martedì 13 novembre 2012

LA CANZONE AL FEMMINILE: DALL'ITALIA AL BRASILE... UN AMORE INDISSOLUBILE


Grazie al suggerimento dell’amico Ivanilson, ho trovato quattro grandi interpreti femminili di musica italiana che hanno avuto collaborazioni con colleghi brasiliani in questi ultimi 50 anni. L’amore e le affinità tra i due paesi sono molte e non li scopriamo certamente adesso. Vediamo un po’ più in dettaglio di chi stiamo parlando. Vi consiglio vivamente di ascoltare i riferimenti video, per ogni artista.



SAMBA DELLA ROSA Ornella Vanoni Vinicius de Moraes e Toquinho (Letra)



Ornella Vanoni
Grande voce e interpretazione.

Figlia d'un industriale farmaceutico, studia all'estero in collegi di lusso. Nel 1953, tornata in Italia, s'iscrive alla Scuola d'arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano diretta da Giorgio Strehler, con il quale stabilisce un rapporto sentimentale. E' in questo periodo che comincia a farsi notare con le cosiddette "canzoni della mala": pubblicati a partire dal 1958 su due EP, brani come "Ma mi", "Senti come la vusa la sirena" (il suo 45 giri d'esordio), "Hanno ammazzato il Mario" e "Le mantellate" costituiscono il suo repertorio di quegli anni e vengono da lei eseguite nel ‘59 al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Finita l'esperienza con Strehler, la Vanoni si accosta all'universo dei cantautori: il suo rapporto amoroso e artistico con Gino Paoli segna una tappa importante della sua carriera, contraddistinta da canzoni quali "Senza fine" (1961) e "Che cosa c'è" (1963). E' del ‘61 il suo album di debutto, come la sua prima volta in gara al Festival di Sanremo, con "Cercami"; nel ‘63 partecipa invece al "Rugantino" di Garinei, Giovannini, Troavajoli, da cui ricava un 45 giri poi divenuto celeberrimo, "Roma nun fa' la stupida stasera". Gli anni seguenti segnano il raggiungimento del grande successo popolare, con "Tu si' na cosa grande" (1964), "Io ti darò di più" (1966), "La musica è finita" (1967) e "Tristezza" (1967). Il suo status di signora della canzone è consacrato da una serie di concerti al Teatro Lirico di Milano e dai due 33 giri "Ai miei amici cantautori" (1969-70), con titoli di Modugno, Bindi, Paoli, Lauzi, Tenco oltre a grandi firme francesi ed anglosassoni, da Trenet a Donovan. 
Il tutto è fotografato in un meraviglioso disco dal vivo, "Ah! L'amore, l'amore, quante cose fa fare l'amore!" (1971), che contiene il suo pezzo forse più noto, "L'appuntamento" di Roberto Carlos. Di qui in avanti, non si contano gli esiti commercialmente ed artisticamente eccellenti del suo percorso. Qui ci limitiamo a ricordare solo alcuni tra i momenti più significativi: l'ellepì "Dettagli" (1973) e la canzone omonima; l'incontro con Sergio Bardotti; "La voglia, la pazzia, l'incoscienza e l'allegria" (1976), il suo disco dedicato al Brasile di Toquinho e Vinicius de Moraes; la bella trilogia formata da "Ricetta di donna" (1980), "Duemilatrecentouno parole" (1981) ed "Uomini" (1982), con chicche come "Musica musica", "Vai Valentina", la suggestiva versione italiana di "Famous blue raincoat" di Leonard Cohen firmata da Fabrizio De André; "Ornella &..." (1986), un doppio con classici nostrani registrato negli Usa con jazzisti del calibro di Gil Evans, Herbie Hancock, George Benson e Gerry Mulligan. Poi, certo, ci sono pure i troppi dischi di cover dell'ultimo decennio, il tour celebrativo e un po' furbo in coppia con Gino Paoli; ma si tratta in fin dei conti di peccati veniali, pecche perdonabili ad un'interprete tra le più importanti della musica leggera, non solamente indigena.
 Ornella Vanoni & Toquinho ♪ Album:  “La Voglia, La Pazzia, l’incoscienza, l’allegria” 

http://youtu.be/ghrXzueZbNg


MINA
La cantante italiana più famosa al mondo (prima che arrivasse Laura Pausini), a partire dalla seconda metà degli anni ’50. Voce unica, inarrivabile.

