Arnaldo
Pomodoro, nato a Morciano
di Romagna (Rimini) il 23 giugno 1926 ed il fratello Giò Pomodoro, nato nel “paese dei cordai” a Orciano di
Pesaro il 17 novembre del 1930,
entrambi scultori italiani di fama mondiale, dopo l’infanzia passata nella
bella campagna marchigiana, nel 1945 si trasferiscono con la famiglia a Pesaro.
Dopo gli studi creano monili, pezzi astratti di oreficeria, piccole sculture in
oro e argento che lasciano intravedere valide premesse per una nuova scultura,
lontana dalle forme tradizionali.
Nel 1954, dopo la
morte del padre, Arnaldo e Giò si trasferiscono con la famiglia a Milano,
cominciano a frequentare l'ambiente artistico di Brera, in particolare Lucio Fontana, Enrico Baj, Umberto Milani, Emilio Scanavino, Gianni Dova e Ugo Mulas e ad
esporre le loro opere.
Nel 1956 vengono invitati alla Biennale di Venezia
per esporre nella sezione della medaglistica, qui Giò Pomodoro presenta una
serie di argenti fusi in osso di seppia eseguiti nei due anni precedenti.
L'anno dopo, la Triennale di Milano incarica
Arnaldo e Giò Pomodoro di organizzare un'esposizione sperimentale di opere
d'oreficeria disegnate da artisti italiani ed eseguite da artigiani orafi di
Valenza; a questa mostra Arnaldo e Giò Pomodoro presenteranno a fianco dei
lavori orafi, rilievi modellati nel ferro, stagno, piombo, argento, cemento e bronzo.
L'uso di questi materiali inediti testimonia
la ricerca e la volontà dei fratelli Pomodoro di sperimentare nuovi mezzi
formali ed espressivi.
Nel 1958 dopo essersi
sposato Giò Pomodoro tiene la sua prima Mostra Personale a Milano alla Galleria
del Naviglio, Mostra Personale che ripropone a Bruxelles, Dusseldorf ed a
Colonia.
L'anno dopo, alla Prima Biennale Giovani
di Parigi, propone una superficie in tensione fusa in bronzo e vince il primo
premio per la scultura con lo scultore Anthony Caro.
Nel 1960 i fratelli Pomodoro aderiscono
insieme a Perilli, Turcato, Dorazio, Fontana, al Gruppo «Continuità», uno dei più
importanti gruppi nella ricerca astratta tra materia e segno.
Nel 1963, il Palais
des Beaux Arts di Bruxelles ospita una mostra personale di Giò Pomodoro che,
nel 1964, espone alla Galleria Marlborough di Roma, nel 1965 a Copenaghen e poi
ancora a New York nel 1967 ed a Los Angeles nel 1969.
Nel 1970 Arnaldo Pomodoro espone le sculture
Forma X e Onda nella piazzetta antistante la Galleria Manzoni a Milano, poi
torna ad insegnare a Berkeley, da dove parte una grande mostra itinerante che
toccherà San Diego, Portland, Austin, Hartford.
Nel 1971 altra mostra di Arnaldo Pomodoro
all’aperto, a Pesaro. Il Comune di Bologna installa sue sculture nel centro
storico, collocate poi nell’ingresso della Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
Su commissione del Comune di Modena
Arnaldo Pomodoro realizza l'opera "Una battaglia: per i
partigiani" in ricordo della Resistenza.
Progetta per la sede della casa editrice
Mondadori a Segrate (Milano) la scultura "Colonna a grandi fogli",
mentre torna alla scenografia con Luca Ronconi.
Dalla dimensione del
rilievo, Arnaldo Pomodoro passa, negli anni Settanta, alla complessità spaziale
e materica della forma a tutto tondo e realizza, nel 1963, la sua prima sfera.
Riceve il "Premio Internazionale per la
Scultura" alla Biennale di San
Paolo del Brasile; l'ispirazione di questo periodo deriva dalle forme
perfette di Brancusi.
La perfezione della forma provoca in lui,
anche sotto l'influenza del mondo tecnologico e dell'action painting di Jackson
Pollok, una pulsione distruttiva: la forma perfetta viene fatta a pezzi.
