martedì 11 dicembre 2012

MESTIERI DI UNA VOLTA: FASCINO ANTICO

PENSARE AL NOVECENTO, SIGNIFICA ANCHE RICORDARE QUEI MESTIERI QUASI DIMENTICATI DEI NOSTRI NONNI (O BISNONNI), IN UNA SOCIETÀ POVERA, MA MOLTO AFFASCINANTE.
LA SETTIMANA SCORSA PARLANDO CON DUE DELLE MIE ALUNNE PIÙ AFFEZIONATE (GIUNTE ALL'ULTIMO ANNO DI CORSO DI ITALIANO) LUCINDA E YAMICELA, ABBIAMO RICORDATO ALCUNE DI QUESTE PROFESSIONI CHE PER FORTUNA, MA SOLO IN PARTE, HO AVUTO MODO DI CONOSCERE, PUR ESSENDO ANCORA "GIOVANISSIMO"...






Aggiustare una sedia, riparare un ombrello, affilare un coltello, farsi tingere una stoffa per poi riciclarla. 

Eppure, se per un attimo chiudessimo gli occhi e ci lasciassimo trasportare indietro nel tempo e pensassimo ad un mondo senza il frastuono delle auto e delle moto, sicuramente potremmo immaginare di sentire il fischiettare del contadino mentre arava i campi, del falegname, il sordo battere sull'incudine del fabbro, l'ombrellaio, l'arrotino, l'impagliatore di sedie, lo stagnino, il tintore, la tessitrice, le mondine sempre con i piedi in ammollo, ma sempre cantando...

Ciabattini, fabbri e maniscalchi, ramai, impagliatori di sedie, e persino  chi sterilizzava i cavalli e i buoi con delle spaventose tenaglie. 

L'uomo del ghiaccio, arrivava in estate con una carretta con grossi blocchi di ghiaccio che vendeva, perchè non c'erano ancora i frigoriferi... e i ragazzini gli correvano dietro per rubare le schegge di ghiaccio trasparente, sembravano buonissime.... anzi erano buonissime...



 Di tanto in tanto passava il materassaio con l'attrezzatura e si piazzava nel cortile.







Lo spazzacamino, sempre con le mani nere (e non solo...).






















I funai che costruivano corde più o meno grosse.












I carbonai (nella foto pesando il carbone a mano)


















Il palombaro...















Il rilegatore di libri e lo scrivano. Attività svolte oggi, prevalentemente in antichi monasteri, da pazienti monaci.







e ovviamente tanti altri...



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