“Mi piacerebbe leggere un libro di
fisica degli anni 3000...” C.
Rubbia
Il grande acceleratore di
particelle LHC del CERN di Ginevra, di cui poco tempo fa si è largamente e
criticamente parlato, per riuscire a ricreare le condizioni iniziali del Bing-bang
primordiale e della famosa particella di dio, deve molto agli studi dell’italiano
Rubbia.
Carlo Rubbia nasce a
Gorizia il 31 marzo 1934, figlio di un ingegnere elettronico e di una
insegnante di una scuola elementare.
Presso
la facoltà di Fisica della Normale di Pisa, si laurea con una tesi sugli
esperimenti compiuti sui raggi cosmici, nel 1957, quindi inizia a collaborare
con il suo relatore, il Professor Conversi, realizzando in questo periodo il
primo rilevatore di particelle di gas.
Nel
1958 è ospite alla Columbia University, dove approfondisce gli studi sugli
acceleratori di particelle.
Carlo
Rubbia entra a far parte del CERN nel 1960, presso il quale si occupa di
ricerca e sviluppo del Ciclotrone di Nevis sulle particelle elementari, del
decadimento e la cattura nucleare dei mesoni. Promuovendo vari esperimenti, nel
1976, modifica un acceleratore SPS, allo scopo di far collidere le particelle
protone-antiprotone aumentando l'energia prodotta: crea il collisionatore col
quale nel 1983 scopre le particelle che sono responsabili dell'interazione
debole, portando alla luce questa innovazione grazie anche al suo team di 100
scienziati, chiamato la UA1 Collaboration.
Nel 1984 riceve il premio
Nobel insieme
al suo collega Simon Van der Meer, mentre sta già progettando il LEP, un
immenso collisionatore a elettroni e positroni.
Dal
1971 al 1988 insegna Fisica presso l'Harvard University (dove anche Higgins è
Professore di Fisica), quindi dirige il CERN di Ginevra dal 1989 al 1993; dal
1994 dirige l'International Center for Theoretical Physics di Trieste; sempre
nel capoluogo friulano crea il Laboratorio Luce di Sincrotrone, che utilizza
fasci di particelle per esaminare, a livello sub-microscopico, la struttura dei
materiali ma anche dei virus e delle proteine.
Nominato
Presidente dell'ENEA nel 1999 è stato presidente fino al 2005.
Professore ordinario di
Complementi di Fisica Superiore all'Università di Pavia, collabora dal 2006 con
il Centro di ricerca sull'energia, l'ambiente e la tecnologia (CIEMAT),
organismo spagnolo, per lo sviluppo del "solare termodinamico" (Andasol),
alternativo al sistema fotovoltaico.
Alla
fine del 2006 rientra a far parte dell'elite scientifica italiana, grazie
all'attuazione del suo progetto "Archimede" e viene nominato
Consigliere per le energie rinnovabili del Ministro dell'Ambiente.
Il progetto Archimede
(qui l’intervista a Rubbia: http://youtu.be/dEdds0XMEjI ) è un
progetto molto interessante che in Spagna stanno già utilizzando con il nome di
Andasol 1; è la prima centrale ad
energia solare prodotta da specchi parabolici (50 MW), nella provincia di Granada, la più
grande al mondo nel suo genere. http://youtu.be/Pgpo_kAFPgM
La seconda centrale Andasol 2 è
entrata in funzione nel 2009. Attualmente è in costruzione la terza centrale Andasol 3.
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