Presto trasferitasi a Cremona, non mostra da piccina grandi velleità musicali. Solo nell'adolescenza comincia a muoversi nell'ambiente: esibendosi alla guida d'un gruppo denominato gli Happy Boys, nel 1958 viene notata dal discografico Davide Matalon che ne promuove il debutto, facendole incidere due brani in inglese ("Be Bop a Lula", "When") con lo pseudonimo di Baby Gate e due in italiano ("Non partir", "Malatia") col nome d'arte di Mina. Si tratta di interpretazioni assai ortodosse, che non hanno speciali esiti. Con un nuovo complesso, i Solitari, appare durante una puntata di "Lascia o raddoppia": la sua esecuzione di "Nessuno", proposta in precedenza da Wilma De Angelis, ne evidenzia da subito le particolari doti canore. Sfruttando il vento favorevole, la giovane cantante compare in altre trasmissioni televisive e in un film di Lucio Fulci, "Urlatori alla sbarra" (1959), che si occupa del fenomeno. La verve dell' artista principia ad evidenziarsi alle prese con brani ritmati, da "Tintarella di luna" (1959) a "Una zebra a pois" (1960), ma riluce particolarmente nella sua versione di "Sapore di sale" (1963), composta da Gino Paoli e da lei resa in maniera superba. Partecipa a "Canzonissima 1960", a vari festival di Sanremo (in verità, senza troppa fortuna), a "Studio Uno" (ove esegue una "Summertime" memorabile): le sue cover di pezzi stranieri, da "Città vuota" ("It's a lonely town") sino a "Un anno d'amore" ("C'est irreparable"), surclassano poi gli originali e rendono l'idea di un'epoca meglio di qualunque libro o film. E' il suo periodo più felice e fecondo: titoli quali "E se domani" (1964) o "Se telefonando" (1966) diventano subito dei classici; sulla scia di tanto successo, Mina fonda una propria etichetta, la PDU. Nel 1967 incide "La canzone di Marinella" d'un ancora poco noto Fabrizio De André; l'anno successivo è la volta del suo primo 33 giri dal vivo, registrato alla Bussola di Viareggio. I ‘70 la vedono consolidare il proprio rapporto con la premiata ditta Mogol-Battisti, cui deve alcune delle sue cose più belle, da "Insieme" (1970) a "Amor mio" (1971): ma la vetta della hit-parade la raggiunge con "Grande, grande, grande" (1971) di Tony Renis e Alberto Testa, già rifiutata da altre sue colleghe. Nel 1973 inizia la tradizione del suo doppio album natalizio: si parte con "Amanti di valore" (1973), cui fa seguito "Frutta e verdura" (1974). Da questo momento in avanti, il percorso di Mina diviene più prevedibile: ritiratasi dalle scene nel 1978, la "tigre di Cremona" si ritaglia un ruolo da star del panorama nostrano, fondato solo sulla sua classe. Trent'anni di superba routine, talvolta illuminati da qualche capolavoro (a dirne uno, "Mina quasi Jannacci" nel ‘77): ma la stagione rivoluzionaria, la strepitosa giovinezza artistica sono oramai dietro le spalle. 

A metà degli anni sessanta e inizi anni ’70, sono frequenti le sue esibizioni in Brasile, soprattutto a Rio e Bahia, provocando il delirio degli spettatori.