Nel 1979 a Giò
Pomodoro viene commissionata la realizzazione, a Francoforte, della piazza
Fontana, dedicata a Goethe, inaugurata poi nel 1983.
Intanto nel 1980 realizza a Ravenna il “Ponte
dei Martiri alla resistenza” e nel 1982 la “Spirale” per l’aeroporto di Malpensa.
Giò Pomodoro espone a Londra alcune sue opere,
proseguendo la sua instancabile azione creativa con “Sole -Luna- Albero”
per la città di Monza nel 1986.
Negli stessi anni Arnaldo Pomodoro esegue grandi opere per la Sudameris
Bank di San Paolo del Brasile, per la Berkeley Library del Trinity College
dell’Università di Dublino e per il Mills College di Oakland.
Realizza il libro-oggetto "De-cantare
Urbino", con poesie di Miklos N. Varga, progetta scene e costumi per il
teatro, espone a New York, colloca una grande "Sfera con sfera"
nel Principato di Monaco.
Crea un’opera grafica "Pensiero
visivo" per due poemetti di Paolo Volponi nel libro "Lungo la
traccia" (Edizioni Rizzardi).
La scultura di
Arnaldo Pomodoro è dominata da un rigoroso "ésprit de Géometrie" per
cui ogni forma è ridotta all'essenzialità volumetrica della sfera, del cubo,
del cilindro, del cono, del parallelepipedo e di altri solidi nettamente
tagliati e ricollocati in schiere o segmenti di schiere rettilinee o circolari
paragonabili alle rapide successioni delle note in una composizione musicale o
ad ingranaggi di misteriosi macchinari nascosti nell'interno di massicci
contenitori (globi, colonne continue, cubi, dischi) e resi parzialmente
visibili dagli squarci e dai tagli che rompono le lisce superfici di questi.
Nel 1991 è stato collocato davanti al Palazzo
della Gioventù a Mosca il "Disco Solare" di Arnaldo Pomodoro, dono
della Presidenza del Consiglio all’Unione Sovietica.
Nel 1992 è stata installata un’opera di grandi
dimensioni "Papyrus" nei giardini del nuovo Palazzo delle Poste e
Telecomunicazioni a Darmstadt in Germania.
Nel 1995 Arnaldo Pomodoro ha realizzato per
incarico del Comune di Rimini, una scultura in memoria di Federico Fellini.
L'anno dopo è stata collocata nel piazzale
delle Nazioni Unite a New York l’opera "Sfera con sfera " del
diametro di metri 3,30 e nel 1998 ha ricevuto l’incarico di realizzare il
portale del Duomo di Cefalù.
Negli ultimi anni Giò
Pomodoro torna a Milano ad esporre le sue opere e riceve, nell’aprile del 2002,
dalla International Sculpture Center degli Stati Uniti, il premio alla
carriera, "Lifetime Achevement Award Contemporany Sculpture 2002”, un
premio davvero meritato per un artista di grande caratura.
Anche se da anni il maestro Giò Pomodoro
lavorava e risiedeva a Querceta, in Versilia, dopo una lunga degenza in
ospedale per una grave malattia, esprime il desiderio di morire fra le sue
opere; così trasportato a Milano muore nel suo studio il 10 Dicembre 2002.
Al paese della sua
infanzia Gio’ Pomodoro ha voluto lasciare uno dei ricordi più belli: la piazza
che ora prenderà il suo stesso nome, sullo stesso luogo dove un tempo sorgeva
la sua casa natale.
Al centro della Piazza la scultura del
"Sole deposto" e altre opere come "La corda" e
"l'Orcio" ai lati dell'ingresso-fronte principale.
La produzione di
Arnaldo Pomodoro è notevolissima, sue opere sono presenti nelle piazze di
Milano, Copenaghen, Brisbane, di fronte al Trinity College dell’Università di
Dublino, al Mills College in California, nel Department of Water and Power di
Los Angeles, nel Cortile della Pigna dei Musei Vaticani, nei giardini, nelle
fontane e negli edifici pubblici del mondo.
Alcune opere di Giò Pomodoro nel video qui sotto:
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