sabato 11 agosto 2012

GRANDI ATLETI ITALIANI: ALBERTO COVA






In tema di Olimpiadi, parliamo di... atletica leggera.

In quegli anni ('82-'85) sia io che mio fratello Sergio, eravamo iscritti alla società UISP di Torino di Atletica leggera. La differenza di età non mi permetteva di gareggiare con lui, ma spesso e soprattutto per il periodo delle nostre vacanze in Sardegna, ci si allenava quotidianamente insieme. Sapendo bene la fatica e i sacrifici che l’atletica leggera impone ai suoi adepti anche con qualità non eccelse, guardavamo pieni di ammirazione chi poteva tenere ritmi assurdi, per noi, per molto tempo, per cui eravamo più affascinati dal mezzofondo che non dalla velocità dei 100, 200 o 400 metri. Ritmi che noi potevamo reggere per due o tre giri di pista, atleti come Alberto Cova, potevano prolungarli per ben 27 giri, ossia 10.000 metri. Nel 1983 nello stadio di Torino, io divento campione regionale piemontese UISP sui 3.000 metri piani con un record che resiste ancora oggi (non ero così scarso, allora...), mentre Cova, qualche settimana dopo a Helsinki, si laurea Campione del Mondo in una gara talmente bella da far commuovere. Parliamo di lui, quindi.



