mercoledì 8 agosto 2012

GIORGIO MORANDI: IMMAGINI DAL SILENZIO

SILENZIOSO, SOLITARIO, MA NON SOLO.  MORANDI VIENE DEFINITO IL MONACO LAICO, PER LA SUA RISERVATEZZA E DISCREZIONE.



Giorgio Morandi, pittore ed incisore, nasce a Bologna in una famiglia della piccola borghesia cittadina, il 20 luglio 1890.
Dimostrando una precoce predisposizione artistica, nel 1907 si iscrive all'Accademia di Belle Arti della sua città, diplomandosi nel 1913.
Gli ultimi due anni di Accademia sono caratterizzati da vivaci contrasti con i professori, perchè il giovane Giorgio Morandi, che già dipinge opere rimarchevoli, sta approfondendo un proprio linguaggio, contestando i modelli pittorici proposti dalla cultura del tempo.
Dopo un viaggio studio a Firenze, Morandi conferma la sua ammirazione per la grande arte italiana e considera suoi maestri i primitivi Giotto, Masaccio, Paolo Uccello, mentre i suoi riferimenti fra gli artisti contemporanei sono i pittori d'oltralpe da
Cézanne a Henri Rousseau, da Pablo Picasso a André Derain.
Le prime opere di Morandi, che tiene la sua prima esposizione nel 1914, risentono fortemente dell'influenza di Cézanne e di Rousseau, è solo nelle opere fra il 1914-15 che Morandi si apre moderatamente, con le sue nature morte, alle esperienze del Cubismo e del Futurismo.
Giorgio Morandi è un artista molto riservato che vive e lavora in un volontario isolamento, cosa che crea il mito di un Morandi "monaco laico", esclusivamente intento alla creazioni dei suoi oggetti di "Bellezza" nel chiuso del suo studio.
Nel 1918 Morandi è attratto dalle opere metafisiche di Carlo Carrà e Giorgio de Chirico, che vede riprodotte sulla rivista "La Raccolta", fondata da Giuseppe Raimondi e realizza opere di genere metafisico, ma si tratta di una breve parentesi, alla fine del '19 riprende a dipingere nature morte e paesaggi in stile realistico. 
Negli anni Venti le opere di Giorgio Morandi si fanno più plastiche:
comincia l'epoca delle nature morte, della metafisica degli oggetti più
comuni, vasi, bottiglie, caffettiere, fiori, che, posizionati su un tavolo,
diventano i veri protagonisti della scena.

Anche se il pittore non si sposta da Bologna, non resta escluso dal dibattito intellettuale e dal confronto con altri artisti e nel 1921 Giorgio Morandi partecipa alla mostra di "Valori Plastici" a Berlino e tra il 1926 ed il 1930 prende parte a diverse mostre di "Novecento".
Insegnante nelle scuole comunali di disegno, nel febbraio del 1930 ottiene per "chiara fama" e "senza concorso" la cattedra all'Accademia di Belle Arti di Bologna dove insegnerà Tecniche dell'incisione fino al 1956.
L'anno prima Giorgio Morandi aveva illustrato "Il sole a picco" di Vincenzo Cardarelli e negli anni seguenti realizza la maggior parte delle sue pregevoli acqueforti, realizzate con grande cura.
Morandi espone alle Biennali veneziane ed alle Quadriennali romane facendo parte per alcuni anni della commissione di accettazione.
Nel 1939, alla terza edizione della Quadriennale, Morandi ha un'intera sala personale con 42 oli, 2 disegni e 12 acqueforti, ottenendo il secondo premio per la pittura e scatenando varie polemiche.
Per sfuggire ai disagi della città, durante la Seconda Guerra Mondiale Giorgio Morandi si ritira, sfollato, nel paese appenninico di Grizzana, dando vita alla grande stagione dei "Paesaggi" e "Nature morte".
Nel dopoguerra Giorgio Morandi, ormai considerato uno dei maggiori pittori contemporanei, affermato nei più esclusivi ambienti internazionali, ottiene vari riconoscimenti e tiene prestigiose mostre.
Si aggiudica il primo premio per la pittura alla Biennale di Venezia nel 1948, il premio per l'incisione nel 1953 ed il premio per la pittura alla Biennale di Saõ Paulo nel 1957.
Durante la maturità Giorgio Morandi ritorna all'acquerello, tecnica già usata occasionalmente in gioventù con risultati eccezionali.
Giorgio Morandi negli ultimi anni di vita lavorare appartato nel suo studio di Bologna e solo nel 1956 il pittore va a Zurigo per vedere la mostra antologica di Cézanne, uno dei pittori più ammirati in gioventù.
Continua ad esporre all'estero a New York nel 1957, a Siegen nel 1962, dove vince il Rubenspreis, ed a Ginevra nel 1963.
Colpito da una grave malattia, Giorgio Morandi si spegne a Bologna il 18 giugno 1964 e viene sepolto nella Certosa di Bologna. 






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