collabora a "Valori Plastici" ed espone nelle sale del giornale "Epoca" insieme a Prampolini, Carrà e Soffici.
Nel 1919 presenta la sua prima mostra personale alla Galleria d'Arte di Anton Giulio Bragaglia, pubblica lo scritto "Noi metafisici", ma nelle sue opere comincia ad affiorare l'interesse per la pittura rinascimentale e barocca.
Le associazioni stranianti ed emblematiche che Giorgio De Chirico inventa, elaborando con straordinaria fantasia temi di misteriosa magia poetica, procurano all'artista un periodo ricco di esposizioni in tutta Europa ed in particolare in Francia riscuotendo crescente successo.
Le visioni architettoniche, piazze d'Italia, statue solitarie, oggetti assurdamente avvicinati da inquietanti suggestioni, i manichini che riempiono gli spazi pittorici di De Chirico vengono apprezzati dai Dadaisti e dai Surrealisti, quale fonte delle loro ricerche e creazioni, ma anche dagli artisti tedeschi del "Realismo Magico", quelli del "Bauhaus" e della "Nuova Oggettività".
Fra il 1920 ed il 1924 vive tra Roma e Firenze, mentre nella sua pittura si fa sempre più sentire una originale e romantica interpretazione della classicità ed un interesse per la grande tecnica degli antichi maestri rinascimentali.
Giorgio De Chirico impara dal pittore russo Locoff la tecnica della tempera grassa verniciata e dipinge le serie delle Ville romane, dei Figliol prodigo e degli Argonauti, partecipando a varie importanti esposizioni.
Tornato a Parigi nel 1925 è attaccato dai Surrealisti per la sua nuova pittura, nel 1928, tiene  una personale prima a New York, e poi a Londra.
In questi anni, oltre alla pittura, De Chirico si dedica alla scrittura: pubblica il romanzo in francese "Hebdòmeros" nel 1929 e, frequentando il mondo della moglie sposata qualche anno prima, l'attrice russa Raissa Gurievich Kroll, si occupa di scenografie per spettacoli teatrali e balletti.
Il
Futurismo cercava un modo per rappresentare il movimento e la velocità, mentre De Chirico e la Metafisica volevano dipingere una dimensione dove ogni cosa apparisse assolutamente immobile e quasi senza tempo.
I principali esponenti della Pittura Metafisica con De Chirico, sono gli italiani Carrà, Morandi, Casorati, Sironi, Martini, Marini e Tosi.
Negli anni '30 Giorgio de Chirico continua a produrre nuove opere, ampliando i temi della sua arte: dipinge quadri i cui temi vanno dall'Archeologia, ai cavalli, ai Gladiatori e vengono esposti nelle più importanti gallerie d'arte sia in Europa che in America.
Mentre il suo matrimonio è in crisi incontra Isabella Far, che diventerà nel 1952 la sua seconda moglie, gli starà vicino fino alla morte e diventerà curatrice delle opere del maestro e custode della sua memoria.
Anche se la migliore produzione di De Chirico è da ricercare nel periodo che va dal 1909 al 1919, il periodo strettamente metafisico, anche gli anni della maturità artistica del pittore sono ricchi di lavori sui temi che gli sono cari.
Dopo la seconda Guerra Mondiale, il pittore collabora con il Teatro Comunale di Firenze, l'Opera di Roma e il Teatro alla Scala di Milano, si occupa di grafica dedicandosi all'illustrazione e disegna le scene per il balletto Don Giovanni di
Strauss.
Fra il '46 ed il '47 Scoppia uno scandalo: De Chirico dichiara falsi i dipinti degli anni '20 e '30 facenti parte della retrospettiva organizzata preso la galleria Allard di Parigi, contesta la Biennale di Venezia e vengono scoperti moltissimi quadri falsi con la sua firma.
Negli anni '50 e '60 il pittore dipinge, in costante opposizione con le tendenze dell'arte contemporanea, nature morte, paesaggi, ritratti ed interni.
Si interessa nuovamente di scenografia e comincia a dedicarsi alla pratica della scultura in bronzo trattando temi mitologici.
In seguito queste sculture verranno realizzate anche argentate e dorate e De Chirico le trasformerà in gioielli.
Negli ultimi anni della sua vita il pittore si dedica alla litografia di opere importanti quali "I promessi sposi", l"Apocalisse" ed il suo romanzo "Hebdomeros", partecipa a grandi retrospettive in tutto il mondo, persino in Giappone.
Il 20 novembre 1978, dopo una lunga malattia, Giorgio De Chirico muore a Roma,
nella sua casa a Piazza di Spagna. Le sue spoglie sono conservate nella Chiesa Monumentale di San Francesco a Ripa, a Roma.


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