Mina abbandona l’italia e la televisione nel 1978, si rifugia nella tranquilla Lugano in Svizzera: non si riconosce più in una TV sempre più “sporca e interessata” e un Paese che si sta autodistruggendo sia politicamente, sia economicamente. Non si sente più italiana.
Inciderà ancora qualche disco, senza, però, farsi più vedere.



Fiorella Mannoia
Voce meravigliosa, a tratti malinconica. Donna bellissima.

Iscritta bambina a numerosi concorsi musicali, si guadagna da vivere al contempo come stunt-girl (controfigura di Monica Vitti, è pure coprotagonista dello spaghetti-western "E il terzo giorno arrivò il corvo"). A 13 anni arriva in finale a Castrocaro eseguendo un brano di Celentano, "Un bimbo sul leone"; nel ‘69 partecipa al Disco per l'Estate, assieme a Peppino De Capri, con "Gente qua, gente là". Nessuno la nota, ed andrà così per oltre un decennio: solo nel 1980, grazie al duetto con Pierangelo Bertoli de "Il pescatore", ottiene qualche riscontro. 
L'anno dopo, partecipa a Sanremo con "Caffè nero bollente"; nell'84 è di nuovo sul palcoscenico dell'Ariston per "Come si cambia", poi diviene nota alla platea della televisione grazie al programma di Canale 5 "Premiatissima", che vince con una serie di cover - poi raccolte in un disco - di canzoni d'autore, culminante nella "Margherita" di Riccardo Cocciante. Il biennio 1987-88 è cruciale per l'artista: nelle due edizioni presenta, infatti, a Sanremo "Quello che le donne non dicono" di Enrico Ruggeri e poi "Le notti di maggio" di Ivano Fossati, entrambe vincitrici del premio della Critica, oltre che fiori all'occhiello in "Canzoni per parlare" (1988). Di qui in avanti, è un ininterrotto crescendo: da "Di terra e di vento" (1989), che si aggiudica la targa Tenco ed include la stupenda "Oh che sarà" di Chico Buarque, a "I treni a vapore" (1992), con la magnifica title track di Ivano Fossati. "Gente comune" (1994) contiene adattamenti da Caetano Veloso ("Il culo del mondo") e Tom Waits ("Non voglio crescere più") di eccellente qualità; tre anni più tardi, "Belle speranze" (1997) ne conferma l'eccellenza d'interprete, grazie a pezzi quali "Il miracolo" degli Avion Travel e "Il fiume e la nebbia" di Daniele Silvestri. Con il seguente doppio dal vivo, "Certe piccole voci" (1998), ella guadagna l'ennesima targa Tenco e ripercorre interamente la sua carriera, aggiungendo al repertorio perle quali "L'amore con l'amore si paga", ancora del prediletto Ivano Fossati, e "Sally", piccolo gioiello di Vasco Rossi. Nel 2001 licenzia "Fragile", con riletture di Paolo Conte ("Come mi vuoi?") e di Francesco De Gregori ("L'uccisione di Babbo Natale"). Dopo il trionfale tour nel 2002 con De Gregori, Ron e Pino Daniele (immortalato in un doppio cd), giunge il terzo disco dal vivo, "Concerti" (2004), con "Metti in circolo il tuo amore" di Ligabue e "Clandestino" di Manu Chao.
Parecchio intensa l'attività discografica recente: "Onda tropicale" (2006) è omaggio alla musica popolare brasiliana, in cui duetta con Nascimento, Gilberto Gil, Chico Buarque e Carlinhos Brown;
"Canzoni nel tempo" (2007) una raccolta delle sue canzoni più conosciute, con versioni di "Dio è morto" di Francesco Guccini e di "Io che amo solo te" di Sergio Endrigo; "Il movimento del dare" (2008) il primo album d'inediti dopo sette anni di pausa; "Ho imparato a sognare" (2009) una raccolta di titoli di vari autori - da Lucio Battisti a Tiziano Ferro, da Renato Zero a Cesare Cremonini - rivisitati dalla superba voce della "roscia".
 Fiorella è parte attiva di Axe, un Progetto educativo che in Brasile ogni anno raccoglie dalla strada più di mille bambini e adolescenti attraverso la musica, la danza e l’arte in generale. 

