venerdì 2 novembre 2012

NATALIA GINZBURG: L'IO INTIMO E DOLOROSO

GRANDE SCRITTRICE ITALIANA, INTIMISTA; DOPO UNA VITA MOLTO SOFFERTA, LA SUA FORZA VINCE L'ABBANDONO E LA DISPERAZIONE. LIBRI COME "LESSICO FAMILIARE" E "CARO MICHELE", FANNO PARTE DELLA NOSTRA BIBLIOTECA VIRTUALE, COME I PIÙ SIGNIFICATIVI DEL '900 ITALIANO.






  È il conflitto tra una scelta letteraria — testimonianza di una forte e profonda presenza culturale — e la ricerca di una scrittura femminile, dotata di caratteri propri, diretta espressione di sensibilità e prospettive mai indagate dall’interno — perciò aliene dal passato storico — ad animare l’intenso e inedito legame novecentesco delle donne con la letteratura. Un ambito nel quale Natalia Levi Ginzburg spicca come una delle voci più autorevoli. L'autrice ha scritto opere letterarie e teatrali che le hanno conferito un ruolo di primo piano tra i letterati del nostro Novecento, passando dall’intimo neorealismo dei primi romanzi alla narrazione concreta e viva del suo mondo e delle sue esperienze, riflessi di un’esistenza sofferta.

Nasce il 14 luglio del 1916 a Palermo, da Giuseppe Levi e Lidia Tanzi. In quegli anni, il padre, triestino, insegnava anatomia comparata all'Università di Palermo; più tardi, divenne un biologo e un istologo di grande fama. La madre, lombarda, era figlia di Carlo Tanzi, avvocato socialista, amico di Turati. Figure di primo piano, nella famiglia, Eugenio Tanzi, psichiatra, zio della madre, il musicologo Silvio Tanzi, morto giovane, fratello della madre, e Cesare Levi, fratello del padre, critico teatrale e studioso. Nel 1919 la Famiglia Levi si trasferisce a Torino.
Natalia non frequenta le elementari; studia in casa. Nel 1927 è iscritta al Liceo-Ginnasio Vittorio Alfieri. Nel 1935 consegue la maturità classica e si iscrive alla Facoltà di Lettere. Frequenta i corsi di Augusto Rostagni e Ferdinando Neri. Non si è mai laureata. Scrive e pubblica i primi racconti su "Solaria", "Il Lavoro", "Letteratura" (1934-1937). Nel 1938 sposa Leone Ginzburg. Nel 1940 segue il marito al confino in Abruzzo, a Pizzoli, un villaggio a quindici chilometri dall'Aquila, coi figli Carlo e Andrea. All'Aquila nasce la figlia Alessandra. Nel 1942 pubblica, presso la casa editrice Einaudi, il suo primo romanzo, "La strada che va in città", con lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte. Nel 1943, il 26 luglio Leone Ginzburg lascia il confino, rientra a Torino e di lí passa a Roma, dove in settembre comincia la lotta clandestina. Il primo novembre, coi tre figli, Natalia raggiunge il marito a Roma, in un alloggio di fortuna in via XXI Aprile. Il 20 novembre Leone è arrestato dalla polizia italiana nella tipografia clandestina di via Basento. E' trasferito nel braccio tedesco di Regina Coeli. Il 5 febbraio del '44 muore Leone Ginzburg nelle carceri di Regina Coeli. Dal giorno dell'arresto fino a quello della morte, Natalia non vide mai il marito.
Dopo una provvisoria sistemazione nel convento delle Orsoline al Nomentano, si trasferisce con i figli a Firenze, in casa della zia materna. Liberata Firenze, ritorna a Roma in ottobre. Prende alloggio in una pensione valdese a S. Maria Maggiore, poi in casa di un'amica, nel quartiere Prati. E' assunta come redattrice dalla casa editrice Einaudi. Nel 1945 ritorna a Torino, nella vecchia casa dei genitori in via Pallamaglio (oggi via Morgari). Continua a lavorare nella casa editrice Einaudi. Nel 1947 pubblica il romanzo "E' stato così". Nel 1950 sposa Gabriele Baldini, professore incaricato di Letteratura inglese a Trieste; Natalia continua a vivere a Torino. Si trasferisce a Roma con il marito, nel 1952. Qui pubblica il romanzo "Tutti i nostri ieri". È a Londra, nel 1960, con il marito Baldini, chiamato a dirigere l'Istituto Italiano di cultura. Nel 1961 pubblica "Le piccole virtù". Nel 1962 è la volta del romanzo breve "Le voci della sera". Ritorna con il marito a Roma e prende alloggio in piazza Campo Marzio. Nel 1963 pubblica il romanzo autobiografico "Lessico famigliare". Nel 1965 scrive la commedia "Ti ho sposato per allegria" per l'attrice Adriana Asti, che viene rappresentata con successo. Seguono nel 1968 le commedie "L'inserzione" e "La segretaria". Nel 1969 muore a Roma il marito Gabriele Baldini. Nel 1970 la Ginzburg pubblica la raccolta di saggi "Mai devi domandarmi". Nel 1973 pubblica la raccolta di commedie "Paese di mare" e il romanzo, metà narrativo e metà epistolare, "Caro Michele" dal quale è stato tratto il film omonimo del regista Mario Monicelli (1976). Nel 1974 pubblica la raccolta di saggi e di articoli "vita immaginaria". Nel 1977 scrive, col titolo "Famiglia", due racconti lunghi, "Famiglia" e "Borghesia". Nel 1983 pubblica la ricerca storico-epistolare "La Famiglia Manzoni". E' eletta deputata alla Camera nel gruppo degli Indipendenti di sinistra. Nel 1984 pubblica il romanzo epistolare "La città e la casa" e nel 1990 il saggio "Serena Cruz o la vera giustizia". Nel 1991 muore nella sua casa di Roma durante la notte tra il 6 e il 7 ottobre. La casa editrice Einaudi pubblica, nel 1999, il romanzo postumo "È difficile parlare di sé": testo integrale di una serie di conversazioni radiofoniche in cui la Ginzburg racconta la propria vita e la propria opera letteraria.

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