Alberto Cova (Inverigo, 1º dicembre 1958) campione olimpico dei 10.000 metri piani ai Giochi di Los Angeles 1984. Muove i primi passi da atleta a 14 anni. Si guadagna presto il soprannome di "ragioniere", sia per l'effettivo conseguimento del diploma in ragioneria, sia per il fisico assolutamente "normale", anzi filiforme, unito ad un modo pianificato e mai dispendioso di affrontare le gare. I primi risultati li raggiunge nel 1977, quando diventa campione italiano juniores sui 5000 m piani, distanza che preferisce a quella doppia fino al 1980.
In quell'anno incontra l'allenatore che lo porterà a vincere in Italia e nel mondo: Giorgio Rondelli della Pro Patria. Rondelli intuisce subito che Alberto ha le qualità per dominare sui 10000 m piani: dopo un anno di interdizione Cova si presenta agli Europei di atletica di Atene, in Grecia, nel 1982, come outsider sulla distanza.
È in questa circostanza che mette in risalto per la prima volta le caratteristiche che lo porteranno in molte occasioni al successo: la capacità di resistere durante la gara ai cambi di ritmo, anche frequenti, imposti dagli avversari e l'incredibile velocità che riesce a raggiungere nei rush finali.
I primi successi
Ad Atene si laurea a sorpresa campione europeo proprio così: resiste agli attacchi dei favoriti, in particolare il temibile tedesco orientale Werner Schildhauer e il finlandese Martti Vainio, per poi bruciarli con le ultime, rapidissime falcate. Sul rettilineo finale arrivano i tre protagonisti citati: Vainio attacca, Schildhauer e Cova resistono e nei metri conclusivi il lombardo infila i rivali con uno scatto bruciante, vincendo in 27'41"03, con soli 18 centesimi di vantaggio sul tedesco. Iscritto anche nei 5000 m, non ha fortuna, finendo squalificato dopo una serie di reciproche scorrettezze con degli avversari.
In quello stesso anno Cova si aggiudica anche l' argento ai campionati europei indoor nei 3000 m e mette in mostra anche ottime doti di corridore "fuoripista": giunge infatti settimo ai mondiali di corsa campestre vinti dall'etiope Mohamed Kedir.
Nel 1983 Cova compie un altro capolavoro andando a vincere, in una delle gare più entusiasmanti mai disputate sulla distanza, i 10000 metri nella prima edizione dei campionati del mondo di atletica leggera, ad Helsinki, in Finlandia.
Gli avversari sono gli stessi dei campionati europei: i tedeschi orientali Hansjörg Kunze e Werner Schildhauer, il finlandese idolo di casa Martti Vainio e il veterano portoghese Carlos Lopes. La gara ha un ritmo lentissimo e al suono della campana dell'ultimo giro il gruppo è ancora compatto. È Schildhauer ad aumentare per primo l'andatura con un poderoso scatto: il plotone si disgrega e solo il connazionale Kunze sembra avere le forze per rispondere all'attacco. Si crea una piccola voragine tra i due teutonici e un terzetto di inseguitori, Vainio, il tanzaniano Gidamis Shahanga e un Cova che appare molto sofferente. L'italiano ha patito il cambio di ritmo e per diversi attimi è stato sul punto di staccarsi.
Incredibilmente però negli ultimi 150 metri il vantaggio di Schildhauer si assottiglia: Kunze sembra in grado di sorpassarlo, mentre Vainio, Shahanga e Cova rientrano. Ultima curva, Cova si allarga sulla corsia esterna e procede a velocità doppia: crolla Shahanga mentre Cova divorando gli ultimi metri infila nell'ordine Vainio, Kunze e Schildhauer vincendo con il tempo di 28'01"04, con 14 centesimi di vantaggio sul tedesco Schildhauer, ancora una volta secondo, e 22 centesimi su Kunze. Questa gara entrerà negli annali come una tra le più avvincenti ed emozionanti di sempre!
L'oro olimpico a Los Angeles
L'anno seguente Cova completa la sua tripletta andando a vincere i 10.000 metri anche ai Giochi Olimpici di Los Angeles, negli Stati Uniti, del 1984. Per il boicottaggio dei paesi del blocco comunista viene a mancare il suo eterno rivale Schildhauer; poco prima dell'inizio della manifestazione però il portoghese Fernando Mamede si propone come uomo da battere migliorando di quasi 9 secondi il record mondiale sui 10.000 m: 27'13"81 il suo tempo. Il lusitano tuttavia soffre psicologicamente l'appuntamento con i grandi eventi e anche in occasione del cimento olimpico, come altre volte precedentemente, fallisce clamorosamente la prova ritirandosi dopo pochi giri.
Dopo un perentorio attacco di Vainio a metà gara e nonostante i ripetuti tentativi del finnico di staccare Cova, tutto si riduce a un testa a testa. Ad 800 metri dalla fine il finlandese tenta l'allungo decisivo e, come ad Helsinki, Cova sembra patire terribilmente il cambio di ritmo, dando l'impressione di doversi staccare da un momento all'altro. Riesce però a resistere e, negli ultimi 200 metri, a passare al contrattacco. Infila prepotentemente l'atleta nordico e va a vincere, per la prima volta, per distacco, con il tempo di 27'47"54. Vainio verrà poi squalificato, dopo essere stato trovato positivo al controllo antidoping. Sfortunatissimo in quella stessa prova l'ottimo Salvatore Antibo, solo quarto a causa di una scelta sbagliata al momento di indossare le scarpe da gara: optò infatti per delle calzature nuove che gli ferirono abbastanza gravemente i piedi. Nel 1985 Cova ribadisce la sua superiorità sulla distanza trionfando in Coppa Europa, dove addirittura si prende il lusso di raddoppiare vincendo anche i 5000 m.
Le ultime medaglie ed il ritiro
Nel 1986, ai Campionati europei di Stoccarda, in Germania, la quinquennale dittatura del campione comasco termina: Cova si vede sfuggire l'alloro dei 10000 m sconfitto da Stefano Mei, giovane e potente atleta di La Spezia che conquista quell'anno la sua prima affermazione importante. In finale tre atleti italiani, Stefano Mei, Alberto Cova e Salvatore Antibo, danno prova di una schiacciante superiorità attaccando insieme a 400 metri dall'arrivo e staccando brutalmente tutti gli avversari, fatta eccezione per il portoghese Castro che rimane abbastanza vicino al terzetto.
È Mei che impone il cambio di ritmo, mentre Cova, come sempre soffrendo molto, gli rimane incollato, e Antibo e Castro si staccano di una ventina di metri. Il rush finale, che dovrebbe dare ragione a Cova, riserva una sorpresa: proprio quando il comasco sembra aver superato il momento critico e affianca Mei con l'intenzione di superarlo, lo spezzino allunga di nuovo, stroncando ogni resistenza del campione olimpico e vincendo in 27'56"79. Cova arriva secondo con il tempo di 27'57"93 mentre un ottimo Antibo conquista il bronzo fermando le lancette cronometriche sui 28'00"25, in quella che fu la prima tripletta in una gara di corsa, da parte di un'unica nazione, in tutta la storia dei campionati europei.
Stoccarda è l'ultima competizione ad alto livello del ragioniere di Inverigo. Nel 1987, ai campionati mondiali di atletica di Roma, Cova finisce fuori dalla finale, così come l'anno dopo, alle Olimpiadi di Seul, in Corea del Sud, dove non riesce a qualificarsi dopo aver corso una brutta batteria. Dopo i Giochi olimpici Cova si ritira, a soli 30 anni, dalle competizioni agonistiche, lasciando però la memoria delle sue imprese e un record tuttora ineguagliato: è infatti l'unico atleta, nella storia dei 10000 m, ad aver realizzato una splendida tripletta vincendo l'oro ai Campionati europei, a quelli Mondiali e ai Giochi olimpici.

Palmarès


Anno
Manifestazione
Sede
Evento
Risultato
Prestazione
Note
3.000 metri
Argento
7'54"12
10.000 metri
Oro
27'41"03
5.000 metri
Oro
13'57"77
10.000 metri
Oro
28'01"04
10.000 metri
Oro
27'47"54
5.000 metri
13'35"86
10.000 metri
Argento
27'57"93
10.000 metri
Semifinale
28'43"84




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