Fiorella Mannoia & Djavan - Senza un frammento (Onda tropicale):

http://youtu.be/mqkkTu8zZiU


Laura Pausini 

La più popolare in Brasile

Laura Pausini comincia a cantare, a otto anni, con il suo papà nei locali di piano bar.
Quando registra il suo primo album "I sogni di Laura", ha solo tredici anni e contiene tredici brani, di cui due scritti da lei, ma firmati dal padre perché troppo giovane, mentre gli altri sono interpretazioni di brani famosi.
Laura Pausini  partecipa ai concorsi canori nella sua regione e, nel 1991 partecipa al Festival di Castrocaro, dove non vince, ma fà un'esperienza che le servirà, un paio di anni dopo, quando partecipa al Festival di Sanremo, Sezione Nuove Proposte, con il brano "La Solitudine" che si classifica al Primo posto.
Il successo arriva improvviso: l'album che registra dopo l'affermazione al Festival con il titolo "Laura Pausini" include "Mi rubi l'anima", cantata in duetto con Raf resta in classifica, fra le prime 10 posizioni, per un anno intero in Italia.
Al Festival di Sanremo dell'anno dopo concorre nella Sezione Big con il brano "Strani Amori" e si classifica al terzo posto, ma il successo della Pausini non ha battute di arresto.
Pubblica in Italia l'album "Laura" e l'album "Laura Pausini" in spagnolo, con il meglio dei primi due album italiani.
Il successo ottenuto in Spagna spinge Laura Pausini a rivolgersi con particolare attenzione al mercato internazionale e registra l'album "Laura Pausini", per il mercato inglese.
Tutti gli anni '90 sono piene di successi, premi e riconoscimenti in Italia, Spagna ed America. In Brasile diventa la cantante italiana più popolare.
Laura Pausini fà il suo primo tour mondiale "Laura Pausini - World Wide Tour '97"ed è invitata a cantare al Concerto di Natale alla presenza di Papa Giovanni Paolo II.
I maggiori parolieri e musicisti scrivono canzoni per lei che partecipa al "Pavarotti & Friends", cantando da sola "One more time" e in coppia con il maestro
 Luciano Pavarotti "Tu che m'hai preso il cor".
Anche la "Video Collection" in VHS che contiene tutti i video-clip  realizzati dalla Pausini, hanno un grande successo.
Negli anni dopo il 2000, il nome di Laura Pausini è sempre più spesso accanto a quello dei VIP mondiali. nelle esibizioni più esclusive:  canta in occasione della consegna dei Premi Nobel a Oslo; a Los Angeles nel concerto di beneficenza per le famiglie dei pompieri scomparsi nella strage dell'11 settembre a New York con Kevin Spacey e Alejandro Sanz.
Laura Pausini duetta alla pari con  con Céline Dion, Mariah Carey, Gloria Estefan, Ricky Martin, Alejandro Sanz e Shakira in "Todo para ti", canzone scritta e interpretata da Michael Jackson per le famiglie delle vittime dell'11 settembre.
Il successo non ha allontanato Laura dalla gente meno fortunata di lei che è attiva in molte opere benefiche ed ha adottato parecchi bambini delle favelas brasiliane. In questa terra si è proposta più volte con concerti meravigliosi.
Famosi cantanti scrivono brani per lei come Biagio Antonacci con "Vivimi", Vasco Rossi con "Benedetta Passione" e "Mi abbandono a te" scritto da Madonna.

In questo videoclip di 9 minuti i migliori momenti del tour 2009 in Brasile
http://youtu.be/9kzcOg1CrXE





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